CENNI BIOGRAFICI DEL BEATO PIER GIORGIO FRASSATI
Un giovane la cui vita si spezzò presto ma il cui operato rimarrà per sempre, come il suo amore per Dio
SETTEMBRE 2001
NICOLE ZANCANELLA
Di questo ragazzo, nato a Torino il 6 aprile 1901, qualcuno ha scritto che fu «laico nella chiesa e cristiano nel mondo», espressione che trova piena rispondenza nella sua breve e intensa vita.
A chi gli chiedeva se era diventato “bigotto”, rispondeva candidamente: «No, sono rimasto cristiano». Nonostante l’impegno militante nel Circolo Universitario Cesare Balbo, nella Fuci, nel Partito Popolare e in numerose altre organizzazioni cattoliche, non raccoglieva le simpatie dei compagni che avevano un’anima gesuitica e non apprezzavano di lui né la sincerità né tanto meno l’attivivismo. Quando si manifestarono le prime divisioni tra cattolici agli albori dell’epoca fascista, si schierò risolutamente con gli oppositori, senza per questo venir meno alla sua religiosità piena e profonda, vissuta in senso profondamente intimistico e priva di toni propagandistici.
Altruista e disinteressato, rinuncerà all’amore di Laura Hidalgo, compagna di Circolo, per non incrinare il già precario equilibrio dell’ambiente familiare. Il suo carattere estroverso, talvolta chiassoso, lo portava a circondarsi di amici. Sua grande passione era la montagna, sentita come un mezzo di elevazione dello spirito, una palestra dove si tempra l’anima e il corpo. Nelle sezioni campane del CAI è infatti nata recentemente l’idea di intitolare a Pier Giorgio un itinerario di particolare interesse naturalistico in ogni regione d’Italia.
Questo energico giovane uomo ebbe sempre una profonda vocazione alla preghiera. Chi lo vide accostarsi all’Eucarestia rimase profondamente colpito dalla serenità e bellezza che emanava in quei momenti di raccoglimento.
Nel 1925 la sua morte, per un attacco di poliomielite fulminante forse contratta nelle frequenti visite ai poveri. Il processo di beatificazione, iniziato nel 1932, si concluderà solo nel 1990 sotto il pontificato di Giovanni Paolo II.
Di lui disse il socialista Filippo Turati: «Era veramente un uomo quel Pier Giorgio Frassati che la morte, a ventiquattro anni, ghermì e rapì crudelmente, veloce come un ladro frettoloso. Ciò che si legge di lui è così nuovo e insolito, che riempie di riverente stupore anche chi non divideva la sua fede. Credente in Dio, professava la sua fede con aperta manifestazione di culto, concependola come milizia, come una divisa che s’indossa in faccia al mondo, senza mutarla mai ».