UNA PERLA NEL CUORE DELLE ALPI

La Pinacoteca di Varallo e le sue opere di arte locale

CRISTINA PRELLI, 15.05.2014

Una veduta panoramica di VaralloVarallo (detto anche, impropriamente, Varallo Sesia), in provincia di Vercelli, è un’incantevole paese collocato alla base delle Alpi nord-occidentali. Oltre alle prestigiosa basilica e alle quarantacinque cappelle affrescate del Sacro Monte, ospita anche la seconda più importante Pinacoteca del Piemonte.

La storia della Pinacoteca ha inizio nel 1778 con la fondazione della Scuola di Disegno, nella quale insegnano numerosi artisti impegnati con le loro attività nel cantiere del Sacro Monte. Nel 1831 viene fondata la Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno, che sostiene lo sviluppo della Scuola. Nel 1835, la Società decide di annettere alle sue strutture anche la Scuola-Laboratorio Barolo per l’insegnamento dell’intaglio ligneo. Allo scopo di proteggere e preservare il patrimonio artistico accumulato negli anni, nel 1875 viene fondata  la Società di Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia grazie alla quale, nel 1885, viene allestita la Mostra Artistica Valsesiana, alla base del nucleo pittorico della Pinacoteca. A partire da quel momento, il patrimonio artistico della Pinacoteca continua ad arricchirsi, in particolare grazie alle donazioni di Bartolomeo Avondo, pittore e benefattore.

Se nel 1885 le sale che ospitavano la mostra erano solamente tre, un nuovo allestimento, inaugurato nel 1952,  amplia la superficie espositiva portandola a 24 sale. Nel 1960, il Palazzo dei Musei, sede della Pinacoteca, è soggetto ad un profondo rinnovamento che comporta il totale riallestimento delle opere all’interno della struttura. Nel 1998, infine, la Società di Incoraggiamento allo Studio del Disegno e la Società di Conservazione delle Opere d’Arte in Valsesia si fondono per dare vita ad un unico Ente senza fini di lucro e di utilità sociale (ONLUS). Obiettivo comune era ed è quello di valorizzare e conservare le raccolte custodite all’interno del Palazzo dei Musei.

Per quanto riguarda l’attuale disposizione artistica all’interno della Pinacoteca, ci troviamo di fronte ad un percorso che ci guida attraverso i secoli, alla scoperta delle più importanti opere della tradizione valsesiana. La prima sala accoglie un nucleo di opere capaci di riflettere e raccontare le diverse influenze che caratterizzarono l’evolversi dell’arte in Valsesia nel corso del Quattrocento. La seconda sala è allestita intorno al celebre gruppo ligneo della Pietra dell’Unzione, opera della bottega milanese dei Donati. La terza sala è invece dedicata al famoso maestro valsesiano Gaudenzio Ferrari, straordinario disegnatore, pittore e scultore quattrocentesco, e agli artisti che lavorarono presso la sua bottega. Nella quarta sala troviamo, oltre all’importante scultura del Cristo Flagellato, una serie di dipinti di artisti che collaborarono col Ferrari e che per questo motivo ne subirono l’influenza. Si giunge poi al “Salone del Tanzio”, con le opere di  Antonio d’Enrico detto Tanzio da Varallo (1580 circa – 1633) e le prime opere valsesiane legate al periodo seicentesco. Si tratta una suggestiva “stanza nella stanza” che ospita le opere del più importante pittore valsesiano del XVII secolo, presentando almeno un esemplare per ogni disciplina pittorica e grafica in cui si cimentò. 

Seguono poi le sale dedicate alla pittura del Seicento e del  Settecento. Sono presenti dipinti provenienti da chiese della Valsesia o dalla collezione dei marchesi d’Adda, la più importante famiglia di Varallo. Tra i pittori di spicco di questo periodo si ricordano Pier Francesco Gianoli (1624 – 1690) e  Giovanni Antonio Orgiazzi il Vecchio (1734 – 1803). Le ultime sale sono invece dedicate alla ritrattistica e alla pittura paesaggistica ottocentesca e primo novecentesca, in cui sono presenti quadri di importanti maestri quali il già citato Giovanni Avondo (1763 – 1829) e Pier Celestino Gilardi (1837 – 1905). Uno spazio a sé è infine dedicato alla collezione di maioliche italiane donata da Luciano Franchi in memoria del figlio Francesco, ospitata in Pinacoteca a partire dal 2004.

Visitando la Pinacoteca potrete dunque ammirare le opere della ricercata e raffinata arte locale. Non solo. Avrete anche l’occasione per immergervi in un contesto urbano  permeato di storia, religione e cultura.

Per rendere la vostra visita al Museo ancora più ricca e completa, non mancate di visitare il Sacro Monte. Accessibile sia in funivia che in automobile, vi permetterà di comprendere al meglio quale sia il contesto per cui la maggior parte delle opere locali sono state realizzate.