NEL SANTUARIO DELLA MADONNA DI ZWIEFALTEN

Giuseppe Sciavilla, 12.06.2017

Stoccarda – “Lo Spirito del Signore ha riempito l’universo; Egli che tutto unisce, conosce ogni linguaggio. Alleluia”. Così è stato il 5 giugno, lunedì diPfingsten, nel santuario della Madonna di Zwiefalten, quando lo Spirito Santo, invocato nell’assemblea liturgica, ha unito nell’unico linguaggio della fede l’Italia e la Germania.

Ho accompagnato Monsignor Edoardo Cerrato, Vescovo di Ivrea, invitato dai sacerdoti della Missione italiana nel Baden-Wurtemberg, ed ho avuto la gioia di  partecipare a questo momento di festa che mi ha offerto l’occasione di incontrare anche tanti miei conterranei, italiani della Puglia. 

Presiedendo nella splendida chiesa barocca la concelebrazione per i numerosissimi fedeli giunti in pellegrinaggio da vari luoghi, proprio questo il Vescovo ha sottolineato nell’omelia, prendendo spunto dal canto di ingresso: “Siamo arrivati damille strade diverse, in mille modi diversi… perché il Signore ha voluto così”. “Siamo qui – ha detto – per una chiamata del Signore, anche se ognuno di noi può pensare di essere venuto per una propria scelta. E le strade diverse che abbiamo percorso per arrivare in questo meraviglioso santuario non sono soltanto quelle materiali, ma le strade della nostra vita, anche quelle che ci hanno portati dall’Italia in Germania. Il Signore oggi ci ha chiamati qui e noi siamo venuti per dire a Gesù Cristo, nell’abbraccio di Maria, Madre di Dio e Madre nostra, che Egli è “il primo amore”… E a questo punto – con piacevole sorpresa di tutti i presenti, ma non mia, perché so quanto le canzoni napoletane siano nel cuore di questo Vescovo piemontese, che ama e conosce bene il nostro Meridione d’Italia – ha intonato “O surdato nnammurato”, cantando: “Oi vita, oi vita mia, oi core oi chisto core, si’ statu ‘o primmo ammore e ‘o primmo e ll’ùrdemo sarraje pe’ me”.

L’Amore della nostra vita è Cristo. Noi lo amiamo con l’amore che lo Spirito Santo ci dona, e che ci fa veri discepoli, veri cristiani.  In un mondo che va perdendo la capacità di conoscere Dio e fa dell’uomo il centro di tutto, in un mondo che deturpa l’amore confondendolo con il piacere, e che riduce l’amore all’emozione, noi cristiani viviamo in nome di quell’Amore antico e sempre nuovo che ci purifica e dà slancio alla nostra esistenza. In un mondo che si divora nell’egoismo individuale e collettivo e crea antagonismi, inimicizie, gelosie, lotte di interessi che sfociano nei conflitti e nelle guerre, i cristiani proclamano l’Amore che si diffonde e si dona, che allarga il cuore ad accogliere gli altri, e contribuisce a creare la Civiltà dell’Amore, di cui parlava il beato Paolo VI.

L’amore per Cristo– ha concluso il Vescovo –deve essere il centro della nostra vita, perché la illumina e dà significato ad ogni aspetto e ad ogni momento dell’esistenza, e sempre la orientata ad entrare nella Patria celeste, a godere eternamente dell’abbraccio misericordioso di Dio”.

Il clima della celebrazione, festoso per i canti e la solennità della Liturgia, è stato reso ancor più intenso dalla profonda partecipazione dei tanti e tanti fedeli che gremivano la chiesa: una partecipazione che si leggeva sul loro volto, nella preghiera, nei gesti semplici e profondi di una devozione antica, appresi dalla tradizione delle nostre terre italiane.  

Un pranzo familiare e festosissimo, “tutto italiano”, ha concluso la mattinata. Al termine di esso monsignor Cerrato ha ancora espresso il suo affetto per gli Italiani che operano fuori del territorio nazionale e per i sacerdoti che li accompagnano e che, con la loro attività pastorale in terra tedesca, danno testimonianza della vicinanza materna della Chiesa ai propri figli.

Quante foto sono state scattate con il Vescovo, che non ha risparmiato sorrisi, benedizioni, carezze, abbracci!

Davvero una bella festa in cui si è sentito il calore di un popolo che rimane fedele alle sue tradizioni e che nell’amore per Maria Santissima, Madre di Dio e Madre nostra, custodisce quanto di più prezioso ha ricevuto.

La giornata è stata la summa di quanto la Chiesa ci fa gustare attraverso la liturgia della solennità di Pentecoste: “O Padre, che nel mistero della Pentecoste santifichi la tua Chiesa in ogni popolo e nazione, diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo”.