VOCI IN PREGHIERA  AL  RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO

Tutte le chiese cristiane presenti con Papa Francesco che, alla domanda posso pregare con un evangelico? Un luterano?,  risponde: «Puoi? Ma devi! Avete ricevuto lo stesso Battesimo»

ELISA PAOLINI, 07.12.2015                  FOTOGALLERY

ROMA3 Luglio, Piazza San Pietro: caldo torrido, un improvviso acquazzone e poi l’arcobaleno. Emozionanti, proprio come l’arcobaleno che ha incantato i numerosissimi presenti provenienti da tutto il mondo, sono giunte le parole di Papa Francesco in occasione della prima delle due giornate dedicate alla 38.ma Convocazione del Rinnovamento nello Spirito Santo.  Evento questo dal tema “Vie di unità e di pace – Voci in preghiera per i martiri di oggi e per un ecumenismo spiritualeche ha raccolto la preghiera dei cardinali di Santa Romana Chiesa e dei vescovi ortodossi e protestanti, con il pensiero rivolto a coloro che, con la sola “colpa” di professare liberamente la propria fede, spesso mettono a repentaglio la vita.

Prima dell’attesa udienza papale si sono susseguite le invocazioni dei cardinali Angelo Bagnasco (presidente della Conferenza Episcopale Italiana), Kurt Koch (presidente del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani), Leonardo Sandri (prefetto della Congregazione delle Chiese Orientali); dei Monsignor Barnaba El Soryani, vescovo copto-ortodosso, delegato del Papa d’Alessandria Teodoro II, Atanasio Matti Shaba Matoka, arcivescovo emerito siro-cattolico di Baghdad e, infine, dei reverendi Louie Giglio, della chiesa di Passion City di Atlanta, Jonas Jonson, della chiesa luterana di Svezia e Giovanni Traettino, presidente della Chiesa Evangelica della Riconciliazione in Italia.

Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS) , nel suo intervento ha più volte sottolineato l’urgenza di un’unità nella preghiera delle tre tradizioni cristiane affinché sia possibile farsi carico dell’emergenza che sempre più affligge i cristiani d’Oriente e d’Occidente. Il presidente del RnS ha proseguito, poi, ribadendo la necessità di annunciare il Vangelo nella gioia dello Spirito Santo, una gioia che il mondo troppo spesso non conosce, in grado di generare resurrezione soprattutto tra gli ultimi.

Proprio a testimonianza del dono della salvezza nello Spirito Santo si sono levate le voci di Vittorio Aliquò e del giovane Ugo Esposito che, al cospetto del Santo Padre, si sono raccontati a cuore aperto, scatenando la commozione degli ascoltatori.

Il palermitano Aliquò, al servizio della magistratura per quasi cinquant’anni, attivo nelle strenua lotta alla criminalità organizzata, ha svelato di essere un «sopravvissuto» al quale la Grazia dello Spirito Santo ha concesso di non farsi giudice e padrone delle vite degli altri, rammentando sempre che «la giustizia senza misericordia è, in fondo, la peggiore delle ingiustizie».

Esposito, diciassettenne di Senigallia, abbandonato sin da piccolo da entrambi i genitori, ha confidato, invece, di aver riempito, grazie alla scoperta di Gesù come presenza viva, il vuoto che lo attanagliava e di aver “azzittito” il silenzio delle assenze con la parola di Dio che, non a caso, professa: «Anche se una donna si dimentica del proprio figlio io non ti dimenticherò mai».

Hanno concorso a rendere il tutto ancor più toccante le straordinarie voci della cantante israeliana Noa e di Andrea Bocelli che, sulla scia della riflessione di sant’Agostino «chi canta prega due volte», hanno dato vita ad un canto-preghiera capace di far vibrare le corde del cuore degli ascoltatori.

Bagnate dalla pioggia, accostata a «lacrime di gioia», le parole semplici ed intime di Papa Bergoglio hanno annunciato un profondo invito ai cattolici, agli ortodossi, agli evangelici, ai luterani a pregare, a lavorare, ad amare e a condividere, il tutto da farsi insieme:«Come un poliedro in cui tutte le parti confluiscono, mantenendo la propria originalità, così lo Spirito Santo indirizza la propria opera verso l’unione nella diversità».

Si evince così che «Il tutto è più della parte»: proprio questa grande verità, ha affermato il pontefice, deve far da guida a tutti quei leader, dimentichi di essere in realtà dei «servitori », che cadono troppo spesso nella tentazione di reputarsi indispensabili. La vanità che sfocia nel personalismo e nell’autoritarismo deve cedere il passo alla rivelazione che «l’unico insostituibile è lo Spirito Santo e Gesù è l’unico Signore».

La divisione è, dunque, una contro-testimonianza che strozza immancabilmente il fluire di quella corrente di Grazia che fa di noi degli uomini e delle donne rigenerati dal battesimo nello Spirito.

In conclusione ha evidenziato il Papa: «il sangue dei martiri “ci fa uno”; se il nemico ci unisce nella morte, chi siamo noi per dividerci nella vita?».

Parole forti da recepire come dei piccoli semi pronti a germogliare, per operare il riscatto di una riconciliazione, vittima, nel corso della storia, dei troppi errori degli uomini.

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Fotografie di Elisa Paolini

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