METTI UNA SERA DI LUGLIO … IL MELODRAMMA A TAVAGNASCO !
Con la soprano Sandra Balducci il coro “Mozart” di Sabrina Pecchenino e l’orchestra “Arsnova” di Andrea Morello
MARGHERITA BARSIMI – 18.07.2012
TAVAGNASCO – Il nutrito calendario dei festeggiamenti per la ricorrenza della festa patronale di santa Margherita e di quella di santa Maria Maddalena, quest’anno si è ulteriormente arricchito per la concomitanza dell’arrivo, ai Piani, della terza tappa del 49° Giro della Valle d’Aosta. I diversi appuntamenti predisposti dalla Pro Loco, degnamente coadiuvata dalle associazioni attive in paese, avevano le caratteristiche necessarie per risultare interessanti e tutti degni di essere presi in considerazione.
Uno, però, forse ha colpito, più di altri, l’immaginario collettivo e individuale, sia per il numero di persone confluite nello spazio antistante la Chiesa e il Municipio, sia per la “generosità” della proposta: portare in piazza la grande Musica, quella, per intendersi, dei Teatri dell’Opera, della Scala, del Regio. L’Orchestra “Arsnova”, diretta dal Maestro Andrea Morello, il Coro “Mozart” di Ivrea, diretto da Sabrina Pecchenino, e la solista, il soprano Sandra Balducci, hanno presentato un programma che, sin dal primo brano in programma, ha conquistato la platea, che occupava tutto lo spazio disponibile, non solo sulle circa 400 sedie predisposte, ma ovunque ci fosse un posto libero, da cui poter ascoltare e vedere. Vedere? Certamente. Certe armonie, certe arie e certi cori, coinvolgono a tal punto che non basta ascoltare: è, infatti, troppo esaltante osservare le espressioni rapite, con cui i coristi accompagnano il canto!
Come non commuoversi di fronte ai virtuosismi degli strumentisti, la maggior parte dei quali, molto giovani, alcuni giunti da località anche distanti, “solo” per amore della musica d’assieme, “solo” per la soddisfazione di poter far parte di un gruppo, il cui scopo fondamentale è portare la musica a chi, pur amandola, non sempre è in grado di poterla “raggiungere” a teatro o nelle sale da concerto. Il programma, concordato tra il prof. Andrea Morello e il sindaco Giovanni Franchino, ha visto l’alternanza di brani per sola orchestra (sinfonie, ouvertures e intermezzi di opere celebri come “Il Flauto magico”, “Il ballo in maschera”, “Il Trovatore” o “La cavalleria rusticana”); altri per Coro, Orchestra e Soprano (“La vergine degli Angeli” dalla “Forza del destino” e “Casta Diva” da “Norma”) e cori memorabili e celeberrimi, in cui l’Orchestra “Arsnova” ha accompagnato il Coro Mozart in brani tanto popolari da essere conosciuti dal gran pubblico per se stessi e per quello che hanno rappresentato nel patrimonio culturale del popolo italiano, indipendentemente dalla loro funzionalità nel dramma lirico in cui erano stati collocati dall’autore. Un esempio per tutti? Il coro del “Nabuccodonosor” di G. Verdi che tutti conoscono semplicemente come il “Nabucco”, tanto amato e apprezzato da essere stato, in un certo periodo storico, abbastanza recente, individuato come inno nazionale in alternativa al “Canto degli Italiani” di Mameli-Novaro, che il maestro Morello ha diretto in chiusura di concerto tra la commozione generale.
Tra il pubblico si sono viste rappresentate tutte le generazioni, persone di diversa formazione culturale e di differenti gusti musicali, a dimostrazione di come la musica possa abbattere ogni barriera, perché riesce ad arrivare là dove spesso le parole creano incomprensioni e diffidenze: alla parte più genuina dell’animo umano, che qualche volta “giace” soffocato da incrostazioni di varia natura, che l’arte e la poesia spesso riescono a sciogliere, liberando “il fanciullino” di cui Pascoli diceva: « … sogna, o gli sembra di sognare, ricordando cose non vedute mai… parla alle bestie, agli alberi, alle nuvole e alle stelle; popola l’ombra di fantasmi e il cielo di dei. Egli piange o ride senza perché, perché nulla è più proprio della fanciullezza dell’anima che la contemplazione dell’invisibile…». Un concerto come quello del 18 luglio non è stato semplicemente uno spettacolo in musica, è stato molto di più: è stato, essenzialmente, una scoperta. I musicisti hanno scoperto che le fatiche e i sacrifici fatti per seguire la loro passione musicale, a volte, valgono a regalare al pubblico attimi di poesia, di condivisione e di solidarietà; gli spettatori, da parte loro, hanno scoperto il valore “ricreativo” di una serata in piazza, trasformata, per magia, in uno scenario di favola e di mistero; gli amministratori, infine, hanno riscoperto che … la cultura non solo appaga gli appassionati, ma paga anche, in termini di consenso e di assunzione condivisa di responsabilità.
Nelle immagini che seguono, i momenti salienti della serata.
FOTOREPORTAGE di © ENZO A. BORIN
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