PREMIO NAZIONALE ARTI LETTERARIE

Premio giornalistico “GIANNI FERRARO”

Giorgio Boccaccio

Il Premio Nazionale di Arti e Letteratura della metropoli di Torino, che è arrivato quest’anno alla diciassettesima edizione, prevede una sezione speciale del riconoscimento dedicata alla memoria di Gianni Ferraro.  Una possibilità per ogni giornalista di ricevere un riconoscimento unico. nella sezione articolo/ inchiesta/reportage che sia stato pubblicato su quotidiani/periodici/canali televisivi, incluse testate giornalistiche online regolarmente registrate.

Articoli

Gli articoli, a tema culturale -cartacei/video, pubblicati nel periodo gennaio 2019 – maggio 2020 dovranno pervenire corredati da un breve curriculum. Per gli articoli occorre inviare una copia dell’originale in formato digitale pdf ad alta risoluzione, dove siano ben leggibili: testata, titolo articolo, data pubblicazione e firma.

Servizi televisivi

Per i servizi televisivi (durata da 2 a 5 minuti massimo) si chiede invio in formato digitale mp4. I servizi video devono avere la durata minima di 2 minuti e massima di 5 minuti. Le opere partecipanti dovranno essere inviate alla segreteria del premio, presso il Centro Culturale Arte Città Amica entro e non oltre il 31 maggio 2020 con le seguenti modalità di consegna: spedizione postale, in unica busta regolarmente affrancata e indirizzata a: Centro Culturale Arte Città Amica di Via Rubiana, 15 – Torino. Ogni opera deve essere inviata con i dati dell’autore (nome, cognome, indirizzo, numero telefonico, eventuale indirizzo email, sezione di partecipazione); –spedizione elettronica, all’indirizzo email: lett2020@artecittaamica.it. La quota di partecipazione è fissata in € 20  ed è valida anche come quota associativa in qualità di socio sostenitore per l’anno 2020 di Arte Città Amica Centro Culturale. Allegare copia del bollettino di pagamento. E’ importante indicare nella causale di versamento: “Premio Nazionale d’Arti Letterarie”. Per partecipare consultare anche il regolamento completo sul sito: www.artecittaamica.it  oppure potete scrivere a: info@artecittaamica.it

In ricordo di papà Gianni

Lo ricorda con affetto e gratitudine Alessandra Ferraro, oggi caporedattore della sede Rai di Aosta. Papa’ Gianni è stato un esempio per lei. E forse è proprio questa la motivazione che l’ha spinta a dedicargli e a realizzare un premio giornalistico. Quest’anno  Gianni Ferraro viene ricordato all’interno del premio “Arte Città Amica” organizzato dall’omonima associazione, che ogni anno con il patrocinio di Regione Piemonte e la Città di Torino vuole dare visibilità a giovani talenti del giornalismo.

Che cosa significa per lei fare un premio giornalistico in memoria di suo papa’? Il valore della memoria è secondo me essenziale per rendere sempre vivo il ricordo di una persona. Ricordare significa vivificare la presenza. Mio papa’ si è sempre dedicato ai giovani, ha cercato di valorizzarne i talenti soprattutto nell’ambito della comunicazione. Poter ricordarlo con un premio giornalistico è per me davvero molto importante per non dimenticare quello che ha fatto per gli altri, poter rendere vivo il suo impegno professionale: amava il giornalismo, la comunicazione, le relazioni interpersonali. Considerava ogni persona capace di esprimere un talento e per questo si prodigava nella sua professione per valorizzare le capacità personali. Era instancabile nella sua professione: lo ricordo sempre a leggere e correggere gli articoli dei suoi studenti del Corso di giornalismo. Era un perfezionista anche nell’utilizzo del linguaggio e insisteva molto sull’importanza della preparazione personale e della formazione.

Che ricordi ha della sua infanzia con suo papà? Papà era un appassionato di escursioni in montagna. Fin da bambina mi ha fatto scoprire la bellezza della natura. Abbiamo fatto moltissime passeggiate soprattutto in Val d’Ayas, tra le montagne della catena del Monte Rosa, punteggiate da numerosi laghetti alpini. Mi ha insegnato anche a sciare: ho messo gli sci da discesa all’età di sette anni. Poi da allora tutti i fine settimana li trascorrevamo in montagna in una casetta a Brusson. Una passione per la montagna che non lo ha mai abbandonato e che abbiamo condiviso anche la scorsa estate insieme, l’ultima, quando già la malattia lo stava mettendo a dura prova. Ma ancora una volta la montagna è stata per lui una medicina di aria pura, bellezza paesaggistica, silenzio e preghiera.

Come vive questo momento di emergenza sanitaria globale? È un periodo molto complesso per ognuno di noi. Per la grave emergenza sanitaria siamo obbligati a stare in casa, ridurre al minimo le nostre interazioni con l’ambiente esterno. Abbiamo paura per la salute di tutti. Vediamo immagini terribili nei telegiornali che sono diventati quasi dei bollettini di guerra. Tuttavia dobbiamo avere speranza: quella che si esprime nel coraggio e nell’altruismo dei medici e degli infermieri, nelle parole di conforto di tante persone che non dimenticano i più fragili, come i giovani e gli anziani. La speranza è l’ancora a cui dobbiamo aggrapparci. Credo che fare un premio di giornalismo e dedicarlo al tema culturale sia anche una forma di speranza. La cultura genera bellezza e la bellezza arricchisce il nostro spirito. La cultura si declina in molteplici forme, dalla mostra, alla bellezza del paesaggio, alla storia di quotidianità finalizzata al bene comune. Abbiamo bisogno di cultura e di bellezza. Una visione che aveva anche mio papà che già  vent’anni fa aveva creato il sito online www. ilvideogiornale.it per stimolare il dibattito culturale e raccontare la cultura che in fondo è la bellezza del nostro Paese.