STATI GENERALI DELL’EDITORIA
Antonino CALANDRA, 26.03.2019
ROMA – Il 25 marzo 2019 Il Presidente, Giuseppe Conte, è intervenuto alla cerimonia di avvio degli Stati Generali dell’Editoria, introdotta e moderata dal Sottosegretario Vito Crimi.
Nei prossimi mesi vedrà coinvolti e chiamati a contribuire con proposte, idee, segnalazioni, tutti gli attori interessati: agenzie di stampa, giornalisti, fotoreporter, videogiornalisti, social media manager, distributori nazionali e locali, investitori pubblicitari, centri media, edicolanti e poligrafici, con l’obiettivo di tutelare la libertà, il pluralismo e la qualità dell’informazione ma anche i diritti dei lavoratori.
Quello degli Stati Generali sarà un grande tavolo, suddiviso in cinque macro aree:
- l’Informazione Primaria, ovvero le agenzie;
- I Giornalisti e gli altri operatori del settore;
- l’Editoriae le strategie da adottare per incentivare il pluralismo informativo;
- il Mercato e la trasparenza;
- i Cittadini e il diritto ad essere Correttamente informati:
Un percorso che si svilupperà in 4 diverse giornate.
Il segretario nazionale della FNSI, Lorusso ha auspicato una discussione che porti a una riforma profonda del settore, necessaria: «in questo Paese dobbiamo tornare a parlare di lavoro,–-afferma Lorusso- anche e soprattutto nel settore dell’editoria.Tema che manca dall’agenda politica. Alle uscite per pensionamento anticipato, che hanno richiesto un impegno notevole alla finanza pubblica (dal 2014 al 2018 114 milioni stanziati), nulla è corrisposto sul piano del sostegno all’occupazione e della lotta al precariato. Oggi il modo più facile di aggirare il contratto di lavoro è quello di applicare i contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Abbiamo più volte chiesto a governo e parlamento di abolirli, ma ogni volta che è stato presentato un emendamento in questo senso è stato bocciato. L’abuso dei co.co.co. testimonia che il lavoro c’è, ma è occupazione non garantita, senza tutele. Di quale qualità dell’informazione e della democrazia vogliamo parlare se non c’è qualità nei diritti, qualità del lavoro? Riflettiamo poi su un principio deleterio che è quello della disintermediazione. Togliere di mezzo i corpi intermedi significa ridurre la democrazia a chiacchiere in rete. La democrazia presuppone informazione di qualità e quindi lavoro di qualità». Fra gli altri temi toccati dal segretario della Fnsi, l’esigenza di norme antitrust, sul conflitto di interessi e sulla raccolta pubblicitaria. Infine il copyright: «Con i nostri organismi internazionali stiamo sostenendo la riforma perché in queste ore si sta facendo disinformazione sul tema. Noi riteniamo che chi utilizza il lavoro altrui debba pagarlo. Chi fa raccolta pubblicitaria e commercio di dati è necessario che paghi per i profitti che realizza. Altrimenti tra non molto ci ritroveremo qui a parlare di qualcosa che non ci sarà più. Ovvero l’informazione libera».