DUE RUOTE, ZERO PENSIERI, MILLE EMOZIONI.
In ricordo del giovane campione Marco Simoncelli, l’angelo biondo che ha fatto della sua breve vita un esempio di virtù
Benedetta Grendene, 30.08.2016 FOTOGALLERY
CORIANO – “Marco hai ottenuto la pole position anche nei nostri cuori”: con queste parole cariche di affetto, Coriano, piccolo paese immerso nel verde delle colline riminesi, ancora oggi dopo cinque anni da quel maledetto 23 ottobre 2011 omaggia la giovane anima di Marco Simoncelli che aleggia nei cuori degli abitanti di Cornilianus, prediale latino che sta ad indicare il fondo della gens Cornelia.
Tutto ancora ha il sapore forte di lui, a partire dalla lapide commemorativa che, in pieno centro storico, nei pressi di Piazza Don Minzoni continua a portare in trionfo il 58, numero con cui Marco Simoncelli correva in pista, accompagnato dalle commoventi parole: “Mi piacerebbe essere ricordato come uno che in gara sapeva emozionare”.
Incontenibile è l’emozione quando si attraversa la strada e si entra nel museo che si trova sotto i portici, nello stesso stabile del teatro Corte di Coriano, e racconta la storia del Sic attraverso foto, coppe, premi, trofei e soprattutto attraverso le sue moto, i beni più preziosi che lo hanno accompagnato in vita. Un velo di malinconia e di tristezza misti a rabbia e a tanti “perché” oscurano l’anima di chi si accosta alla vita di questo giovane campione e nel ripercorrere le tappe della sua carriera motociclistica, si riflette su quanto sia fugace la nostra esistenza. Sapere che Sic l’ha vissuta in pieno su due ruote, zero pensieri e mille emozioni forse è di conforto ma non toglie il dolore quando si osservano le tute che indossava, i suoi guanti, alcuni lisi e consumati, la sua prima moto da cross. Un destino ingiusto ha spento a soli 24 anni il sorriso di Marco, che in pista per tutti era il Sic o SuperSic. Un appellativo che come ricorda Veronica, una delle addette al museo Simoncelli, si rivelerà tristemente nefasto, dal momento che è anche l’acronimo di Sepang International Circuit, il maledetto circuito della Malesia dove si laureò Campione del Mondo della Classe 250 nel 2008 ma a distanza di tre anni il 23 ottobre 2011 quello stesso circuito malese fu il tragico teatro dell’incidente che gli costò la vita.
E le note di “Siamo solo noi” di Vasco Rossi e della struggente “Il giorno di dolore che uno ha” di Ligabue segnano i momenti più emblematici della vita del Sic, documentati in un video che ininterrottamente ci ricorda quanto in fondo per Marco sia stato meravigliosamente bello ed entusiasmante vivere. Vivere per lo sport, vivere per una passione e “vivere per la mia famiglia, la mia morosa, la mia mamma, il mio babbo…E niente..Voglio bene a tutti” afferma il Sic nel video, con il suo inconfondibile cesto di riccioli biondi che tanto lo rendevano così amabile e simpatico. In fondo è valsa la pena vivere, direbbe il Sic. Parlando del suo team che lo seguiva nelle piste in giro per il mondo confessa: “Volendosi bene si va molto lontano … ”. E di bene deve averne seminato parecchio se ancora oggi la sua Coriano lo ama così tanto da dedicargli un monumento, posizionato nel verde di un prato, a pochi passi dal museo.
“Ogni domenica”: è questo il titolo dell’opera di Arcangelo Sassolino che all’imbrunire per 58 secondi riaccende il fuoco dei motori dal marmittone donato da Lino Dainese alla famiglia Simoncelli. Una fiamma simbolica che ogni domenica alimenta e tiene acceso il ricordo del Sic e simboleggia il tramonto di una giovane vita strappata all’affetto dei suoi cari, ma ancora viva nel cuore di tutti. Marco correva il suo sogno e chi muore facendo ciò che più amava nella vita, vivrà per sempre. Lui che era particolarmente apprezzato per l’integrità morale, la lealtà e la correttezza nella competizione sportiva, per gli ideali di fraternità, di rispetto, di accoglienza verso tutti lascia solo tanto bene e tanto amore ora che non c’è più. La storia del Sic è una testimonianza straordinaria di come il bene genera bene: per onorare in modo degno e duraturo la memoria di SuperSic che alla carriera di pilota ha sempre affiancato l’impegno verso la solidarietà e l’attenzione verso i più deboli è nata infatti la Fondazione Simoncelli con sede a Riccione. Una Onlus con finalità esclusivamente umanitarie e morali costituita dalla famiglia e amorevolmente gestita dai genitori Rossella e Paolo, dalla sorella Martina oggi diciottenne e in modo speciale dalla fidanzata Kate che ancora continua a volergli bene. Tra i progetti realizzati c’è il centro riabilitativo per disabili a Coriano e la casa Marco Simoncelli, inaugurata nel 2013 anche grazie al sostegno della Fondazione Francesca Rava, presso l’orfanotrofio NPH a San Pedro de Macoris in Repubblica Dominicana, per accogliere bambini disabili nel nome di Sic. Perché anche se il giorno di dolore che uno ha è forte, bisogna continuare a vivere come canta Ligabue “Quando indietro non si torna, quando l’hai capito che la vita non è giusta come la vorresti te, quando farsi una ragione vorrà dire vivere”… Ciao Sic!
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