+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,1-8)
In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle.
Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Parola del Signore
Ecco l’uomo saccente che vuole addirittura insegnare a Dio come rispettare la Legge. Sono 10 i Comandamenti che Dio consegnò a Mosè sul Monte Sinai, ma, con il tempo, scribi e farisei hanno aggiunto precetti nel tentativo di codificare ogni cosa, ogni comportamento, ogni occasione. Così, ai tempi di Cristo, la Legge era diventata un labirinto di codici, difficili da rispettare tutti insieme: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti agli uomini; perché così voi non vi entrate, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrarci” (Mt 23,13). Sulla Legge, tra Gesù e farisei c’è scontro aperto.
Tuttavia Gesù ha anche detto: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento” (Mt 5,17). Ma allora questa Legge vale o non vale? Il sabato si possono raccogliere le spighe per mangiarle? Si può guarire un paralitico il sabato?
San Paolo scrive: “In lui anche siete stati insieme risuscitati per la fede nella potenza di Dio […] Con lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e […], perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla Croce” (cfr. Colossesi 2,12-15). E ancora: “Ora però siamo stati liberati dalla legge” (Romani 7,6). “Non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia” (Romani 6,14).
Gesù è venuto per portare a compimenoto la legge: il verbo greco che troviamo in questo passo è: “pleròo” che possiamo rendere anche come “valorizzare”. E questo ha fatto Gesù! Ha valorizzato la Legge Mosaica traducendo le centinaia di precetti nell’essenziale, il comandamento nuovo, più importante di tutti, quello che tutti li riassume: il comandamento dell’amore!
Al dottore della legge che gli chiese quale fosse il più grande comandamento Gesù rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti” (Mt 22,36-40). Rispettare tutti i precetti è difficile? Eccolo il comandamento che “porta a compimento” la Legge: l’amore!
L’amore è più forte della Legge. Il perdono è più forte dell’odio. La vita è più forte della morte.
“Misericordia io voglio e non sacrifici” (v. 7). Dobbiamo pensare alla nostra trave e non cercare la pagliuzza nell’occhio del vicino. Dobbiamo perdonare i nostri nemici e non accusarli. Dobbiamo aprire le porte del Regno dei Cieli e non richiuderle davanti agli uomini. “Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (v. 8).
Concludo con le parole di Papa Francesco: “Misericordia io voglio”, cioè la lealtà di un cuore che riconosce i propri peccati, che si ravvede e torna ad essere fedele all’alleanza con Dio. “E non sacrificio”: senza un cuore pentito ogni azione religiosa è inefficace! Gesù applica questa frase profetica anche alle relazioni umane: quei farisei erano molto religiosi nella forma, ma non erano disposti a condividere la tavola con i pubblicani e i peccatori; non riconoscevano la possibilità di un ravvedimento e perciò di una guarigione; non mettevano al primo posto la misericordia: pur essendo fedeli custodi della Legge, dimostravano di non conoscere il cuore di Dio! È come se a te regalassero un pacchetto con dentro un dono e tu, invece di andare a cercare il dono, guardi soltanto la carta nel quale è incartato: soltanto le apparenze, la forma, e non il nocciolo della grazia, del dono che viene dato!
Alessandro Ginotta
L’immagine di oggi è “La Trasfigurazione”, affresco di Beato Angelico, 1440 circa, 189×159 cm, Museo nazionale di San Marco, Firenze