DISEGNI DI THOMAS GEVE ALLA MOSTRA DEL MUSEO DELLA RESISTENZA A TORINO
Per non dimenticare il passato e un orientamento al futuro
GABRIELLA OLDANO – 03.02.2012
TORINO – Ai tanti Thomas Geve, bambini e ragazzi che hanno vissuto la drammatica esperienza dei campi di concentramento, sia quelli che non ce l’hanno fatta perché soffocati nelle camere a gas o stremati dalla fame, dal freddo e dai lavori troppo faticosi per i loro fragili corpi scheletrici, o per le violenze subite, sia quelli che come Geve sono riusciti a sopravvivere all’indelebile obbrobrio, è dedicato il «Giorno della memoria», nella mostra «Qui non ci sono bambini. Infanzia e deportazione. I disegni di Thomas Geve», allestita nel Museo diffuso della Resistenza di Torino, nel Palazzo dei Quartieri militari, in corso Valdocco 4/A.
Visitabile fino al 13 maggio, la mostra, curata da Alberto Cavaglion, Chiara Cavallarin, Francesco Toso e Guido Vaglio direttore del museo, è aperta dal 27 gennaio, giorno in cui si commemora l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz e, con esso il ricordo di un passato che non si vuole e non si può dimenticare per poter impedire che ogni simile devianza antisemita, xenofoba e razzista si compia in futuro, come a quel tempo, con lo sterminio, le persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti.
«Un monito perché quelle atrocità non si ripetano mai più» si legge in una nota a margine del sindaco della Città Piero Fassino e dell’assessore comunale alla Cultura Maurizio Braccialarghe durante la presentazione della mostra. E ancora: «Gli impressionanti disegni fatti allora da un bambino internato rimangano oggi una grande testimonianza dell’orrore subito da milioni di persone nei campi di concentramento nazisti», commenta Roberto Placido, vicepresidente del Consiglio Regionale delegato al Comitato Resistenza della Regione Piemonte.
È un’iniziativa del museo della «Resistenza e deportazione» che nasce dalla lettura dell’opera editoriale Einaudi, «Qui non ci sono bambini. Un’infanzia ad Auschwitz», e in collaborazione con i Comitati regionale e provinciale per l’affermazione e la valorizzazione dei valori della Resistenza del Consiglio regionale del Piemonte e Provinciale, il Consiglio regionale del Piemonte, la Provincia di Torino, la Città di Torino, la Comunità ebraica di Torino, il Goethe-Institut di Torino e la stessa casa editrice Einaudi. Un’iniziativa di alto valore che ha ricevuto una medaglia di rappresentanza dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Dopo al Memoriale di Buchenwald, nel 1995 e successivamente in Germania, Polonia, Svizzera, Gran Bretagna, negli Stati Uniti, in Francia, Serbia e nei Paesi Bassi, la mostra è ospitata per la prima volta in Italia: è una riproduzione di cinquanta disegni dei settantanove originali, conservati nel museo «Yad Vashem» (ente nazionale per la memoria degli eroi e dei martiri della Shoah), di Gerusalemme, realizzati da Thomas Geve, di famiglia ebrea, quando, allora quindicenne, rimase nel campo di Buchenwald ancora un mese dopo la liberazione da parte delle forze russe.
Il suo fisico debilitato non reggeva più alcun passo. Deportato ad Auschwitz-Birkenau all’età di tredici anni, dove venne separato dalla madre, che non rivide più, e visse tanta sofferenza in una realtà inquietante e disumanizzante, Thomas, con l’arrivo delle truppe americane nel gennaio 1945, fu costretto ad evacuare con altri prigionieri prima al campo di Gross-Rosen e poi di Buchenwald. Un adolescente che si salvò nel lager perché serviva: fu messo ai lavori forzati come muratore.
Ad un mese dalla liberazione del lager di Buchenwald, Thomas impresse su fogli dei formulari delle SS tutto quel aveva fino allora vissuto e visto in quei campi della morte, per dare ai genitori una testimonianza ben documentata delle varie tappe di cui aveva fatto esperienza. Solo il padre, medico, che era fuggito nel 1939 in Inghilterra, era ancora vivo. Con matite colorate donatigli dagli alleati, creò disegni semplici, ma ben dettagliati. dando una mappatura delle aree recintate, una descrizione della vita quotidiana, della fatica delle marce forzate per sfuggire all’esercito russo e della libertà a Buchenwald con l’arrivo delle forze russe.
«In una mappa del lager di Buchenwald – spiega il curatore della mostra Alberto Cavaglion –«dentro una piccola torretta indicata con la lettera T, il bambino Geve ha disegnato un piccolissimo occhio. Si fatica quasi a vederlo, ma subito si capisce che […] attraverso quell’occhio surreale l’infermeria, lo spiazzo dell’appello, le baracche ci sembrano crescere a dismisura mano a mano che il nostro occhio di osservatori adulti scende a contemplare l’enormità del torto subito».
Il padre di Thomas intuì la preziosità di quei disegni e li conservò in una cassaforte climatizzata per molti anni fino al 1985 quando Thomas li donò poi al Museo «Yad Vashem».
Dal 1950 Geve vive in Israele, paese che ha lasciato per venire all’inaugurazione della mostra a Torino e per la partecipazione ad alcune iniziative in programma per la Giornata della memoria, e l’incontro con scolaresche.
Nella mostra a Torino, oltre alle didascalie scritte dall’ingegnere Thomas Geve che affiancano le copie di disegni, vi sono anche pannelli che illustrano il contesto storico. È aperta nei giorni martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00 e il giovedì dalle ore 14.00 alle ore 22.00.
Per informazioni: Museo diffuso della Resistenza, corso Valdocco 4 A, Torino. tel. 011.43.63.470, info@museodiffusotorino.it e www.museodiffusotorino.it
Per informazioni e prenotazioni di visite guidate in programma fino a maggio, contattare i «servizi educativi» del museo al numero 011. 44.20.783 da lunedì a venerdì, dalle ore 10.00 alle ore 17.00 o scrivere didattica@museodiffusotorino.it
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