TORINO 2006: UNA CITTÀ IN TRASFORMAZIONE
L’impatto sociale ed economico delle olimpiadi invernali sul territorio piemontese
L’impact social et économique des Jeux Olympiques sur le terroir piémontais

I cambiamenti sul territorio e le opere pubbliche
Il 19 giugno 1999 Torino è stata scelta come città ospite per i XX giochi olimpici invernali, sbaragliando inaspettatamente la favorita Sion.
Infatti, mentre la città svizzera possedeva già un gran numero di impianti sportivi adatti ad ospitare un così grande evento, Torino risultava sprovvista di queste strutture. 
Il primo passo per adeguare la città al nuovo importante ruolo in funzione di Torino 2006 comportava naturalmente una realizzazione immediata degli impianti e delle strutture di cui era carente. 
Si tratta di un lavoro colossale che non ha ancora visto la fine e che consiste da un lato nel potenziamento del sistema di trasporti e ricezione, dall’ altro nella costruzione di impianti per gli sport invernali. 
Questi sport vanno dai più noti sci (alpino e nordico), pattinaggio (artistico, di velocità e short track) e hockey agli sport di tipologia minore come il curling, inserito nelle olimpiadi solo da qualche anno. 
Poco è stato fatto per informare i torinesi in primis ed il resto dei piemontesi circa le caratteristiche di questi sport, con la conseguenza diretta che non si prevede una grande affluenza di spettatori alle gare e tra i cittadini sembra aleggiare una certa indifferenza. In futuro si cercherà di motivarli maggiormente in modo da sviluppare una vera e propria cultura olimpica. 
La costruzione degli impianti procede, anche se a rilento e si avvale dell’ utilizzo di strutture già esistenti, come la pista di Corso Tazzoli, lo stadio comunale, Torino Esposizioni.
Molti dei centri torinesi serviranno solo per gli allenamenti, dato che un gran numero di gare si disputerà nell’area montana limitrofa a Torino. La città sarà teatro delle competizioni sul ghiaccio, la Val di Susa e la Val Chisone ospiteranno le gare di sci, mentre lo slittino, il bob e lo skeleton saranno disputate a Cesana ed il curling a Pinerolo. 
Un clima di incertezza si è respirato fino all’ultimo, poiché i progetti sono stati modificati più volte, così come la designazione d’uso dei complessi sportivi, evidenziando una mancanza di organizzazione unitaria, legata però ad un grande spirito di iniziativa. 
Nel giro di pochi anni Torino si sta trasformando, ed è in corso la riprogettazione di molte aree urbane come la zona Italgas e il lungo Dora, la spina 3 di Corso Svizzera, sede delle residenze giornalistiche e le Carceri Nuove di Corso Ferrucci convertite in residenze olimpiche. Queste sono solo alcune delle iniziative destinate a dare un volto nuovo alla città, operazione che incontra l’ostilità di parecchi abitanti. Molti i cantieri perenni che promettono la realizzazione di parcheggi e metropolitane. Al contrario, quasi per incanto appare la costruzione dei villaggi olimpici, come quello in zona Lingotto, che accoglieranno il numeroso flusso di atleti, giornalisti e turisti, ipotizzato nell’ordine delle 30.000 persone. Altre strutture edilizie sono state realizzate a Bardonecchia e Sestriere per rafforzare la già esistente ricezione alberghiera. Si ritiene che presto Torino e provincia saranno in grado di fornire fino a 40.000 posti letto. 
Parallelamente si sta operando anche nel settore dei trasporti attraverso il consolidamento della linea ferroviaria e la costruzione di parcheggi collegati agli impianti da una linea di navette. 
Inoltre sono previste opere connesse al miglioramento della viabilità, come il prolungamento dell’autostrada fino a Pinerolo e Airasca e la ristrutturazione delle statali. Il traffico aereo sarà convogliato in parte a Caselle, in parte a Malpensa.

Gli investimenti
Appare chiaro come le Olimpiadi, da evento sportivo e mediatico siano diventate un’operazione finanziaria, che permette alla città ospitante di richiamare un enorme flusso di denaro. Infatti sono necessari ingenti capitali per la realizzazione degli impianti e delle opere connesse. 
Gran parte dei fondi pubblici versati (circa 800 milioni di euro) hanno finanziato la costruzione dei complessi sportivi.
Il resto degli investimenti proviene da fondi privati, per la promozione dell’evento (finora alquanto blanda) e dagli sponsor scelti dal CIO (ComItato Olimpico Internazionale) tra cui compaiono Coca Cola, Swatch, San Paolo IMI, Panasonic e molti altri, nonostante si riscontri la mancanza della compagnia di bandiera. 
Un ruolo importante hanno i diritti televisivi che, come avviene per le olimpiadi estive, appartengono ai grandi broadcasting americani. A partire da Salt Lake City nel 2002, la NBC è riuscita ad assicurarsi i diritti di tre Olimpiadi, versando la cifra di 1 miliardo di dollari, che serviranno per le infrastrutture e l’organizzazione logistica: infatti è previsto l’arrivo di circa 1.000 tecnici specializzati che utilizzeranno Lingotto Fiere come centro operativo. 
Il budget del TOROC è finalizzato all’acquisto del materiale tecnologico con cui si creerà un sistema integrato televisivo e internet altamente avanzato. I circa 100 Paesi che trasmetteranno a livello nazionale le gare olimpiche sfrutteranno il segnale della NBC, rimborsandola in tal modo degli investimenti iniziali. 
Altro denaro arriverà dalla vendita di un milione di biglietti circa, che al momento sono eccessivamente cari, ma che caleranno di prezzo con l’approssimarsi delle Olimpiadi. 
La città di Torino sembra in grado di ottimizzare al meglio i capitali di cui dispone e di sfruttare al massimo la ghiotta occasione che non si è lasciata sfuggire. Appare infondato il timore di una ricaduta economica sui cittadini, che già hanno contribuito alle spese pubbliche con un’ esigua tassa. Non c’è pericolo, assicura il Comitato Olimpico, che si ripeta l’esperienza di Atene, dove le Olimpiadi estive avevano gravato sul 50% del PIL greco.

Quali le prospettive?
Sono in molti a guardare alle Olimpiadi con ottimismo. Infatti esse rappresentano una grande opportunità per presentare al mondo la città di Torino. Solo la cerimonia di apertura, che avrà luogo allo Stadio comunale, conterà un miliardo e mezzo di telespettatori e l’evento sportivo richiamerà nella regione circa 10.000 giornalisti, un’occasione praticamente irripetibile. Nell’immediato questo significa un enorme affluenza di persone in tutto il Piemonte con un impatto sociale e culturale notevole. Con la valorizzazione del capoluogo e di tutto il territorio limitrofo sarà possibile sviluppare un turismo internazionale e una cultura dell’accoglienza duraturi nel tempo. I benefici turistici si inizieranno a riscontrare tra 10 anni, ma le varie province si stanno già attrezzando per essere in grado di far fronte all’ondata turistica ampiamente attesa, promuovendo il patrimonio eno-gastronomico e naturale di cui la regione è ricca. I fondi stanziati dagli Stati partecipanti sono a disposizione per rimettere in movimento il territorio e dare lustro alla città. Le “case” dei vari comitati olimpici, cioè i salotti di rappresentanza in cui avranno luogo i collegamenti televisivi, saranno un’importante vetrina per mostrare la bellezza della città ad un pubblico mondiale e per promuovere la zona. Infatti le trasmissioni partiranno da luoghi selezionati come i parchi e la collina, per citarne alcuni. Nelle due settimane olimpiche si terranno manifestazioni culturali, ricreative e concerti, con il coinvolgimento della popolazione e dei turisti, in un clima di festa. Se attualmente tra la popolazione c’è scarso interesse nei confronti del fenomeno Olimpiadi, in paragone all’ossessione quasi maniacale delle alte sfere, è anche vero che il programma di informazione nelle scuole sta dando i suoi frutti. Un sintomo positivo è la massiccia adesione al programma volontari, rivolto ai giovani. Il loro sarà un contributo indispensabile nel febbrile lavoro dell’inverno venturo, in quanto sarebbe impensabile utilizzare manodopera retribuita. Per agevolare i volontari, in quelle due settimane le università resteranno chiuse.

Ciò che preme maggiormente nell’ambito delle Olimpiadi sono, però, le potenzialità economiche. Le speranze di una ricaduta positiva sull’economia, anche se per il momento su un piano teorico, appaiono non prive di fondamento. Nel caso di interessamento da parte delle imprese sponsor delle Olimpiadi si incrementerebbero le prospettive occupazionali, in un contesto più dinamico. L’apparato organizzativo al momento si accontenta di coordinare al meglio la situazione, in modo da evitare ricadute negative e buchi finanziari che precipiterebbero sulle spalle della collettività.

È in progetto anche un piano di riutilizzo o conversione degli impianti dopo le Olimpiadi, per evitare che vengano smantellati come è successo ad Atene. Si cercherà di mantenere attiva l’eredità olimpica attraverso l’utilizzo delle varie strutture, sia in campo sportivo sia culturale. Gli impianti sono stati integrati nel territorio cercando di limitare al minimo l’impatto ambientale. Iniziative per la salvaguardia dell’ambiente montano sono partite da Rai2 che si occuperà della trasmissione delle Olimpiadi e del progetto post olimpico collegato al canale satellitare Rai Alp. Il programma “Torino città delle Alpi” consiste proprio nel consolidare la collaborazione tra montagna e città.

Valeria Castellino

Corso giornalismo on-line Facoltà di Lingue

Fondazione Carlo Donat-Cattin