“LA VEDOVA ALLEGRA” AL TEATRO SAN BABILA DI MILANO
La Compagnia “Grandi Spettacoli” propone il 23 e il 24 febbraio una delle operette per eccellenza della Belle Epoque
Krizia Ribotta, 17.02.2016
MILANO – Il 23 e il 24 febbraio, al Teatro San Babila di Milano, la Compagnia Grandi Spettacoli porta in scena La vedova allegra, operetta in tre atti di Franz Lehár, su libretto di Victor Léon e Leo Stein.
Inizialmente scartato, il capolavoro tedesco, (titolo originale Die lustige Witwe), si basa sulla commedia francese L’Attaché d’ambassade di Henri Meilhac. In Italia debuttò proprio a Milano il 7 aprile 1907 al teatro Dal Verme, con l’interpretazione unica di Emma Vecla. Un ruolo cucitole addosso, il suo, tant’è che, in occasione della 500esima replica, lo stesso Lehár, si complimentò con lei per la sua straordinaria bravura.
La trama
Spettacolo simbolo del genere operetta, La vedova allegra vede protagonista la giovane ereditiera Anna Glavari, vedova del banchiere dello stato di Pontevedro (per il quale, nel 1905, si intendeva il Montenegro). Trascorso l’anno di lutto, la donna si reca a Parigi per cercare di trovare nuovamente marito, ma scopre che un matrimonio con uno straniero provocherebbe la fuoriuscita del suo patrimonio miliardario dalle casse dello Stato, che verrebbe quindi ridotto sul lastrico. Per impedire che questo accada, il Barone Mirko Zeta, ambasciatore pontevedrino in Francia, deve trovarle un marito in patria.
La soluzione potrebbe essere il conte Danilo Danilowich, segretario all’Ambasciata di Parigi, se non fosse per un piccolo particolare: tra lui ed Anna, tempo prima, c’era stata una storia. I due, feriti nell’orgoglio, non vogliono ammettere di essere ancora innamorati l’uno dell’altra, e inizia quindi un tira e molla amoroso che sembra avere un risvolto negativo. Durante una festa, infatti, per una serie di equivoci che vedono protagonista Valencienne, la moglie di Mirko, Anna viene vista in compagnia di Camillo de Rossillon, un diplomatico francese, e comunica che lui è l’uomo che sposerà. Quando tutto sembra perduto, Njegus, il cancelliere dell’Ambasciata, “colpevole” di aver scambiato le donne, svela il mistero. Il lieto fine è assicurato per tutti: Anna e Danilo annunciano il loro matrimonio, il barone Mirko perdona la moglie e le finanze pontevedrine sono salve.
La vedova allegra: tematiche attuali in chiave operettistica
Nonostante si tratti di un’operetta, dove, si sa, niente vene preso sul serio e tutto si risolve con il lieto fine, non mancano gli elementi di attualità: un governo in crisi e i (presunti) tradimenti di una moglie, che, se svelati, potrebbero portare alla fine del suo matrimonio. Sarebbe un’utopia se, per far rientrare milioni di soldi nelle fondi statali bastasse trovar marito o se, per farsi perdonare una scappatella, non bisognerebbe far altro che scrivere su un ventaglio: “Io sono una donna onesta”. Troppo facile, forse. Ma bisogna anche considerare il fatto che l’operetta è un genere di spettacolo che si colloca tra le due guerre e che il pubblico vede nel teatro un’alternativa alla drammatica realtà. Specie se viene messo in scena quel mondo definito “fatuo ed irreale, che non tornerà più”: la Belle Epoque.
Spettacoli:
23 febbraio ore 20.30
24 febbraio ore 15.30
Biglietto unico platea e balconata: 25€
Per maggiori informazioni, www.teatrosanbabilamilano.it
La vedova allegra
Regia di Gianni Versino
Cast:
Elena D’Angelo
Umberto Scida
Francesco Tuppo
Gianfranco Cerreto
Miyuki Hayakawa
Merita di Leo
Gianni Versino
Roberto Piano
Maresa Pagura
Santi Scammacca
Paola Scapolan
Mario Pennacchio
Direttore: Marcella Tessarin
Corpo di ballo e orchestra: Grandi Spettacoli
Costumi: Sartoria Grandi Spettacoli