“L’INCURSORE. LA PACE ARMATA” DI PRINCIPIA B. ROSCO: STORIA DI VITA DI UN AGENTE SEGRETO CHE SI BATTE CON PASSIONE PER LA PACE E LA LIBERTÀ
Spunti di riflessione e per la trama di un film
GESSICA ARTERO – 18.02 .2012
Principia Bruna Rosco, artista a trecentosessanta gradi, pittrice, scultrice e poetessa, nonché scrittrice, è giunta alla pubblicazione del suo terzo romanzo, l’ultimo di una trilogia: «L’Incursore. La pace armata» (prefazioni di Giorgio Battisti, Camillo De Milato e Andrea Valentino, ABeditore, Milano 2012, pag. 600, € 17,90) che sarà presentato in anteprima sabato 25 febbraio a Milano, alle ore 18.00 nella sala Radetzky di Palazzo Cusani, via Brera 15.
L’appuntamento del 25 febbraio nella prestigiosa sede milanese del Comando Esercito Militare Lombardia, sarà anche un’occasione per devolvere all’associazione «Amici di Palazzo Cusani» una parte del ricavato della vendita dell’opera a favore di interventi di restauro del settecentesco Palazzo Cusani. Alle introduzioni dei generali di Corpo d’Armata Giorgio Battisti comandante N.A.T.O. di Reazione Rapida in Italia, di Solbiate Olona, e di Brigata Camillo de Milato, comandante l’Esercito Militare Lombardia, seguiranno gli interventi del generale di Brigata dell’Arma dei Carabinieri Emanuele Garelli e il docente di Filosofia delle Scienze sociali dell’Università l’Insubria Claudio Bonvecchio.
La giornalista e scrittrice lucana di orgine e milanese di adozione, nonchè presidente dell’associazione socio-culturale artistica «Il Volano» Principia Bruna Rosco descrive in breve i due libri precedenti: «Il primo, “Petra la donna del vento”, narra di una donna che s’innamora di un carcerato pur non avendolo mai visto; il secondo, “La ragione del destino”, è la storia di quel carcerato incastrato dai Servizi Segreti, costretto a lasciare la donna e a sterminare una parte importante della camorra».
Del terzo, l’ultima pubblicazione, racconta: «“L’Incursore”, nasce dal privilegio di aver incontrato un agente segreto specializzato in missioni ad alto rischio. Questa è la storia della sua vita e dei suoi sentimenti mai confessati».
In un susseguirsi di incalzanti episodi ambientati tra la ex-Jugoslavia, l’Africa, la Lombardia e la Basilicata, quando nei Balcani, tra il 2003 e il 2006, imperversava una violenta guerra civile che i servizi segreti avevano l’ordine di sedare, spicca il protagonista Jonas Valenti. Un nome fittizio per lo “007” contemporaneo che rischia di rimanere paralizzato dopo una sfortunata missione e decide, nel corso di una degenza in ospedale, di raccontare ad una giornalista di nome Alicia i ricordi drammatici e cruenti della propria esperienza in battaglia.
Rosco, una donna che vuole raccontare la guerra attraverso la storia di un soldato sul campo e uomo di comando che ne esce straziato nell’anima; Alicia, una giornalista, che rimane dapprima confusa dall’ascolto di un vissuto così drammatico e che poi si lascia coinvolgere da quella narrazione così tanto che si innamorerà di quell’uomo e si addentrerà nella conoscenza della cultura militare, che le era estranea prima di allora.
«Sarebbe riduttivo soffermarsi soltanto sul racconto di guerra. – scrive il generale di brigata Camillo De Milato, comandante dell’Esercito Militare Lombardia, nella prefazione al romanzo – L’autrice, [in questo che può essere definito] un saggio psicologico romanzato, apre infatti all’amore quale unico sentimento capace di superare le avversità della vita. Amore, guerra e pace sono tra esse collegate dalla speranza, e lo sa bene il personaggio chiave del romanzo, Jonas Valenti, un uomo puro di cuore, ma determinato, nel suo piccolo, a essere giusto, perché un mondo che vive in armonia deve esserci innanzitutto giustizia».
Ne L’Incursore Principia Bruna Rosco mette tutti gli elementi , sentimento, azione e suspence, per la messa in scena di un film. Afferma nel prologo: «La guerra mi fa paura. Ma la paura, esattamente come la guerra, va però conosciuta e compresa per poter essere combattuta. […] e così non avendo mai dovuto combattere una battaglia sul campo, mi sono davvero imbattuta nella vita del comandante Jonas Valenti».
Attraverso la scrittura l’autrice supera stereotipi e pregiudizi attorno alla figura del militare, sulla dicotomia guerra e pace e nei confronti dei servizi segreti. Quel che muove il protagonista «alla base c’è fondamentalmente uno spirito di giustizia», afferma nella prefazione il vice questore di Milano Andrea Valentino, nel tentativo di rispondere alla domanda: «Cosa porta un ragazzo come Jonas Valenti a diventare un Incursore? Una scelta di vita o il desiderio di aiutare gli altri?». Ad ogni modo , conclude Andrea Valentino, « il messaggio che esce da quest’opera è tale da lasciare stupefatti e al tempo stesso da farci rendere conto della realtà in cui un agente segreto è chiamato a compiere il proprio dovere, con entusiasmo, onore e valore».
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