GORAN BREGOVIC  

Mattatore della serata con la sua straordinaria esibizione musicale al Forte di Bard

Fabio Terranova, 25.08.2016

BARD Mercoledì 24 agosto si è chiusa la rassegna degli eventi estivi Musicastelle Outdoor 2016 atti a celebrare i 10 anni del Forte di Bard – provincia di Aosta – come polo culturale aperto al pubblico. Una conclusione avvenuta in grande stile con una speciale data fuori tour del grande Goran Bregovic nel suo concerto Chi non diventa pazzo non è normale!”.

Bregovic è di casa in Italia, ed anche in Valle d’Aosta dove già si era esibito nel 2012 per la rassegna «Aosta Classica», occasione in cui il musicista serbo croato  – oggi 66 anni –  aveva attirato al Teatro Romano ben 1.065 persone paganti. Di gran lunga superiore è stata l’affluenza a questa sua nuova esibizione al Forte che la Regione Valle d’Aosta ha voluto rendere gratuita. Prima dell’inizio il Presidente della Regione Augusto Rollandin  ha invitato tutti ad osservare un minuto di silenzio in segno di vicinanza e cordoglio alle popolazioni del Centro Italia colpite dal terribile terremoto, aprendo una raccolta fondi a sostegno delle popolazioni coinvolte dal sisma. Ma pochi minuti sono passati perché la tristezza lasciasse il posto al talentuoso musicista Goran Bregovic ed alla sua band che per ben due ora, senza sosta, hanno regalato divertimento e forti emozioni in un carosello passionale di musica e canti, dal forte richiamo popolare.

A Bard così come nei suoi ultimi album  – «Alkohol Šljivovica & Champagne» e  «Champagne for the Gypsies» – Bregovic ha ribadito l’importanza della tradizione musicale e filosofia di vita dei gitani, mai come adesso visti di cattivo occhio dall’Europa tecnocratica: «Ognuno di noi dovrebbe, almeno per un momento della vita, essere un po’ “gipsy” – ha ribadito – Meglio i “miei” zingari, con il casino delle loro trombe e le loro bevute colossali, che i silenziosissimi e grigissimi banchieri. Loro sono sbronzi da sempre, senza gioia e senza alcuna malinconia. Senza chiasso, ma anche senza amore». Ecco il motivo per cui da trent’anni suona musica gitana mischiata ad influssi di altre parti del mondo, e non si è smentito nemmeno in questa magnifica location, immancabilmente vestito di bianco ed accompagnato dalla sua consueta Wedding and Funeral Band, una fanfara di ottoni che si rifà, rivisitata, alla tradizione dei complessi ottomani e rom con fiati, percussioni e voci bulgare.

Così Bregovic e la sua band  hanno infiammato il numerosissimo pubblico al ritmo contagioso di sax, trombe e percussioni,  passando da cavalli di battaglia come «In the Death Car» e «Underground Tango–Ausencia» alla selvaggia apoteosi finale delle travolgenti «Bella ciao» e «Kalasnjikov». Non sono mancate anticipazioni di brani del nuovo album in uscita il prossimo anno.

Durante la serata il Forte è stato illuminato da un grande Sole proiettato sulle mura esterne «a memoria del valore della cultura e dell’arte quali fari per l’umanità». Una fantastica atmosfera ha coronato così degnamente l’esibizione valdostana del grande musicista Goran Bregovic, applauditissimo al Forte di Bard.

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