QUARTO MEETING NAZIONALE “GIORNALISTI CATTOLICI E NON”
Con la lectio magistralis di Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede
Benedetta Grendene, 27.06.2017
GROTTAMMARE (AP) – “Cari giornalisti, cercate la Verità”: sono le parole di benvenuto di Mons. Carlo Bresciani, vescovo di San Benedetto del Tronto, Ripatransone, Montalto ai più di duecento giornalisti che dal 22 al 25 giugno si sono ritrovati a Grottammare per il “Quarto Meeting nazionale giornalisti cattolici e non”. Non limitarsi alle contrapposizioni nette tra il bianco e il nero, non cercare “scorciatoie” ma valorizzare le sfumature, entrare nelle zone d’ombra dove alberga la Verità del volto delle persone che si incontrano: è questa la provocazione più grande per il giornalista chiamato ad essere una bussola che orienta la comunicazione senza strumentalizzarla.
“Una possibilità di ricostruzione per dare voce alla dimensione del grido e del dolore anche attraverso l’immagine, consustanziale all’essenza dell’uomo”: è la riflessione del Padre gesuita Andrea Dall’Asta, direttore della Galleria San Fedele di Milano, sulla mostra itinerante “Terremoto, Connessi alla Speranza” proposta in preparazione al Meeting e allestita nella “Riviera delle Palme” per poi toccare successivamente i vari comuni del Centro Italia colpiti dal sisma. Avere un’etica e vivere in modo responsabile la nostra professione significa lasciare ovunque un’impronta di bene, anche nel mare magnum delweb e dei social senza cavalcare quella forma di dualismo che troppo facilmente vede nell’altro un nemico da distruggere. E l’occasione del Meeting di Grottammare rappresenta un momento di incontro importante per “entrare nel cuore della gente con lo stile semplice e genuino che Papa Francesco continuamente ci indica” come ha sottolineato Simone Incicco, giovane organizzatore della kermesse. Non a caso il tema di questa quarta edizione muove da una frase particolarmente significativa tratta dall’Enciclica di Papa Francesco dedicata alla cura della casa comune: “La convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso” (Laudato Sì – 16).
Per riflettere sul tema della interconnessione dei media è intervenuto Mons. Dario Edoardo Viganò, Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, introdotto dalla giornalista vice capo redattore RAI Alessandra Ferraro che ha sapientemente moderato i contributi di tutti i relatori. Rispondere al desiderio di una Chiesa che comunica un nuovo umanesimo, abbracciando un approccio non tecnocentrico ma antropologico che ponga l’uomo al centro del mondo “intimamente connesso” è una sfida che ha coinvolto anche la Riforma dei media vaticani iniziata già prima del Giubileo del 2000. “Oggi la rete e le tecnologie digitali sono il luogo delle relazioni collaborative e proattive”: da questa consapevolezza si avvia il passaggio urgente ad un sistema comunicativo nuovo, in un’epoca di “convergenza digitale”.
Spiega Viganò: “La creatura umana, in quanto di natura spirituale, si realizza nelle relazioni interpersonali” (Caritas in Veritate, 53) ma “Ogni nostra conoscenza, anche la più semplice, è sempre un piccolo prodigio, perchè non si spiega mai completamente con gli strumenti materiali che adoperiamo”. (Caritas in Veritate, 77) La tecnica non è mai solo tecnica e non può mai essere disgiunta da quella “antropologia teologica” in cui crede Papa Benedetto XVI. La rinuncia di Ratzinger, Papa che non è più formalmente a capo della Chiesa, ma è ancora vivo, segna l’avvio di questo cambiamento che non significa “imbiancare un po’ le cose”, ma “dare un’altra forma alle cose, organizzarle”. Il ripensamento del sistema informativo della Santa Sede “verso una integrazione e gestione unitaria” come sottolineava il Santo Padre nella Lettera Apostolica del 27 giugno 2015, in forma di Motu Proprio, prevede dunque che tutte le realtà che in diversi modi fino ad oggi si sono occupate della comunicazione (Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali; Sala Stampa della Santa Sede; Servizio Internet Vaticano; Radio Vaticana; Centro Televisivo Vaticano; L’Osservatore Romano; Tipografia Vaticana; Servizio Fotografico; Libreria Editrice Vaticana) vengano via via accorpate in un nuovo Dicastero della Curia Romana, denominato Segreteria per la Comunicazione. Ma in questo passaggio resterà fondamentale il valore della persona, delle sue competenze e delle risorse umane coinvolte in questa sfida perché la tecnologia si può comprare, mentre l’intelligenza creativa e il “capitale umano” rappresentano un valoreunico e insostituibile.
“La nostra Meta deve essere l’Infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in Cielo”: è la grande eredità spirituale di Carlo Acutis, il giovane che morì a soli quindici anni per una leucemia fulminante, offrendo un modello di vita oggi estremamente attuale per l’approccio libero e totalmente spalancato sul mondo. É in corso la causa di beatificazione per questo grande testimone di fede che rappresenta un modello di riferimento anche per i giornalisti, come ha sottolineato Don Davide Milani, responsabile della Comunicazione della Diocesi di Milano. Carlo Acutis supera la divisione e il netto dualismo tra reale e digitale, concependo la rete come il luogo in cui si può sperimentare una Presenza, anche vivendo nel confronto con chi non crede. Portare Cristo e l’Eucaristia “autostrada per il cielo” nel mondo è una missione che non conosce confini: perfino nel mare sconfinato del web si può lasciare un’impronta di bene e di conversione come testimonia la mostra allestita da Carlo sui miracoli eucaristici approvati dalla Chiesa e ancora oggi visitabile online (www.miracolieucaristici.org). Saper vivere la santità imparando dalla realtà è un dono grande, ma siamo tutti chiamati a cogliere la Presenza di Dio e a farla diventare una “sveglia” per la nostra vita, come ha fatto Carlo Acutis e come ci insegna il Vangelo di Luca: “Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?”.