Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 13,47-53)
 
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
 
Parola del Signore
 
Sono parole forti quelle usate da Gesù per descrivere il destino di coloro che si separano da Dio o non vogliono sapere nulla di Dio. Sì, perchè “Dio è amore” e non è condanna.  E il suo amore precede ogni altro amore, è lui che ama per primo e questo suo amore è visibile, sperimentabile, palpabile (1Giovanni 1,1-2), si è fatto persona nel Figlio Gesù. Ma allora come capire questa fornace ardente? In ogni città c’è una discarica, un luogo dove si gettano i rifiuti. L’immondezzaio di Gerusalemme si trovava in una valle chiamata Geenna, dove, all’epoca dei re, c’era una fornace perfino per sacrificare i falsi dei Molok. Per questo, la fornace della Geenna divenne il simbolo di esclusione e di condanna. Non è Dio che esclude. Dio non vuole l’esclusione e la condanna di nessuno, vuole che tutti abbiano vita e vita in abbondanza. Ognuno di noi esclude se stesso.
 
Dio non ci manda all’inferno. Vedete amici?! Siamo proprio noi a costruire, a poco a poco, e con le nostre stesse mani, il muro dell’inferno! Mescolando il fango del peccato alla paglia dell’invidia, i sassi dell’odio con la sabbia dell’indifferenza, mattone dopo mattone, errore dopo errore, abbiamo eretto questa parete che ci separa dal Signore: il muro. L’inferno. La lontananza da Dio. La “barriera” che non ci permette di essere avvolti dall’abbraccio del suo amore!
 
Sta a noi rompere questo muro fatto di cattivi pensieri, di brutti sentimenti, e lasciare entrare il sole a scaldare il nostro cuore. Il sole della luce di Dio. Il caldo sole del perdono che tutto supera e risolve. 
 
Alessandro Ginotta
 
L’immagine di oggi è “Il Giudizio Universale”, affresco di Michelangelo Buonarroti, 1536-1541, 1370×1200 cm, Cappella Sistina, Musei Vaticani, Città del Vaticano.