GRANELL, L’ULTIMO SURREALISTA SPAGNOLO “
Dopo vari viaggi e permanenze in Francia, Guatemala e negli Stati Uniti, il poliedrico artista ritorna nella sua patria di origine
OTTOBRE 2003
ROMA – Il 16 ottobre apre a Roma, nella sala dell’Instituto Cervantes di Piazza Navona 91 (info: tel. 06. 686.1871, http://roma.cervantes.es), la mostra antologica dell’artista surrealista spagnolo Eugenio Granell (1912- 2001), organizzata dall’Instituto Cervantes di Roma, in collaborazione con la Fondazione Eugenio Granell e patrocinata dalla Dirección General de Promoción Cultural, Consellería de Cultura, Comunicación social y Turismo de la Xunta de Galicia y Caixanova.
L’esposizione, che permarrà fino al 16 novembre, presenta ventotto opere, tra le quali venti dipinti e otto sculture, realizzate tra il 1940 ed il 1990 e appartiene al ciclo «Esilii della cultura spagnola», tema attorno al quale ruota la programmazione culturale autunnale dell’Instituto Cervantes, articolata in varie iniziative letterarie, cinematografiche ed espositive.
L’opera dell`artista galiziano si sviluppa in campi diversi ed al tempo stesso complementari come la musica, la narrativa, la saggistica, la pittura, la scultura, il collage o il ready-made ed è ispirata dal surrealismo, influenzata da grandi talenti spagnoli come Miró, Buñuel e Dalì.
La vita e l’arte di Granell sono state segnate dall’esilio. Nel 1939 abbandona la Spagna, in seguito alla sconfitta dell’esercito repubblicano e dopo un breve soggiorno in Francia, dove entra in contatto con circoli di artisti surrealisti, inizierà una peregrinazione per l’America che lo porterà nella Repubblica Dominicana, in Guatemala, a Portorico ed a New York, e che durerà quasi 40 anni. Lungo i suoi viaggi conobbe personaggi come André Breton, che lo collocò nella seconda generazione di surrealisti insieme a Giacometti, Gorky o Benjamin Péret, e Marcel Duchamp, con il quale inizierà nel 1952 una lunga amicizia che influenzerà il percorso artistico del pittore spagnolo.
La “pittura letteraria” di Granell, che raggiunse il momento più prolifico nel periodo newyorkese, durante il quale fu rappresentante dell’Internazionale Surrealista, implica un complesso ibrido fra la mitologia tribale e la tradizione classica, cancellando la frontiera tra il cosciente ed l’onirico. Nelle sue ultime opere, eseguite dagli anni ’70 agli anni ’80, molte delle quali realizzate dopo il suo rientro definitivo in Spagna nel 1985, assistiamo al ritorno ad una fase figurativa.
Opere dell’artista spagnolo fanno parte delle delle più ’ importanti raccolte museali pubbliche, come il Museum of Modern Art di New York, il Reina Sofia di Madrid ed alcuni musei italiani, della Repubblica Dominicana, Portorico e Guatemala, così come in varie collezioni private europee ed americane.