IL LUNGO VIAGGIO DELLA POPOLAZIONE PALESTINESE RIFUGIATA

Marina Calvino introduce agli studenti universitari di Torino la mostra realizzata dal Comitato Italiano per l’UNRWA

SILVIA ALBA – 5.12.2014

TORINODal 14 novembre 2014 al 4 gennaio 2015, a Torino in corso  Valdocco 4/A, il Museo Diffuso della Resistenza, Deportazione, Guerra, Diritti e della Libertà, ospita una mostra che non lascerà spazio all’indifferenza: “Il lungo viaggio”, titolo scelto per questa esposizione audiovisiva che attinge direttamente dall’Archivio storico dell’UNRWA, l’Agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.

Sull’importanza dell’evento ha parlato all’Ateneo torinese Marina Calvino, segretario generale comitato italiano per l’UNRWA Onlus, nel corso della lezione della prof.ssa Adalgisa Lonni, autrice lei stessa di vari elaborati riguardanti l’argomento.

La United Nations Relief and Works Agency (Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione) è stata istituita nel 1949 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a seguito della guerra arabo-israeliana dell’anno precedente.

Allora il numero di abitanti palestinesi cacciati dalle proprie case, dalle proprie città, ammontava a 700mila e l’Agenzia svolgeva attività di primo soccorso.

L’UNRWA opera tutt’ora nei campi profughi che negli anni hanno ospitato i palestinesi in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Fin dalla sua fondazione ha collezionato foto e film che coprono vari aspetti della loro storia. In sessantacinque anni di operatività l’Agenzia ha cercato di garantire ai rifugiati, per quanto possibile, una sistemazione dignitosa al fine di ricostruirsi una vita e non darsi per vinti. Vari sono i programmi di istruzione e formazione  per aiutare i palestinesi ad assicurarsi una buona educazione scolastica ed imparare un mestiere, senza trascurare l’assistenza ai bambini ed agli adulti disabili.

Lo spazio è poco, ma le cifre aumentano ed i campi profughi si sono ora trasformati in città verticali, sovraffollate: il numero di rifugiati sfiora i 5 milioni. Purtroppo le nazioni ospitanti questa enorme quantità di persone negli ultimi anni sono stati essi stessi, per diverse ragioni, teatro di guerre strazianti. I palestinesi si sono così ritrovati in una situazione che li vede sfollati in Paesi dove non hanno diritti e da cui non possono scappare, a causa delle leggi imposte nei loro confronti dagli stati limitrofi.

Il titolo della mostra si ispira a quella che è la storia dei rifugiati palestinesi, un viaggio che è iniziato ma che è rimasto stanziale, nella lunga attesa di un ritorno alle proprie terre che, almeno per il momento, sembra molto lontano. Una storia fortemente segnata da una guerra che non è mai finita e che sembra essere radicata nelle persone stesse. Ci sono bambini a Gaza di soli sette anni che hanno già vissuto tre guerre, che tutt’ora vivono senza elettricità e che nell’estate 2014 hanno visto più di una scuola ONU bombardata: come può un bambino crescere in un ambiente simile? Eppure la speranza e la pazienza non sembra mancare in questo popolo, che tanto ha sofferto ma non smette di guardare avanti.

La mostra, suddivisa in sei sezioni storiche, rappresenta una piccola parte di quello che è un’eredità culturale inestimabile di oltre 430mila negativi, 10mila stampe, 85mila slide, 75 film e 730 videocassette. Per l’immenso valore è riconosciuta come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nella categoria “Memorie di un popolo”.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito del museo tramite il link:

http://www.museodiffusotorino.it/news/1215/il-lungo-viaggio-della-popolazione-palestinese-rifugiata

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