LA BELLEZZA NELLA MISERICORDIA
La celebrazione del Natale è un dono di bellezza e lo sarà, ogni anno, fino alla fine dei secoli.
Era il marzo 2015, Papa Francesco con uno dei suoi gesti spiazzanti: “Benvenuti. Questa è la casa di tutti, è casa vostra!”. Sono passate da poco le cinque del pomeriggio, Papa Francesco si affaccia sulla soglia della Cappella Sistina ad accogliere i suoi ospiti, 150 clochard che vivono nei dintorni di San Pietro. Sorpresi, meravigliati, contenti di incontrare il Papa come di poter guardare la Cappella Sistina, il Giudizio e la volta dipinti da Michelangelo, come una casa loro. Ad essi, quell’invito e quella sosta nella Cappella più bella del mondo, restituiscono piena dignità umana.
La bellezza nella storia si è anch’essa affacciata con volti diversi e ha abitato luoghi diversi: la bellezza splendore, armonia e audacia dell’intelligenza; la bellezza un tutt’uno con la tenerezza come nei volti di tutti i bambini del mondo; la bellezza che colpisce il cuore e l’anima; la bellezza che sposa la misericordia come nell’atto creativo che segna l’in-principio del mondo e promuove il persistere e il crescere di ogni essere. Essa, la bellezza, sprigiona tutta la sua ricchezza quando dalla Parola “sia…” compare l’uomo. In quel primo istante, preso da stupore, il Creatore lo guardò e gridò: “Che bello!”. I miseri fatti di terra, maschio e femmina, rivestiti di bellezza e tenerezza, sono come sono dipinti là, l’adamà, nella volta della Sistina.
Quando i clochard volgono gli occhi su’ in alto, anche il loro volto si riveste di splendore.
Questo Anno Santo della Misericordia ha aperto tante realtà, uomini e cose, alla bellezza. E tante persone ne sono diventate testimoni.
Renzo Piano, il più grande architetto italiano, ha attivato la bellezza nel rammendo delle periferie già in opera in alcune città, ha immaginato e offerto a tutti un progetto utilizzabile, secondo i diversi ambienti, di un edificio scuola-incontro per far crescere il piccolo dell’uomo. Giorni fa ha ideato progetti modello per ridare volto a paesi distrutti dal terremoto e ad abitazioni antisismiche.
Giovanissimi universitari hanno inventato cose diverse e belle, utili all’uomo, arti per ridare dignità a mani, piedi, gambe, braccia perduti o logorati: una bellezza che si comunica, con questi gesti, come sollievo dei miseri.
In parecchi comuni italiani, soprattutto piccoli e poveri, spazi pubblici, vie, giardini, boschi sono ritornati ordinati e belli per opera di emigrati e rifugiati che hanno messo intelligenza, cuore e braccia in questo “volontariato di restituzione” alle comunità che li ha accolti e li ospita, in attesa di un lavoro che restituisca loro anche dignità.
Questo nostro mondo, questa nostra Italia è povera, minacciata, depredata dalla corruzione e da una economia rapace e superficiale che ha volutamente smarrito il suo scopo, quello di normare gli eventi per il bene di tutti.
Non basta dispiacersi per il brutto, occorre lottare contro il brutto. Non basta rincrescersi per chi non ha lavoro, occorre lottare contro chi sfrutta e spendere del nostro per creare lavoro. La lotta al brutto, alla disoccupazione, all’indifferenza, all’insensibilità è un’esigenza etica e un dovere politico-civile. Il brutto e il misero nasce da élite ignoranti, insensibili e spesso malvagie.
Celebrare il Natale significa far rinascere cultura, iniziativa, creatività, bellezza, misericordia: “quando persone si preoccupano di abbellire e migliorare un luogo pubblico, intorno a loro si sviluppano e si ricuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale. (…) Prendersi cura del bello è esercizio di carità. La bellezza è un salto verso la pienezza propriamente umana”. (Laudato Sì, 231,232,103)
“La bellezza senza dubbio non fa le rivoluzioni. Ma viene il momento in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza” (A. Camus)
Mille iniziative nate in questa nostra Italia, il Natale 2016 le raccoglie come in un mazzo di fiori, le rilancia e le promuove. Se ci riunissimo in coro per compiere insieme piccoli gesti di misericordia, faremmo opera che sprigiona bellezza e interpreteremmo il nostro autentico stare nel mondo come figli di Dio e fratelli di umanità. E cambieremmo il mondo. La bellezza nella misericordia è un perenne Natale.
don Renzo