“TIPICITÀ”: L’INFORMAZIONE CHE RACCONTA LE DIFFERENZE
L’informazione e la cultura dell’accoglienza “for all”
Benedetta Grendene, 06.03.2017
FERMO – «Per tutta la community di Tipicità il 2017 è un anno importante, perché celebriamo le nozze d’argento con il territorio»: con queste parole Alberto Monachesi, giornalista e responsabile relazioni esterne di “Tipicità”, ha aperto il convegno dedicato al ruolo dell’informazione chiamata a raccontare le differenze e a valorizzarle.
La 25° edizione della kermesse, che si è svolta dal 4 al 6 marzo a Fermo nelle Marche, ha come ogni anno offerto molti spunti di riflessione ai tanti visitatori intervenuti. «Siamo leader del saper fare, ma siamo pessimi comunicatori di noi stessi» – ha continuato Monachesi, sottolineando come nelle Marche si registri il tasso di longevità più alto rispetto al resto dell’Europa e il più basso consumo di medicinali. Una terra dunque dove gli standard migliorilegati alla qualità della vita si accompagnano alla capacità di mettere sempre l’uomo al centro, in seno a quella civiltà culturale ed artistica che è stata la culla del Rinascimento. “Tipicità” è un case history significativo perchè è una manifestazione che ha saputo cogliere le differenze nel territorio come motore di sviluppo e come asset strategico per cavalcare la globalizzazione. Lo stesso Alan Friedman, esperto di economia ospite a “Tipicità” lo scorso anno, ha definito la manifestazione come una sorta di “terapia di gruppo economico-sociale” fortemente world oriented e proiettata al globale. Un’occasione unica per fare rete e costruire relazioni, grazie al caleidoscopio di esperienze ed opportunità che in questa 25° edizione ha visto protagoniste 226 realtà e 110 eventi tra seminari, workshop e show cooking. Dopo l’intervento di Monachesi, il giornalista Andrea Braconi, moderatore del dibattito, ha introdotto Maurizio Blasi, caporedattore del TG3 Marche, che ha brevemente illustrato l’esperienza del “TG Itinerante”, esempio di come l’informazione televisiva possa raccontare le “diversità territoriali” contribuendo così a costruire ponti di dialogo e a risvegliare l’identità di alcune piccole comunità locali quasi perdute e dimenticate nelle loro tradizioni uniche.Blasi ha stimolato i presenti ad una riflessione doverosa sul recente evento di dimensione “biblica” i cui effetti dureranno decenni: il terremoto ha messo in ginocchio anche la regione Marche, con cinque grossi episodi distruttivi che hanno lasciato ferite gravi, prima di tutto nell’anima delle persone. 25.000 sfollati nelle Marche: l’immagine della nostra terra è anche questa, lontano dalla facile disperazione o dall’eccesso di ottimismo. Raccontare eventi catastrofici di questa portata richiede una forte responsabilità da parte dei giornalisti, evitando lo sciacallaggio di certe notizie o di certi messaggi, ma adottando uno sguardo nuovo nel fare comunicazione, dettato non da ciniche logiche di mercato o di audience che spesso ben poco hanno a che fare con “l’umano”. Narrare allora le storie di certi produttori agricoli che non si arrendono, speranzosi in un futuro che non crolla come le case o descrivere quell’oceano di solidarietà che si è messo in moto è il compito di un’informazione che sa valorizzare il bello che c’è e che non si stanca mai di cercare quella Verità che ci farà liberi. Anche il conduttore radio RAI di Caterpillar Marco Ardemagni ha testimoniato quanto sia cruciale nel palinsesto radiofonico dare spazio ad un’informazione destinata a tutti. Caterpillar crede nell’accessibilità e in quest’ottica sposa la filosofia di “parlare all’individuo, non ai grandi numeri”. Attraverso gli strumenti che i giornalisti e gli operatori della comunicazione hanno a disposizione si può essere partecipi di un dramma come quello del terremoto nel Centro Italia, rilanciando il turismo e rompendo quel muro di silenzio che finisce per non aiutare nessuno, come Ardemagni stesso ha fatto nel suoblog personale: http://ardemagni.blogspot.it/
«Raccontare l’Italia Paese che funziona, che produce e che sa dare il meglio di sé, anche nelle circostanze avverse»: è questa la mission del gruppo Al.ma Media nelle parole della responsabile comunicazione e marketing Giacomina Valenti. I canali tematici Marco Polo, Alice, Leonardo Case & Stili dedicati rispettivamente ai viaggi, al cooking e al design hanno scommesso negli ultimi annisulla ricerca del particolare, sulla scoperta del “piccolo mondo”, variando la programmazione che spazia dal grande reportage ai format che esprimono l’anima vera dell’Italia autentica. Così dopo gli eventi tragici legati al terremoto, si è pensato ad un prodotto televisivo che vada a raccontare le storie di rinascita e riscatto, la riscossa e l’espressione di vita che ancora continua a germogliare nel Centro Italia duramente colpito. Al.ma Media, in un progetto di comunicazione integrata, si è dunque resa disponibile, al servizio di tutti coloro che avvertono il bisogno di rilanciare il turismo, l’economia, le tipicità e le tradizioni enogastronomiche locali. Raccontare il turismo for all d’altronde è stata da sempre la filosofia del gruppo, molto attento al turismo green, all’intrattenimento e ai servizi per bambini e disabili, con uno sguardo aperto che dipinga tutti i colori del mondo.
Abbattere le barriere, prima di tutto concettuali nei confronti di tutti coloro che nella “diversità” vivono la loro quotidianità è la grande lezione di vita di cui ha voluto parlare in modo toccante il giornalista Andrea Braconi raccontando la storia di Iacopo Melio, giovane blogger e giornalista toscano: http://www.iacopomelio.it/. Iacopo cura #vorreiprendereiltreno, una campagna di sensibilizzazione, nata sui social network, in favore dell’abbattimento delle barriere architettoniche, sociali e culturali, diventata una ONLUS nel 2015. Abbiamo molto da imparare da lui: è stato straordinariamente capace di trasformare la sua disabilità fisica in una grande opportunità scegliendo ogni giorno di essere felice e combattendo per l’amore universale come unica soluzione a tutti i nostri problemi, perché in fondo “quando c’è l’amore c’è tutto”.