ALBERTO D’ORAZIO, RICONFERMATO PRESIDENTE DELLA COMUNITA’ DEL PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO, LAZIO E MOLISE
Principia Bruna Rosco – 31.08.2012
Durante l’ultima assemblea della Comunità del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise tenutasi il 6 agosto a Pescasseroli, è stato riconfermato, con votazione unanime, il dott. Alberto D’Orazio nella carica di Presidente dell’organo consultivo e propositivo dell’Ente Parco.
Il dott. D’Orazio ha ringraziato per la rinnovata fiducia confermando il suo impegno per rafforzare il ruolo delle Comunità Locali nella vita e nel governo del Parco.
In questi giorni, ho avvicinato il dott. D’Orazio per proporgli un’intervista. Molto cordialmente, accetta di rispondere alle mie domande.
Come è composto il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco? «Dal Presidente e da dodici consiglieri nominati dal Ministro dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare. Le nomine avvengono su designazione del Ministero stesso, del Ministero delle Politiche Agricole, delle Associazioni Ambientaliste nazionali e della Comunità del Parco. Quest’ultima è costituita dai Presidenti delle Regioni, delle Province e delle Comunità Montane interessate, nonché dai Sindaci dei Comuni del Parco. Nel caso del Pnalm, le regioni interessate sono tre : Abruzzo, Lazio e Molise, così come le Province (L’Aquila, Frosinone, Isernia); mentre le Comunità Montane sono 6 e i Comuni del Parco sono 24».
In base a quali criteri vengono scelte le persone che si candidano? «Sono scelte tra persone particolarmente qualificate in materia di conservazione della natura e tra i componenti della Comunità del Parco».
La Comunità del Parco di cosa si occupa? «E’ chiamata ad esprimere il proprio parere sul Bilancio di Previsione, sul Conto Consuntivo, sul Piano del Parco, sul Regolamento e sullo Statuto dell’Ente. Elabora e delibera il Piano Pluriennale Economico e Sociale ed ha facoltà di proposta su tutte le tematiche che possono interessare il territorio e le attività del Parco».
Mi può parlare del Progetto di Volontariato? «E’ uno dei fiori all’occhiello del Parco che accoglie ogni anno centinaia di giovani volontari provenienti da tutta Italia e dall’estero. Sono in supporto essenziale per le attività del Parco».
Cosa offre questa esperienza di vita? «Si tratta di un’esperienza formativa unica. Attraverso le attività di volontariato nel Parco si ha la possibilità di conoscere ed amare la natura. S’impara a rispettarla. E’ una palestra di vita che educa al valore delle relazioni umane ed alla solidarietà. Credo che il Parco d’Abruzzo Lazio e Molise possa andare fiero di questa attività e del contributo formativo che da trent’anni offre ai giovani volontari. Al tempo stesso deve esprimere gratitudine a quanti partecipano al Progetto per il loro supporto operativo e per il grande veicolo promozionale per il territorio che essi rappresentano».
In pratica, in cosa consistono gli adempimenti dei volontari? «Con la supervisione ed il coordinamento del personale del Parco, si fanno attività individuali, in piccoli gruppi o in comitive organizzate, dedicate all’educazione ambientale e culturale, si fanno reportage fotografici e televisivi, si provvede alla manutenzione delle strutture e dei sentieri, si da assistenza e informazioni ai visitatori con il coordinamento da parte di uno staff interno del Parco di elevato profilo professionale».
Quando avviene il periodo di volontariato? «In tutti i periodi dell’anno».
Sono tanti i Volontari del Parco? «Ogni anno sono sempre di più, soprattutto quelli specializzati, ma può partecipare chiunque sia in grado di essere autosufficiente e con buona volontà».
Cosa si fa nel periodo di volontariato? «Si tratta di trascorrere dei giorni insieme ad altre persone motivate ed interessate alla difesa della flora e della fauna ed a sviluppare una esperienza formativa di gruppo».
Che cos’è l’educazione ambientale? «E’ trasmettere conoscenza, rispetto e amore per la natura, dirigere le persone verso comportamenti e stili di vita in armonia con l’ambiente. Accrescere la consapevolezza che “la Terra ci e’ stata data in prestito dalle generazioni passate” e che abbiamo il dovere di trasmetterla a chi verrà dopo di noi in uno stato migliore di quello in cui l’abbiamo ricevuta. L’Ente Parco svolge quest’attività attraverso il proprio CEA con la collaborazione di Associazioni , operatori e cooperative del territorio. Organizza sempre nuovi ed efficaci programmi per tutte le fasce di età sforzandosi di raggiungere il maggior numero possibile di giovani e meno giovani».
Al volontario, l’Ente Parco cosa fornisce? «Un’attrezzatura indispensabile alle attività previste».
Mi può parlare dell’orso bruno marsicano, simbolo del parco d’Abruzzo Lazio e Molise? «Grazie a recenti ricerche scientifiche si è stimata una popolazione di circa 40 esemplari nel territorio del Parco e zone limitrofe. Quest’estate 2012 è stato registrato un elevato numero di cuccioli. Otto sono i nuovi orsacchiotti che scorrazzano nelle praterie del Parco e con ulteriori avvistamenti avvenuti sulle Mainarde da confermare si arriverà probabilmente a 11 nuovi esemplari. Certo è un’annata eccezionale che non è detto che possa ripetersi nei prossimi anni considerate le particolari modalità riproduttive della specie. E’ noto ad esempio che “mamma orsa” tiene presso di sé i propri cuccioli per due o tre anni e che in questo periodo non cerca l’accoppiamento con altri partners».
I dati da dove vengono presi? «Dalla prima sessione di osservazione del censimento delle femmine di orso ma, fino a metà settembre prossimo, seguiranno altre osservazioni inserite nel progetto Life Arctos».
Qual è la politica di conservazione dell’ambiente? «Per lo sviluppo della nostra società è fondamentale proteggerla nei suoi aspetti originari, ciò testimonia il nostro grado di civiltà. I monti, le foreste, le acque limpide, l’aria pura, le presenze di fauna e flora, le tradizioni, sono eccellenze che il Parco protegge dai pericoli che li minacciano».
C’è l’integrazione fra l’uomo e l’ambiente? «C’è un grande impegno affinché questa integrazione venga mantenuta o ristabilita. A tal fine, il Parco tutela e promuove le attività tradizionali e di qualità legate al territorio; è impegnato a creare le condizioni (per quanto nelle sue disponibilità e competenze) affinché le popolazioni locali possano basare la crescita economica del territorio sulla conservazione e la valorizzazione delle risorse naturali e culturali dell’area protetta».
Quindi, c’è una partecipazione delle popolazioni locali? «Quello della Partecipazione delle popolazioni locali è uno degli elementi su cui si è lavorato di più in questi ultimi anni. Ci sono indubbiamente ampi margini di miglioramento sia nelle modalità di coinvolgimento del territorio, delle categorie economiche, alla vita del Parco che nel quadro normativo che regola appunto la partecipazione democratica in un ottica di condivisione delle scelte e della loro efficacia».
Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise è fruibile e aperto a tutti? «Sì. La conoscenza del territorio è a beneficio dei visitatori, nel pieno rispetto dell’ambiente, pertanto, le attività di educazione ambientale, centri visita, musei, aree faunistiche e sentieri costituiscono un insieme strutturale che incoraggia le visite di gruppo o individuali. Inoltre il Parco promuove e valorizza il territorio anche attraverso conferenze, pubblicazioni, libri, scambi tra aree protette, coinvolgimento di scuole ed Istituzioni, a livello nazionale ed internazionale».
Il Parco come si muove sul piano della ricerca? «Studia il territorio in modo approfondito ed esteso a tutte le sue componenti storiche, sociali, geologiche, faunistiche e vegetazionali; i risultati vengono poi impiegati per stabilire i più efficaci criteri di protezione e conservazione. Questa attività , così come altre attività importanti come promozione del territorio, sono condizionate dalla continua contrazione dei finanziamenti da parte del governo centrale. E’ nota la situazione congiunturale che sta attraversando il Paese e la necessità di rivedere la spesa dello Stato. Tuttavia i tagli orizzontali finora operati a settori come l’ambiente, la cultura, l’arte, rappresentano un attentato alle possibilità di ripresa dell’economia del Paese».
Al termine dell’intervista con il Presidente della Comunità del Parco, mi accorgo che non ho esaurito del tutto le domande che avrei ancora voluto rivolgergli, pertanto non mi rimane che elogiare la figura di questa persona così fortemente radicata in questo territorio che ha abbracciato l’ideale di una natura da proteggere. Il suo è un compito difficile che svolge con capacità e amore per la natura da oltre cinque anni, che ora renderà ancora più protetta. Tutto questo può farlo solo chi crede fortemente in questi valori come il dott. Alberto D’Orazio.