CARLOS GONZALES  MISSIONARIO DI GUARIGIONE, INTERVISTA

La coinvolgente e straordinaria  testimonianza  del terapeuta nell’incontro con gli studenti del Corso Universitario di Giornalismo diretto da Gianni Ferraro

TIZIANA BETTINELLI, 05.05.2015

TORINO – «Fin da piccolo mi è sempre piaciuto studiare le piante. Penso sia un pò per questo che mi sono avvicinato ai metodi di cura naturali, tralasciando la medicina tradizionale. Diciassette anni fa comprai un libro che un medico americano, Stanley Burroughs, pubblicò negli anni ’70, nel quale presentava un metodo curativo efficace per qualsiasi tipo di malattia».

È così che Carlos Gonzales, quarantenne terapeuta spagnolo, ha iniziato ad appassionarsi alla medicina alternativa e in particolare alla riflessologia. Ma la svolta decisiva fu l’inaspettata malattia della madre: si ammalò di tumore al colon e venne operata d’urgenza. Successivamente avrebbe dovuto seguire un ciclo di chemioterapia; in alternativa le propose quel metodo di cura che aveva appreso dal libro. «Riuscii a contattare un medico canadese Tom Woloshyn, che fu allievo delBurroughs.- racconta – Venne a vivere per un periodo da noi così da poter curare la mamma.  Dalla sua guarigione  sono trascorsi 10 anni e lei sta bene».  Allora  Carlos decide di cambiare lavoro e vita: da proprietario di negozio a Leon a terapeuta secondo la tecnica di Burroughs, che consta di un triplo sistema curativo: purificazione, riflessologia e cromoterapia.

«La purificazione – spiega Carlos – consiste nella pulizia degli organi del corpo attraverso un digiuno a base di acqua, limone, sciroppo d’acero e un pizzico di peperoncino. -sottolineando – Non dobbiamo purificare il corpo solo quando non stiamo bene, sarebbe bene farlo ogni cambio stagione, per 10/20 giorni ». Proposto dal medico statunitense a un amico che soffriva d’ulcera, dopo 50 anni di studi è stato comprovato che il metodo può andare bene per curare diversi mali.  La riflessologia, o Vitaflex, permette invece di sviluppare l’energia risanatrice che è interna ad ogni essere umano. Spiega il terapeuta: «Nelle mani, nei piedi, nella testa e nella schiena ci sono dei punti riflessi che rimandano ai diversi organi del corpo. Premendo e rilasciando questi punti viene liberata una certa scarica elettrica e il corpo, come computer umano, riceve degli input che arrivano agli organi corrispondenti».  Il terzo aspetto del metodo di cura prevede la terapia del colore, che sfrutta la gamma dello spettro cromatico – lo stesso dell’arcobaleno – per riequilibrare l’intero organismo. A queste tre componenti Carlos associa inoltre l’uso dell’aromaterapia lavorando con le proprietà stimolanti e lenitive degli oli essenziali.

In merito alla qualità della vita da controllare maggiormente, Borroughs nel suo libro presenta una ruota composta da dieci elementi che riguardano il benessere psicofisico: l’aria fresca, l’acqua pura, il sole, l’esercizio fisico, il riposo, la moderazione, la pulizia, i vestiti adeguati, la dieta (alimentare e linguistica) e Dio, sottolineando che “Bisognerebbe avere la giusta quantità di questi elementi perché la ruota possa girare senza problemi”.

Di questi aspetti, Carlos evidenzia l’importanza del riposo: «riposare non significa dormire, ma trovare del tempo per rigenerarsi, per sconnettersi dalle reti sociali che creano disequilibrio e riconnettersi con se stessi». Ma come farlo, in un mondo dove bisogna essere sempre connessi? «Innanzitutto bisogna avere l’intenzione di farlo davvero. Un buon consiglio è quello di suddividere gli spazi, dedicando il giusto tempo ad ogni cosa: c’è un tempo per gli amici, un tempo per la famiglia, un tempo per il lavoro, un tempo per il riposo». L’esercizio fisico sicuramente aiuta, in particolare lo yoga che porta beneficio donando  concentrazione e flessibilità, con maggiore consapevolezza del proprio corpo.

Altro punto fondamentale è la dieta. Ognuno deve sperimentare e scegliere gli alimenti che possono andare bene: «Tutto si può mangiare, ma non tutto si deve mangiare». Le  persone adulte devono imparare nuovamente  come mangiare,  tornare a recuperare un tipo di «alimentazione sobria, fatta di cose semplici e adeguata alla stagionalità». È anche importante  “benedire il cibo”, è un atto di fede, come se chiedessimo che ciò che stiamo per mangiare sia sano per noi. Aggiunge Carlos: «Benedire il cibo è anche un atto di consapevolezza, è essere presente a quello che stiamo facendo», introducendo così anche il tema della  dieta linguistica, argomento di primo acchito superfluo che si rivela  invece di fondamentale importanza perché è la mente che guida il corpo. «Quanto siamo attenti al dialogo interiore? Quello che pensiamo si vede, viene percepito da chi ci sta accanto. Dobbiamo riscoprire l’essenza delle parole, come l’augurio che sta dietro a un “buongiorno”». Lancia poi una provocazione agli studenti di giornalismo invitandoli a fare della «Comunicazione una Missione per aiutare gli altri, solo così potremo essere sorgente di luce e valori». Passa quindi ad analizzare un tema abbastanza delicato in un mondo occidentale sempre meno religioso e credente: «Qualcosa che si sta perdendo molto, che però è veramente importante, è credere in Dio, avere fede in qualcosa di superiore che ci ama e che desidera non vederci malati. Affidarci a Dio cambia la nostra vita». La preghiera è la componente essenziale della tecnica curativa praticata da Carlos Gonzales, come lui stesso afferma: «è Dio che cura, io sono un tramite verso il paziente che deve però essere ricettivo al cambiamento». Se, indipendentemente dai mezzi che si utilizzano, il triangolo non funziona, la guarigione non avviene e non arriva il cambiamento. È importante non pensare solo alla malattia, ma rendersi conto del proprio stato ed essere aperti alla cura. Spiega Carlos: «Questa non è una cura per cui ti do una pastiglia e guarisci, sei tu che devi essere disponibile al Cammino di guarigione . Tutti e cinque i sensi devono alimentarsi in modo corretto». Per far sì che la terapia sia efficace bisogna cambiare mentalità, prendere coscienza delle cose che ci fanno stare male e abbandonarle in favore di quelle che ci fanno stare bene. E chiosa: “Io, come terapeuta aiuto le persone in questo Cammino: il mio è un servizio che aiuta a star meglio”.  Vale la pena conoscere questo personaggio eccezionale Carlos Gonzales, un missionario che già a prima vista  trasmette dal suo volto una luce radiosa e vivificante. É  la luce che proviene dall’Alto, la stessa luce che si manifesta quando dice: «Il mio è un servizio dedicato agli altri, a fronte del quale chiedo in primo luogo di pregare Dio, in secondo luogo di fare opere buone secondo  l’insegnamento della parabola del buon samaritano “va e fa lo stesso” e per ultimo, solo per chi può e vuole, un’offerta libera».

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