IL REGISTA MARIO MARTONE HA VOLUTO CREDERCI
Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ospita la mostra “NOI CREDEVAMO. Il Risorgimento secondo Martone”
KRIZIA RIBOTTA – 15.03.2011
TORINO – In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, il Museo Nazionale del Cinema non poteva ignorare il grande successo che il film Noi credevamo (2010) di Mario Martone ha riscosso sia dalla critica al Festival di Venezia che dal pubblico. Per questo ha deciso di allestire la mostra, a cura del direttore del museo Alberto Barbera “NOI CREDEVAMO. Il Risorgimento secondo Martone”, aperta dall’11 marzo fino al 15 maggio.
Lungo la cancellata esterna della Mole Antonelliana e nella suggestiva aula del Tempio sono esposte 170 immagini appositamente selezionate dal regista e sceneggiatore Martone insieme al direttore della fotografia Renato Berta, corredate di didascalie tecniche, impreziosite da dialoghi tratti dal film. Un percorso che ripercorre le fasi del lungometraggio presentando non solo foto di set o di backstage, ma anche alcuni dei fotogrammi scartati durante la fase di montaggio. Alla mostra è dedicato un volume omonimo, edito da «Il Castoro», in collaborazione con il Museo (a cura di Alberto Barbera, Milano 2011, pp. 232, € 25.00), che oltre alle 170 immagini esposte alla Mole, contiene alcune interviste che si prestano ad essere interessanti spunti di riflessione.
«I film di ambientazione storica sono spesso poco credibili, si confrontano con problemi di verosimiglianza. Pochi registi hanno dato l’impressione di possedere la chiave del successo. Uno di questi è Mario Martone»:così alla presentazione della mostra, svoltasi giovedì 10 marzo, il direttore Alberto Barbera ha introdotto il regista, che tra pochi giorni porterà in scena le Operette morali di Leopardi.
Spendendo qualche parola sul film, che è stato proiettato dopo la mostra al Cinema Massimo, Martone, preferendo lasciar parlare le immagini, spiega quella che è stata la sua chiave del successo: ogni persona coinvolta nel progetto, dagli attori ai costumisti, ha partecipato con passione alla riuscita del film, come traspare anche dalle fotografie della mostra.
Ed è proprio quel noi del titolo a rafforzare ancor più lo spirito collettivo e a destare emozioni nel pubblico. Anche per questo si sono affrettati i tempi dell’uscita della pellicola su supporto digitale: a partire dal 16 marzo, infatti, il film prodotto da Palomar e Les Films d’Ici con il contributo di Film Commission Torino Piemonte, e Comitato Italia 150, Ministero per i Beni e le attività Culturali, e il patrocinio del Comune di Torino e a cui Giancarlo De Cataldo ha collaborato con il regista alla sceneggiatura, sarà disponibile in dvd.
Lo stesso Martone, nonostante credesse molto nel film a cui ha lavorato duramente per 7 anni, non si aspettava un’affermazione così acclamata da parte degli spettatori, tanto che l’uscita della pellicola, inizialmente, è stata di sole 30 copie. Ha proseguito il suo intervento focalizzando l’attenzione sul problema dei tagli alla cultura nel nostro Paese, definendo il colpo di scure «una vera e propria guerra alla cultura». Se così sarà, non si avrà più nessun film «noi credevamo», non si avranno più libri, e forse, non si avrà più nessun museo del cinema.
Raccontando della promozione del lungometraggio, Martone ha poi spiegato, con grande entusiasmo, che il film è stato richiesto dagli studenti universitari durante l’occupazione della Sapienza a Roma nei mesi scorsi: «Nessuno poteva prevedere che un film storico, così articolato, che ha coniugato la complessità della riflessione storica con una narrazione di rara potenza espressiva e una direzione di attori esemplare, potesse essere richiesto dai ragazzi in rivolta. Il film è stato svolto magnificamente, sono davvero soddisfatto».
Soddisfazione che è cresciuta ulteriormente l’11 marzo sera, quando, al Castello Reale di Moncalieri, gli è stato conferito il premio cinematografico Città di Moncalieri «Memorie, Storia e Futuro», promosso dalla Città di Moncalieri e dall’Associazione Piemonte Movie, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema e la FilmCommission Torino Piemonte. Premio di cui il regista napoletano si è sentito molto fiero, commentando: «Sono felice ed orgoglioso di essere per un pezzo torinese», nel ricordare l’ambientazione storica del suo film, Torino, capitale del Regno d’Italia.
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