TUTTI A SCUOLA, OFFICINA DI UOMINI LIBERI
Lunedì 12 settembre (ed in altre regioni il 14 e 15) tutti a scuola.
Nella Diocesi di Ivrea entreranno nelle aule più di 28 mila ragazzi e giovani. Di essi il 75% si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica. In verità “entrano” nelle aule e debbono entrare tutti i 210.304 abitanti (escludiamo i piccolissimi) con la loro storia e con i loro progetti per il futuro.
Entrano gli alunni che percorrono un cammino dalla scuola materna alla scuola secondaria di II° grado e tanti di essi lo proseguiranno nelle università italiane ed estere. In queste aule impareranno a leggere la realtà, a raccontarla in modo corretto e comunicante, a discernere eventi, realtà animate ed inanimate a “far di conto” sulle loro ricchezze, possibilità di sviluppo, dinamiche, energie e progetto, perché tutto questo nostro mondo è stato a noi affidato.
Entrano nelle aule persone dotate di un libero conoscere e di un libero agire che debbono sviluppare e far crescere per esercitare, in questo nostro mondo, una capacità di scelta e di progetto veritiera, onesta e responsabile. La scuola è officina di uomini liberi, creativi, responsabili.
Con gli allievi entrano nelle aule gli insegnanti, i testi didattici, gli strumenti del conoscere e del sapere, con tutto il bagaglio della nostra storia. Essa, la nostra storia, per usare un paragone, è come un lungo treno con tantissimi vagoni. Ogni vagone, nello scorrere delle epoche, è stato caricato di fatti avvenuti, di scoperte e manufatti, di opere d’arte letterarie, pittoriche, scultoree, architettoniche, musicali. Ogni insegnante, secondo la sua competenza, abita uno scomparto di quei vagoni, lo apre per offrire il ricchissimo contenuto a tutti con una didattica capace di comunicarne le ricchezze e far scattare quella scintilla creativa tra realtà comunicata e comprensione che genera cultura.
Solo quando si accende questo fuoco che forgia nella coscienza il sapere, la realtà comunicata può lasciare negli allievi un segno che li abilita a vivere da uomini veri.
Entrano nelle aule le famiglie. Ancora oggi papà e mamme – decenni fa era una processione gioiosa il portare i figli a scuola! – nonni e amici accompagnano i più piccoli e anche i grandicelli. Tutti, piccoli e grandi, oltre che essere accompagnati nello spazio scolastico, meritano un accompagnamento nello studio e nello svolgimento dei compiti. Gli adulti sono generosi nello spendere tempo per gli allievi, meglio ancora se essi non solo si preoccupano della frequenza, della relazione tra compagni, della sicurezza, ma anche della loro crescita culturale, perché in questo caso la scuola diventa una palestra di competenze aggiornata per tutti.
Entrano nella scuola le amministrazioni comunali, regionali e statali perché la loro azione amministrativa socio-politica ha a cuore la comunità per la cui crescita culturale e civile, sono stati eletti come servitori del bene comune.
Entrano nella scuola i mezzi di comunicazione sociale, giornali, televisioni, social network, che ogni giorno raccontano l’accaduto ed esprimono valutazione. Con loro entrano come “testimoni” personaggi storici, partiti, operatori del vivere sociale, della cultura e dello sport. Chissà se tutte queste persone e gruppi misurano la loro responsabilità!
Entrano nelle scuole la chiesa e le chiese, queste fucine del vivere aperto a doni dall’Alto e a prospettive di vita che superano il tempo, a “comandamenti” per un vivere insieme orientato al rispetto, alla tolleranza e all’ amore.
Spero che le nostre chiese diocesane, queste chiese particolari o locali che vivono in un territorio definito, abbiano oggi coscienza che la scuola è officina di uomini sapienti e liberi e che in essa si misurano la veridicità della loro testimonianza e la verità della loro proposta per una vita bella, buona e felice.
Ecco il perché del titolo “tutti a scuola”: la scuola è di tutti e la fanno tutti. Lo stato fornisce programmi, regole, organizzazione, personale, ma l’agire scolastico, nell’officina di uomini liberi, è opera comune: un bene inestimabile se fatto bene, ma purtroppo viziato dal male se fatto male. In questa officina tutti misurano le loro scelte di vita sul criterio della verità, dell’onestà, della competenza e la loro proposta per un futuro vissuto nella pace.
Don Renzo