+ Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù, vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.
Mentre sedeva a tavola nella casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e se ne stavano a tavola con Gesù e con i suoi discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Come mai il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?».
Udito questo, disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9,9-13)
Parola del Signore
No, non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati (v. 12). Tutti noi siamo peccatori, tutti noi abbiamo peccati. Con la chiamata di Matteo, Gesù ci mostra di non essere interessato al nostro passato, ma desideroso di aprirci un futuro nuovo, un futuro che non si misura in base alla condizione sociale, o alle convenzioni esteriori, ma piuttosto apre loro un futuro nuovo. Noi tutti siamo figli di Dio. Siamo fatti a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1,26). In tutti noi, buoni o “cattivi”, santi o peccatori, c’è il germe della bontà, c’è il seme di Dio. Anche nel cuore dell’uomo più malvagio c’è sempre almeno una piccola, piccolissima parte di amore. Nessun uomo è totalmente “un mostro”, nessun peccatore è “senza speranza”.
Ma il seme che abbiamo ricevuto ha bisogno di incontrare Gesù per germogliare. Matteo è stato trasformato da Cristo. L’incontro con Gesù ci redime, ci purifica, ci riconcilia con Dio. Pensiamo a Zaccheo (Lc 19,1-10). Pensiamo a San Paolo (Atti 9). Pensiamo a noi: se siamo qui, a leggere questa pagina, cari amici, non siamo forse stati convertiti in qualche misura anche noi? (Oh… non per queste modeste righe… certo no, ma ci sarà stato un momento in cui abbiamo sentito la nostra chiamata nel cuore… un istante in cui abbiamo maturato la nostra volontà di amare il Signore, di leggere la sua Parola, di cercare la sua via!). Gesù ci incontra, magari attraverso una pagina di Vangelo, ci guarda e… ci sceglie. E allora anche noi veniamo guariti. La nostra anima non è più ammalata, ma da quel momento, dopo quello sguardo, è libera di seguire Dio.
Lasciamo alle spalle il nostro passato e permettiamo all’amore di Gesù, come fece con Mattero, di renderci migliori!
Alessandro Ginotta
Il dipinto di oggi è: la cena ad Emmaus, del pittore danese Carl Bloch