“PASSAGES: PHOTOGRAPHY IN AFRICA” AL MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI DI TORINO
Successo per la prima mostra d’arte fotografica assoluta in Europa

GENNAIO 2010

GABRIELE SCOLLO

TORINO – Al Museo Regionale di Scienze naturali di Torino domenica 24 gennaio si è conclusa con successo, con oltre 20mila visitatori, la mostra d’arte sui costumi e sulle tradizioni etniche africane, inaugurata appena due mesi fa, lo scorso 28 novembre:   «Passages: photography» in Africa di Angela Fisher e Carol Beckwith.

Turkana bride carrying fish di A. Fisher e C. Beckwith in Passages. Photography in Africa, Museo di Scienze naturali di Torino

Fisher e Beckwith sono due fotografe di fama internazionale, l’una australiana e l’altra americana, che con i loro 92 scatti, realizzati insieme in un viaggio di ricerca durato dieci anni attraverso 26 Paesi del continente africano, documentano antiche cerimonie ed usanze, che stanno ormai scomparendo, presso alcune etnie tribali e che costituiscono una significativa memoria di un percorso culturale e antropologico alle radici africane.

Masai Girls di A. Fisher e Carol Beckwith,  in Passages. Photography in Africa, Museo di Scienze naturali di Torino

La collezione fotografica, tratta da African Ceremonies (1999), i due volumi che raccolgono le foto del viaggio delle due fotografe, è approdata in prima assoluta in Europa nella capitale subalpina dopo un decennio di successi nei più prestigiosi musei americani da New York a Washington a Buenos Aires a Santa Ana, in California.

Un evento, dunque, unico ed importante per Torino, che nasce su iniziativa del Museo Regionale di Scienze naturali in collaborazione con la direttrice artistica Katina Genero, danzatrice, coreografa ed esperta in ritmi e danze afro,  e quella organizzativa Rosanna Zingaretti,  appassionata di cultura africana e direttrice di Telesubalpina,  del X° Festival internazionale di musica, danza e teatro, Afro e Oltre e … Altro, svoltosi di recente a Torino.

Gli studenti  del corso  con Katina Genero, direttrice artistica mostra Passages. Photography in Africa

«Le immagini ritratte nei momenti di rituali propiziatori o esorcizzanti alla guarigione e di cerimonie delle tribù africane riescono a far percepire nello sguardo dello spettatore l’essenza dell’atmosfera culturale e spirituale dei popoli di terra d’Africa, un’atmosfera che si fonde in un’armoniosa bellezza estetica generata dalla danza, dalla musica, dai costumi e dall’arte decorativa del corpo», esordisce  Katina Genero in qualità di guida d’eccezione per gli studenti della Facoltà di Lingue di Torino del corso di ‘Giornalismo on line della Fondazione Carlo Donat-Cattin.

Sullo sfondo di musiche afro del famoso percussionista Bruno Genero una vasta carrellata di immagini fotografiche dalle ampie dimensioni conducono il visitatore ad un inconsueto e straordinario viaggio documentaristico nella vita quotidiana di donne e uomini appartenenti a differenti etnie, dai Karo in Etiopia ai Krobo in Ghana, ai Bassari in Senegal ai Wodaabe in Niger agli Himba in Namibia agli Senufo Wambele in Costa d’Avorio, facendogli comprendere l’importanza per tali tribù le fasi dell’esistenza umana.

Woodabe dancers di A. Fisher e C. Beckwith in Passages. Photography in Africa, Museo di Scienze naturali di Torino

Il percorso della mostra inizia infatti con la nascita e prosegue con i riti di iniziazione caratteristici del raggiungimento dell’età adulta, passando poi con il corteggiamento e il matrimonio per arrivare infine alle incoronazioni di capi tribali, ai riti funerari e ai rituali stagionali.

Spicca inoltre nella mostra il colore (prevalentemente rosso ma anche bianco e nero) che domina non solo i paesaggi, ma anche le maschere che ricoprono il viso o anche l’intero corpo, gli ornamenti (perline di vetro, attualmente anche in plastica, monili d’oro o altro materiale) e le elaborate decorazioni del corpo con argille, olio di palma, erbe, ricche di linguaggi simbolici che vanno dalla seduzione del corpo alla dimostrazione di coraggio e alla rivelazione del ruolo e dello status sociale. Si può così comprendere quanto per queste tribù sia importante il legame con la natura.

È una testimonianza significativa quella che ci offrono Angela Fisher e Carol Beckwith, se si pensa che oggi molte delle 43 cerimonie da loro fotografate sono solo più un lontano ricordo. La mostra può essere pertanto un patrimonio culturale ed etnografico di valore inestimabile perché, come conclude Katina Genero, «oltre ad essere un ponte fra le diverse culture si rivela per le giovani generazioni africane uno strumento di conoscenza delle proprie radici culturali».

CORSO DI GIORNALISMO    FACOLTÀ DI LINGUE-FONDAZIONE CARLO DONAT-CATTIN