JUVE TORO,  LA  STORIA  DI  UN  DERBY

Un ricordo d’altri tempi …

Davide GHEZZO – AMANDA SCHENA, 26.02.2014

TORINO– Il risultato del derby della Mole di domenica sera, 1 a 0 per la Juventus, ha confermato i bianconeri nettamente al comando del Campionato di serie A. Avrebbe dovuto essere il derby del riscatto per i granata, il ritorno a una vittoria che manca ormai da oltre vent’anni, e invece ancora una volta il Toro è stato sconfitto, rimanendo inoltre all’asciutto in fatto di gol segnati.

Viene allora la nostalgia dei tempi in cui il derby torinese era in equilibrio, con il risultato in sospeso fino all’ultimo minuto: pensiamo agli anni Ottanta, con Platini in bianconero e Junior in granata, ai Settanta, con Anastasi e Bettega nell’attacco della Vecchia Signora contro i gemelli del gol Pulici e Graziani, o addirittura all’immediato  dopoguerra, quando la stracittadina, in assenza di televisione, veniva ritrasmessa solo attraverso brevi e imprecisi filmati. Erano i tempi di Mazzola e Boniperti, fuoriclasse assoluti e contrapposti, figure quasi leggendarie per le quali vale la pena di ripercorrere, sia pure brevemente, la carriera.

Giampiero Boniperti, attaccante scaltro e dotato di grande fiuto del gol, esordì nella Vecchia Signora durante il campionato 1946-1947, dove si mise subito in luce segnando cinque reti in sei partite disputate.Si conquistò subito un posto da titolare, tanto che l’anno dopo non saltò alcuna partita e fu addirittura capocannoniere, a vent’anni appena compiuti, con 27 reti.

L’attaccante bianconero continuò a fabbricare goal nelle stagioni successive, tanto che con la conquista del tricolore nell’anno calcistico 1949-1950 (quello successivo alla tragedia di Superga) raggiunse il traguardo delle cento reti.

“Marisa” (così era soprannominato maliziosamente da alcuni), con le sue 459 presenze e 5 scudetti vinti, sapeva benissimo come si affrontava un derby. Durante la sua lunga e gloriosa carriera da juventino, ha sempre tenuto le migliori energie per la sfida contro i granata, a cui in quindici anni è riuscito a segnare ben quattordici reti. Nonostante l’accesa rivalità in campo era grande amico dei Campioni del Grande Torino, tra cui Valentino Mazzola.

Valentino era un vero e proprio leader, un punto di riferimento per i compagni sia dentro che fuori dal campo. Condottiero dotato di una incredibile completezza a livello di tecnica individuale, e di poderoso stacco di testa nonostante la sua statura non fosse così elevata, era un vero e proprio direttore d’orchestra in campo oltre che goleador di razza.

Esordì in maglia granata il 4 ottobre 1942 contro l’Inter. Il suo primo goal arrivò quattordici giorni dopo nel derby, per un clamoroso Juventus-Torino 2-5 nella stagione in cui il Grande Torino conquistò il suo primo scudetto. Nell’ anno seguente oltre a mettere a segno undici reti, bucò la porta del Bari nell’ultima decisiva giornata di campionato, consegnando così il secondo tricolore della sua storia alla squadra granata. A completare la mitica stagione arriva anche la Coppa Italia,conquistata in finale con il Venezia (ex squadra di Mazzola), con il risultato di 4 a 0.

Quando capitan Valentino si rimboccava le maniche scattava il mitico quarto d’ora granata, in cui gli avversari venivano travolti. Accadde spesso nella stagione 1946-1947, quella della ripresa del campionato dopo la dolorosa parentesi della guerra,dove Mazzola realizzò una caterva di goal vincendo il titolo di capocannoniere. L’anno seguente il Grande Torino conquistò il suo quarto titolo consecutivo, con i granata che misero a segno ben 125 reti, record tuttora imbattuto.

Erano bei tempi quelli, dove nonostante l’accesa rivalità il derby della Mole era uno spettacolo corretto, gradevole, persino elegante. E anche il tifo contrapposto si manteneva entro i limiti della civiltà e del rispetto reciproco, a differenza delle vergognose esibizioni di quei tifosi che domenica scorsa hanno inneggiato alle disgrazie della fazione opposta, ovvero l’immensa tragedia del 5 maggio 1949, in cui in un incidente aereo perì l’intera squadra del Grande Torino.  

Civiltà e rispetto che tutti coloro che si appassionano a questo sport dovrebbero coltivare, o ritrovare in alcuni casi, perché una vittoria o una sconfitta sono eventi transitori, ciò che conta è essere degni della storia di un grande evento, come il derby che da oltre un secolo si svolge sotto la Mole di Torino.