Rock Rose Wow: la danza del corpo che libera la mente
Uno spettacolo vorticoso di movimenti che esaltano il corpo con figure ai limiti dell’impossibile, firmato da Daniele Ninarello
Krizia Ribotta, 21.11.2013
COLLEGNO– Il primo spettacolo ad inaugurare la rassegna Teatri del Tempo Presente 2013 l’11 novembre scorso presso la Lavanderia a Vapore di Collegno è stato quello della Regione Piemonte. Rock Rose Wow, questo il titolo, è risultato vincitore del bando promosso dalla Fondazione Teatro dal Vivo, ed è presentato dalla compagnia “CodedUomo”.
Si tratta di una performance basata sulla danza contemporanea e sulla ricerca che vede sul palcoscenico tre soggetti che sprigionano la loro personalità su uno spazio completamente bianco. Il titolo nasce dalla combinazione di due elementi: Rock Rose e Wow. Rock Rose è il celebre rimedio naturale basato sull’essenza dei fiori contro gli attacchi di panico proposto dal medico britannico Edward Bach, che ha visto in questa cura alternativa e non riconosciuta dalla scienza un valido metodo per trasformare la paura in forza e coraggio. Wow, invece, è l’esclamazione affermata dal coreografo Daniele Ninarello quando è venuto a contatto con una di queste boccette. Attraverso il gioco di Rock Rose Wow, quindi, è possibile convertire il panico nella grandiosa capacità di razionalizzare le situazioni, anche in quelle in cui le sensazioni di instabilità e di perdita di controllo sembrano prendere il sopravvento.
Lo spettacolo è basato sul tema della realizzazione personale che vede protagoniste tre persone che portano il loro ego al limite, facendo tutto quello che possono. I corpi si liberano di qualsiasi preoccupazione, diventano leggeri e malleabili, quasi indipendenti dalla mente che cerca di controllarne i movimenti. Scatti improvvisi, gambe e braccia che si piegano in modo grottesco, rispecchiando, forse, anche le rivoluzioni involontarie dell’animo umano.
Come risucchiati da un vortice, i ballerini continuano a muoversi incessantemente, a volte tutti e tre insieme, altre da soli. Vibrano, tremano, si scuotono, supplicano il pubblico di aiutarli ad uscire da quella sensazione di panico che diventa un crescendo. Trasmettono disequilibrio, disorientamento, smarrimento nel proprio inconscio, e il senso di angoscia viene accentuato dalla musica che talvolta diventa rumore, come per sottolineare quell’ansia in cui manca il respiro e sembra non esserci via d’uscita.
Il corpo si trasforma in continuazione, quasi ad indicare la forma camaleontica che l’essere umano è in grado di assumere per raggiungere il suo obiettivo. Il fine ultimo è quello di costruire la propria immagine in cui potersi riconoscere a pieno. Una corsa disperata verso la realizzazione di sé, che non conosce limiti e non si fa intimidire da nessun ostacolo.
I tre giovani si interrogano, soffrono, hanno paura, diventano coraggiosi: il tutto per attirare l’attenzione del pubblico, che interpreta il ruolo che nella quotidianità è affidato alla società. Una società in cui troppo spesso ci si sente invisibili agli occhi degli altri, e per questo il bisogno di sentirsi importanti diventa una vera e propria necessità per sentirsi vivi.
Rock Rose Wow è tutto questo. È la salita sul palco. Il momento di gloria. L’attesa di un applauso. Il demone dell’ego. La fragile bellezza dell’innocenza. Il tentativo di non essere dimenticati.
La coreografia porta la firma di Daniele Ninarello, l’artista torinese che vanta un curriculum internazionale molto nutrito. Dopo essersi formato alla Rotterdam Dance Accademy, ha collaborato con diversi nomi della danza, tra cui Felix Ruckert, Barbara Altissimo, Tabea Martin, Megumi Nakamura, Virgilio Sieni Danza e Compagnia Lische. Nel 2007 ha iniziato un percorso interessante che pone l’attenzione su quei meccanismi che, partendo dalla mente, attraversano tutto il corpo per sprigionarsi in gesti e in danza. Nel 2010 ha fondato l’associazione culturale Mansize, e promuovendo corsi e laboratori, Ninarello incentiva lo sviluppo della ricerca coreografica e del movimento.