PASQUA 2015: LOTTA E PASSAGGIO

E’ Pasqua. 2.085 anni da quella prima Pasqua di Cristo il 14 del mese di Nissan dell’anno 30.

Ventidue anni dopo un mini-credo cristiano riportato nella prima lettera ai Corinzi di Paolo l’Apostolo la raccontava così: “Gesù Cristo morì per i nostri peccati secondo le scritture e fu sepolto. E’ risorto secondo le scritture ed apparve a Cefa-Pietro e ai dodici”. (1 Cor. 15,4-5)

Pasqua, si sa, significa passaggio e anche lotta: il mini-credo citato racconta la lotta di Gesù con la morte e il passaggio da “sepolto a “risorto”, quel passaggio che dà un senso nuovo alla vita di ogni uomo e a tutta la storia.

La Pasqua 2015 ha il volto segnato dalla lotta della vita con la morte. Un tratto del volto della Pasqua 2015 è stato quanto ho visto al carcere di Rebibbia in Roma la sera del giovedì santo. Un carcerato, uno dei dodici cui Papa Francesco ha lavato i piedi, quando il Papa dopo aver baciato quei piedi, alza la testa e incrocia con lo sguardo gli occhi di quell’uomo, quel carcerato ha un sussulto di stupore, sgrana gli occhi, non osa credere a ciò che vede, non sa se sorridere o piangere, resta immobile, quasi atterrito da quel gesto e da quello sguardo disarmato e mite. “Sono risorto…”, dirà a chi lo intervista. Risorto dalla schiavitù della perdita di dignità alla libertà della dignità ritrovata… Il miracolo di un passaggio!

Purtroppo la Pasqua 2015 esibisce volti di morte: la strage voluta da Andreas Lubitz con l’Airbus 320; la strage degli studenti Kenioti all’Università di Garissa; e quella, bambini compresi, nel campo profughi palestinese di Damasco. Casi in cui la morte ha vinto la lotta.

Un piccolo fatto in cui invece la vita ha vinto passando per il corridoio della bellezza: 150 senza tetto nei Musei Vaticani invitati dall’Elemosiniere Pontificio incontrano il Papa in uno degli ambienti più belli del mondo, la Cappella Sistina. 

Ha pure vinto la vita nella trattativa abbozzata con l’Iran in Svizzera sull’interruzione dell’arricchimento dell’uranio per la costruzione dell’atomica.

La Pasqua di Cristo è l’inizio della vittoria della vita sulla morte, vicenda che tocca a noi continuare. Gesù è vissuto sempre nell’amore e noi viviamo la Pasqua tutte le volte che viviamo nell’amore e per amore: noi siamo la Pasqua di Cristo nella storia. 

Vorrei suggerire alcuni itinerari, sentieri difficili di lotta che garantiscono il passaggio dalla morte alla vita. La responsabilità di vivere con occhi aperti di fronte alla realtà, opera nel cuore, nelle decisioni e negli atti nostri il passaggio dall’indifferenza alla volontà di vivere.

Il passaggio dalla paura e dall’arroganza all’iniziativa e al coraggio dà forma operativa alla speranza di un futuro. Se poi dalla spirale mortifica del narcisismo ritorneremo a guardare oltre la siepe l’Altro e gli altri percorreremo il sentiero della vita e della felicità possibile.

Ancora un percorso: dalla bruttezza alla cura della bellezza. Ricorderò sempre la forte affermazione di Renzo Piano all’inaugurazione dell’Auditorium del Lingotto appena da lui restaurato: “Una città sporca e brutta è una maledizione per tutti!”.

La sovrana della vita non è la morte, ma la relazione con il Bene. Ciò che fa vivere infatti non è la lotta per la sopravvivenza contro la morte, ma il Bene che alberga in noi come fonte di vita… Una volta entrato nel mondo, il Bene vi rimane in eterno, indistruttibile”. (G. Ferretti)

Il Risorto è il Bene, la Vita comunicata ed estesa a tutto il mondo. Noi ne siamo eredi e testimoni: la Pasqua vivente, se il nostro volto osa cantare la vita.

L’augurio per la Pasqua 2015 lo rubo a E. Banchi: “Per questo Cristo è risorto, perché neanche l’oceano del male e della morte può spegnere l’amore vissuto”.

don Renzo – Pasqua 2015