DALLA CANZONE ALL’OMELIA “CANTILLATA”
Così Monsignor Antonio Staglianò si apre ai giovani ed entra nel cuore di tutti
Tiziana Bettinelli, 18.05.2015
ROMA – “La musica è la parte principale dell’educazione perché il ritmo e l’armonia sono particolarmente adatte a penetrare l’anima”. Questa citazione di Platone sembra rispecchiare appieno le intenzioni di Monsignor Antonio Staglianò, affermato teologo, attualmente vescovo di Noto, in provincia di Siracusa.
Grazie ad alcuni video che impazzano sul web, è divenuto popolare in tutta Italia per le sue prediche cantate, anzi “cantillate”. Recentemente ospite di Magalli al programma televisivo “I Fatti Vostri”, don Tonino, come familiarmente si fa chiamare, ha raccontato con passione il suo modo di coinvolgere i giovani nelle riflessioni.
Da sempre grande appassionato di musica – da giovane componeva canzoni con un amico, strimpellando la chitarra – ha capito la potenzialità di usare a scopo pedagogico i testi di alcune famosissime canzoni di oggi. Tra Noemi, Mengoni, Nek, Vecchioni, il suo repertorio è vasto, variegato e costantemente aggiornato.
L’intuizione nasce qualche anno fa, quando doveva trarre le conclusioni a un convegno sulla metafisica, organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore. Ispirandosi alla Divina Commedia di Benigni, per catturare l’attenzione dei 300 ragazzi iniziò a cantare Vuoto a perdere di Noemi, introducendo così il tema dell’Horror vacui, l’orrore del vuoto che gli esseri umani hanno. Nella stessa occasione, cita poi L’Essenziale, brano con cui Mengoni vince il festival di Sanremo nel 2013. Spiega il vescovo: “l’Essenziale è un termine della metafisica, Aristotele lo spiega bene nel quarto capitolo della Logica. Ma il fatto che una cosa sia ciò che sia non interessa ai giovani, bisogna metterlo in altri termini”. Ed allora sottolinea: “Se tu ami una persona ti interessa sapere che cos’è l’essenza dell’amore, altrimenti si rischia di fare solo chiacchiere. A tale proposito Mengoni ha quella frasetta interessante che dice “non accetterò un altro errore di valutazione, l’amore è in grado di celarsi dietro amabili parole che ho pronunciato prima che fossero vuote e stupide”. Ed ecco che ritorna ancora il vuoto di Noemi”.
Forse non sarà stata una lezione di alta metafisica però ha parlato di cose pertinenti e il messaggio è sicuramente arrivato. Da quel momento il vescovo utilizza più volte, all’interno delle omelie per le cresime o alle giornate diocesane della gioventù, stralci di canzoni per parlare ai giovani tramite un linguaggio che conoscono, che interessa e che nello stesso tempo affronta temi evangelici importanti. “Alcuni testi – continua Staglianò – sono la traslitterazione umana di testi evangelici. Ad esempio, “Se non ami” di Nek che non è nient’altro che l’inno alla carità di San Paolo trasportato in linguaggio musicale”. Un altro esempio è “Fatti avanti amore” che ci fa prendere coscienza di un fatto straordinario, che “siamo fatti per amare nonostante noi”, siamo capacità d’amore, il nostro cuore è infinito nell’amore e se l’amore non arriva il nostro cuore non si attiva.
Un canale universale, la musica, che tocca il cuore di tutti. L’intuizione di don Tonino è stata quella di coniugare l’importanza e la sacralità degli argomenti della Chiesa con le canzoni moderne che tutti i ragazzi ascoltano. E, a quanto pare, l’esperimento è più che riuscito.