PRINCIPIA BRUNA ROSCO AL COMANDO MILITARE ESERCITO LOMBARDIA
Con il suo nuovo romanzo “Kamikaze”, presentato dal generale Michele Cittadella, la scrittrice richiama l’attenzione sull’applicazione dei Diritti Umani
GIANNI FERRARO, 12.03.2016
MILANO – Nel magnifico salone Radetzky dell’importante Palazzo Cusani di Milano, il 14 marzo 2016 il Generale di Brigata Michele Cittadella, Comandante Militare Esercito Lombardia, presenterà il romanzo di Principia Bruna Rosco: Kamikaze – Non si può morire due volte“.
“Sono una donna paurosa ma, al di là dalla paura c’è il coraggio. E del coraggio ne ho fatto il mio segno distintivo“. Questo dice di sé la scrittrice Principia Bruna Rosco che, nel suo ultimo romanzo “Kamikaze–Non si può morire due volte“, tocca lo scottante tema di una guerra civile-armata e segreta combattuta nell’ex Jugoslavia e nell’Africa, sviscerando le laceranti contraddizioni generate da uno scontro di valori o dalla totale assenza degli stessi.
L’Italia, i Balcani e l’Africa, sono i Paesi legati dal filo di questa storia, compreso i ruoli delle “Intelligences” e del loro mondo in un tragico scenario di guerra civile, e non convenzionale che fa da sfondo al dipanarsi della vicenda.
Questo scritto, ci porta a conoscenza di come avvengono le missioni degli Incursori per catturare e tenere a bada i gruppi jihadisti islamici ISIS, considerato uno sviluppo di Al-Qaeda, il conflitto civile-armato esistente nelle zone ove vige la legge della dottrina islamica basata su una lettura letterale ed ortodossa della storia e della dottrina islamica: resuscitare il califfato come istituzione capace di diffondere la sharia o legge islamica imponendola a tutta la Umma (totalità dei musulmani nel mondo) ed al resto dell’umanità. Ma l’obiettivo della scrittrice è quello di richiamare l’attenzione affinché vengano rispettati i Diritti Umani.
“Il motivo principale per cui ho scritto e continuerò a farlo – afferma Principia Bruna Rosco – è portare a conoscenza degli italiani che la guerra è qui, vicino a noi e le torture perpetrate senza tener conto dell’applicazione dei Diritti Umani stanno avvenendo dai Balcani all’Africa, dal Sudan all’Iraq, in Libia, Afghanistan e Siria dove la violenza sui bambini ha oramai raggiunto il limite di ogni forma di umanità. Se ci soffermiamo a pensare che potremmo essere preda di terroristi folli che si muovono nell’ombra, che minacciano un terrore inaudito dal quale ci dobbiamo difendere, allora dobbiamo batterci affinché vengano rispettati i Diritti Umani. E’ utopistico pensare di evitare ogni conflitto, – continua la scrittrice – ma è disumano consentire che le guerre vengano condotte al di fuori di ogni regola. Sul piano giuridico dovrebbero essere rispettate le norme per le quali i responsabili di tali orrori possano essere perseguiti per crimini contro l’umanità e subire durissime condanne“.
Come afferma il Generale di B. Antonio Pennino nella prefazione del romanzo, è la prima volta che uno scrittore affronta tali tematiche ed è un “plus valore” al primato, il fatto che si tratti di una donna. Situazioni che, anche solo in termini di storie fantastiche e romanzate, sembravano per soli uomini, hanno ora, in una donna, l’ultima efficace divulgatrice.