MEMORIE DI MASSIMA SICUREZZA

Il dramma della libertà individuale nell’ultimo romanzo di Mauro Antonio Miglieruolo

DAVIDE GHEZZO, 02.03.2014

la copertina del libro

Tra le tematiche di più ampio respiro della letteratura mondiale, quella del rapporto tra l’individuo e una società che lo opprime fin nei suoi più reconditi pensieri è certo  tra le più potenti, drammatiche e, purtroppo, attuali.

In origine era l’utopia. Le menti migliori dell’umanità erano disposte a sognare una città e un mondo in cui regnassero armonia, equilibrio sociale e affettivo, insomma felicità. Ecco allora la Repubblica di Platone, e più tardi il sogno egualitario di Thomas More, nonché l’idillica Città del Sole di Tommaso Campanella.

Ma la storia, troppo spesso militare, dell’umanità, e in specie il terribile secolo che abbiamo da poco lasciato alle spalle, hanno dimostrato che i popoli, e le rispettive espressioni di potere, sono capaci piuttosto di creare l’inferno in terra. Gli scrittori hanno dovuto prenderne atto, e il risultato sono le terribili e immortali antiutopie di 1984 di George Orwell, Il mondo nuovo di Aldous Huxley, Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.

Nella vicenda della letteratura italiana, ben di rado le tematiche sociali, pur presenti in autori di spicco come Pasolini e Volponi, sono state sviscerate nella forma radicale  che è propria delle migliori espressioni fantascientifiche. Un testo che precorre il filone, e che è dotato del particolare fascino che deriva dal suo autore, è Le meraviglie del 2000 di Emilio Salgari, in cui un’utopica civiltà ipertecnologica porta alla pazzia i protagonisti.

Tra gli autori più recenti, se pur meno noti al grande pubblico, Lino Aldani, Vittorio Curtoni, Renato Pestriniero hanno elaborato scenari di civiltà antiutopiche che prendono sempre le mosse dalle storture della nostra stessa società, quella che vediamo dibatterci (quella in cui ci dibattiamo) tra le spire della crisi, economica e di valori. In questa direzione si muove Mauro Antonio Miglieruolo, un altro dei nomi ‘storici’ della fantascienza italiana, nel suo recente romanzo “Memorie di massima sicurezza”.

Con la procedura dell’estrapolazione, che consiste appunto nel prevedere le conseguenze estreme dei mali e delle ingiustizie che abbiamo sotto gli occhi, Miglieruolo delinea una società del futuro prossimo cupa e claustrofobica, contro cui il protagonista – e narratore in prima persona – intraprende una battaglia titanica e disperata. Contro di lui il potere costituito usa scientemente l’arma del carcere, inteso non solo come luogo di limitazione dello spazio e della libertà individuale, ma come mezzo di costrizione, anche attraverso forme tradizionali di tortura, della forma mentis del singolo. L’autorità si appresta insomma a deprivare l’uomo comune della sua forza e autonomia di pensiero, della possibilità di muoversi nei reami interiori della fantasia e dell’immaginazione; a costringerlo ad aderire, infine, al pensiero unico, che offre l’apparente felicità dell’omologazione.

Vediamo allora svolgersi, nelle pagine più dense ed efficaci del romanzo, la lotta del protagonista per preservare la sua sanità mentale, e un nucleo minimo di libertà interiore, psicologica. Un percorso tortuoso che passerà attraverso i meandri del sogno, della sessualità, dei sentimenti di odio e ripulsa e rivalsa nei confronti dei carcerieri.

Tale cammino, condotto mediante una scrittura forte ed elegante insieme, ci restituisce infine un’opera che è insieme percorso nei meandri della psiche e denuncia aspra delle pressioni e intimidazioni cui siamo sottoposti, non nel futuro ipotizzato nel romanzo ma oggi stesso, da parte degli esponenti di questa nostra sorridente, falsa, molto ipotetica democrazia.

Un libro-denuncia che si propone come un classico della fantascienza italiana, reperibile per ora nell’edizione on-line di GZ Editori – raggiungibile anche mediante il vivace blog dello scrittore stesso: miglieruolo.wordpress.com.    

Mauro Antonio Miglieruolo, calabrese di origine ma romano d’adozione, ha al suo attivo una militanza politica a sinistra, anche in ambito sindacale, attorno agli anni Settanta. Tra le sue opere ricordiamo il romanzo Come ladro di notte (ultima edizione presso Mondadori, 2009). I suoi numerosi racconti, variamente premiati e riconosciuti, sono raccolti in volumi di editori specializzati, come Elara e Edizioni della Vigna.