GIUSEPPE POLLAROLO: UN PRETE DI FRONTIERA (1907-1987)
In anteprima alla Fondazione Carlo Donat-Cattin la presentazione dell’importante opera di Giuseppe Tuninetti, chiave di lettura storica- religiosa e civile della realtà torinese del secolo scorso.
DICEMBRE 2004
GIANNI FERRARO
Presentato recentemente a Torino nel prestigioso salone della Fondazione Carlo Donat-Cattin a Palazzo Scaglia, accogliente bomboniera nel centro storico della città, il libro di don Tuninetti si evidenzia per la rievocazione storiografica della Torino del secolo scorso, in cui emerge la figura della grande personalità umana di don Giuseppe Pollarolo.
Di umili origini alessandrine, cresciuto alla scuola di don Orione sulla scia di don Bosco e del Cottolengo, iniziò da giovane prete la sua missione a Torino nel 1943 durante la seconda guerra mondiale affrontando con eccezionale coraggio e determinazione problemi enormi e disperati: dalle vittime dei bombardamenti agli sfollati, dal ritorno dei sopravvissuti ai campi di concentramento alla riconciliazione della famiglie e all’arrivo dei tanti immigrati nella città che stava rinascendo grazie alla espansione della Fiat e di altre piccole-medie aziende.
L’esempio luminoso che don Pollarolo ci ha lasciato è veramente straordinario: la sua catechesi nel «convertire innanzi tutto noi stessi per essere testimoni di Cristo, operatori di pace attivamente impegnati nel sociale», è una guida preziosa soprattutto per l’uomo di oggi, trasportato e usato dai richiami fatui della società moderna e ben lontano quindi dal capire il senso della propria esistenza.
È una vera ricchezza poter attingere alla vita mirabile di questo “prete di frontiera” che ci insegna, non solo a parole ma con le opere, a vivere l’Evangelo, che ci vuole uomini attenti, sensibili e coraggiosi, capaci di dare risposte concrete alle necessità degli altri.
Dall’opera dell’autore don Tuninetti, docente di Storia della Chiesa contemporanea alla Facoltà torinese di Teologia, emergono i segni indelebili della vita vissuta da don Giuseppe che ha saputo trasmetterci il carisma inesauribile del suo Maestro San Luigi Orione : «Carità, carità, carità! Gesù, con il tuo divino amore, dà a noi un grande spirito di carità verso le anime, specialmente verso i figli dei poveri e verso i poveri infelici e abbandonati. Tu lo sai, o Signore: noi siamo i tuoi poveri e nati per i poveri (…). Nulla vi è di più caro a Gesù, nulla di più prezioso della fraterna carità; ond’è che noi dobbiamo o miei cari, adoperare ogni cura per conservarla e accrescerla in noi e nella congregazione».