AL TG1 PER GIOVANNI PAOLO II
Alessandra Ferraro, giornalista RAI della sede di Aosta, inviata a Roma per la malattia del Pontefice
ALESSANDRA FERRARO – MARZO 2005
«Un grazie a tutti coloro che lavorano nel campo della comunicazione e compiono il loro lavoro quotidiano con professionalità e completezza d’informazione»: così Giovanni Paolo II, tramite la voce di monsignor Leonardo Sandri, sostituto alla Segreteria di Stato, ha voluto ringraziare, all’uscita dal policlinico Gemelli, i giornalisti, italiani e stranieri, che hanno seguito il suo secondo ricovero. Tra questi c’è anche una giovane canavesana: Alessandra Ferraro, attualmente distaccata presso la redazione esteri del TG Uno.
Un’esperienza in crescita, che l’ha portata in pochi anni a scalare le tappe del giornalismo televisivo. I primi passi mossi nell’emittente di Castellamonte “Rete Canavese”, poi l’entrata in Rai presso la sede di Aosta ed infine l’arrivo al nazionale con la testata del TG Uno. Già l’estate scorsa Alessandra Ferraro si era distinta per i suoi servizi dedicati alle vacanze del Papa in Valle d’Aosta, a Les Combes d’Introd, con collegamenti quotidiani in diretta.
Da circa un mese si sta occupando a Roma di documentare le condizioni di salute del pontefice. «Al policlinico Gemelli – ha precisato Alessandra Ferraro – si era creata una vera e propria cittadella dell’informazione. Reporters da tutto il mondo fornivano quotidianamente informazioni sulla salute di Giovanni Paolo II, grande testimone della sofferenza umana. Dopo 26 anni di pontificato papa Wojtyla è per tutti, aldilà di ogni convinzione religiosa, un anziano da amare e accompagnare con dolcezza nella sua malattia, uno straordinario esempio di forza nella fragilità della nostra natura umana».
Rientrato in Vaticano, dove sta trascorrendo la convalescenza, i riflettori su Giovanni Paolo II non si sono spenti. «Attualmente lo stato di emergenza continua – precisa Alessandra Ferraro – anche da un punto di vista giornalistico. Il TG Uno sta dimostrando una grande attenzione verso il Vaticano. Del resto non potrebbe essere diversamente: la vicenda umana di papa Wojtyla è senza precedenti: 12 mila discorsi, 104 viaggi internazionali, l’attentato del 13 maggio 1981 ed ora la grande prova della malattia, non nascosta, ma palese, vissuta davanti agli occhi di tutti, senza impedire agli obiettivi di fotografi e telecamere di documentare la sua reale condizione. Anche per chi svolge la professione giornalistica quest’esperienza è unica, carica di significato e altamente formativa».
Auguri Santità e a voi tutti, cari amici de “Il Videogiornale”, una Pasqua di pace e serenità.