NEL 68° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DEL 22 OTTOBRE 1944 A MILANO

Entusiasmante rievocazione storica di Paola Chiesa; commossi i generali Antonio Pennino e Camillo de Milato rivolgono un serio monito a non dimenticare le atrocità della guerra

GIANNI FERRARO, 23.10.2012

MILANO – A Palazzo Isimbardi sede della Provincia di Milano, su iniziativa dell’Assessorato alla Cultura si è svolto il 22 ottobre 2012 una interessante rievocazione della strage di Gorla, avvenuta il 20 ottobre 1944 a causa di una bomba erroneamente sganciata dagli alleati sulla scuola elementare “Francesco Crispi” di Milano. «Sono passati 68 anni, ma la Provincia non dimentica una delle più atroci stragi che ha colpito il nostro paese durante la seconda Guerra Mondiale» afferma il vice presidente e assessore alla cultura della Provincia di Milano, Novo Umberto Maerna, nel ricordare il tragico episodio, emblema delle conseguenze cruente dei ben sessanta bombardamenti che Milano e il suo territorio subirono nel corso della seconda guerra mondiale.

La ricerca, affidata alla giovane e valente prof.ssa Paola Chiesa, Docente di Lettere a Pavia, si avvale di una documentazione inedita, cartacea e fotografica, conservata presso gli archivi sotterranei dell’ex Distretto Militare di Milano, l’attuale Centro Documentale. Ricercatrice storica da ormai otto anni presso l’Archivio di Stato di Milano, Paola Chiesa ha saputo brillantemente illustrare tutti i bombardamenti che colpirono Milano e provincia dal 1940 al 1945. «Due anni fa – afferma Paola Chiesa – durante le mie ricerche ho trovato una lettera datata 25 agosto 1943, in cui Antonio Galbiati, un soldato di Lesmo, scriveva ai genitori: “So che Milano non esiste più”. Un’affermazione forte. Un’affermazione che mi ha spinta, ancora una volta, a consultare le centinaia, migliaia di lettere scritte dai soldati lombardi al fronte e in prigionia durante la Seconda Guerra Mondiale. Queste lettere, conservate presso i miei amati archivi militari, le ho lette tutte per comprendere, capire, come e in che modo circolasse la notizia relativa ai bombardamenti aerei sulla città di Milano e provincia».

Del frutto della ricerca svolta con pazienza certosina selezionando più di 8000 lettere con ben 600 riferite ai bombardamenti, Paola Chiesa sottolinea: «Una sola di esse fa cenno alla scuola di Gorla. Cosa impressionante, ho accertato che furono oltre sessanta i bombardamenti sulla città di Milano, ma quello che maggiormente scosse e indignò i milanesi, fu quello del 20 ottobre 1944, quando alle ore 11:29 una bomba, sganciata dagli alleati americani, colpì erroneamente la scuola elementare “Francesco Crispi” di Gorla provocando la morte di 184 alunni, di tutte le maestre, della Direttrice e di tutti i collaboratori scolastici». Quanti di noi oggi possono raccontare di avere perso i propri cari in un evento bellico? Peccato che stiamo esaurendo le memorie vive, i testimoni oculari di quegli eventi che hanno colpito la nostra Italia circa settant’anni fa.  L’approfondita ricerca svolta da Paola Chiesa sarà oggetto di prossima pubblicazione per offrire una memoria storica di quanto accaduto, affinché certe tragedie non si ripetano più.

«Io – asserisce il generale di brigata Antonio Pennino, comandante militare Esercito Lombardia – ritengo che questi eventi siano monito per noi affinché ricordiamo ciò che una guerra può produrre. Quando muore un giovane, dovunque e comunque avvenga, muore una parte di futuro. Il nostro futuro. I miei genitori oggi mi possono raccontare il loro passato, le loro esperienze di guerra, i momenti in cui hanno creduto che fosse arrivato il loro momento perché un aereo mitragliava a bassa quota, un altro sganciava una bomba, un cannone tuonava, una mitragliatrice crepitava. Oggi raccontano a me queste paure, lo fanno avendo davanti il loro futuro:  i loro figli. Anch’io mi auguro di poter fare altrettanto, Gorla ci deve ricordare questo: il messaggio della vita e di un futuro migliore che deve evitare le degenerazioni». Ed ancora, molto toccato nel profondo dell’animo, il generale Pennino evidenzia amaramente come la guerra sia la degenerazione della diplomazia: «Quando la politica non è più in grado di risolvere una controversia con la forza della ragione, si ricorre alla guerra, evento distruttivo e senza possibilità di un reale e concreto controllo, sia perché l’essere umano, militare o civile, può assumere atteggiamenti che possono derivare dalla paura o anche da una mancanza di educazione nel rispetto della vita umana; sia perché ancora non esiste uno strumento di controllo dei sistemi d’arma che sia in grado di indirizzarli solo contro chi porta offese. Ed allora le atrocità che derivano dalla guerra colpiscono indiscriminatamente tutti».

Con estrema franchezza, poi, il generale di Divisione Camillo de Milato, attuale Presidente della Fondazione Asilo Mariuccia, dichiara: «Vorrei aver vissuto in un mondo dove non ci fossero stati Auschwitz, Dachau, Hiroshima, Nagasaki, Dresda. Vorrei aver vissuto in un mondo dove tutti i bambini avessero un futuro. Purtroppo, ciò che è accaduto a Gorla fa parte di un vissuto che non appartiene al mio mondo ideale. Allora è ripagante incontrarsi e ricordare ciò che è orrendo perchè si renda giustizia all’ingiustizia. Ripagare con umanità all’inumanità. E la vostra numerosa presenza in quest’occasione è simbolo di umanità e condivisione».

A conclusione della rievocazione il generale Pennino, commosso, dona una copia incorniciata dell’importante lettera scritta dal soldato alla prof.ssa Piera Nanetti, presidente del Comitato Museo della Pace “Piccoli Martiri di Gorla”, sopravvissuta a quella strage. La Nanetti, elogia il gran lavoro di Paola Chiesa e la sua obiettività nell’esporre i fatti: «E’ la prima volta che sento una relazione così dettagliata e coinvolgente su quell’episodio. La prof.ssa Chiesa si è espressa con tutta la serietà e precisione che uno storico deve avere. Il ricordo è sempre doloroso ma necessario per le nuove generazioni».

Tante le autorità presenti in sala, tra cui il senatore Pierfrancesco Gamba, il colonnello Domenico Di Rosalia, nuovo Comandante del Centro Documentale di Milano, il colonnello Vito Corvino del Comando Interregionale Carabinieri “Pastrengo” di Milano e il generale Camillo de Milato, attuale  presidente della Fondazione “Asilo Mariuccia”.