“IL PANE DELLA MISERICORDIA”
Un carosello di emozioni nella mostra dell’artista bosniaco Safet Zec a Loreto
Benedetta Grendene, 01.08.2016 FOTOGALLERY
Il pellegrino in visita alla Santa Casa di Loreto potrà vivere emozioni intense in questo Anno Santo visitando “Il pane della Misericordia”, straordinaria mostra che offre una panoramica dell’artista bosniaco Safet Zec. La sua poetica si svela in una settantina di dipinti e incisioni custoditi fino al 25 settembre nella pittoresca cornice delle Cantine del Bramante del Palazzo Apostolico.
L’esposizione, a cura di Giandomenico Romanelli e Vito Punzi con la collaborazione di Patrizia De Micheli, è ad ingresso libero e testimonia il talento prodigioso di Zec, già autore di una pala d’altare dedicata alla Deposizione ed esposta nella Chiesa del Gesù a Roma dal 27 settembre 2014, con una cerimonia e una benedizione di Papa Francesco, in occasione del secondo centenario della ricostituzione della Compagnia di Gesù.
Su volontà di Mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo delegato pontificio della città mariana, tre opere di particolare pathos ad integrazione della mostra possono essere ammirate all’interno della Basilica, nella cappella spagnola, in quella tedesca e in quella francese per accompagnare il pellegrino nel percorso giubilare, con un viaggio introspettivo anche attraverso l’arte. Un viaggio da compiere in silenzio, nel raccoglimento e nella preghiera, perché come ci ricorda Enrique Baltanas “Dio è un silenzio che si può ascoltare dappertutto”, anche nel cuore e nell’anima di un’artista che con le sue opere si dona a noi.
E Safet Zec, che oggi guarda la realtà con occhi nuovi dopo aver toccato con mano la cultura della morte e della guerra che hanno distrutto la sua Sarajevo, riesce a trasmettere quella luce di speranza che sorge dal racconto della quotidianità in modo semplice ma straordinario. L’alba si palesa in una palingenesi che nasce dall’incontro con la bellezza del cristianesimo che tutto purifica e lava, anche il dolore. Safet Zec cattura l’essenza, la verità della vita che ci rende fratelli universali e le sue tele sono “intrise di storie, le nostre storie; di gesti, i nostri gesti; del nostro sangue e delle nostre lacrime” come sottolinea Enzo Bianchi, priore della comunità monastica di Bose che tanto promuove il dialogo ecumenico, nel suo contributo critico nel catalogo della mostra edito da FMR Arte – UTET Grandi Opere.
Percorsi artistici e spirituali come questi, sono un grande dono per tutti e vale la pena non perdere l’occasione di farne tesoro per ritrovare quella scintilla di divinità che è in tutti noi, nella sacralità del silenzio e nell’incontro con il Mistero. Oggi più che mai squarciano la frenesia del nostro vivere le parole di Madre Teresa di Calcutta che Papa Francesco proclamerà Santa il prossimo 4 settembre: “Abbiamo bisogno di trovare Dio, ed Egli non può essere trovato nel rumore e nella irrequietezza. Dio è amico del silenzio. Guarda come la natura – gli alberi, i fiori, l’erba – crescono in silenzio; guarda le stelle, la luna e il sole, come si muovono in silenzio … Abbiamo bisogno di silenzio per essere in grado di toccare le anime”. E Safet Zec le anime riesce a toccarle e a farle vibrare di luce nel profondo.
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