DA PAPA GIOVANNI PAOLO II A BENEDETTO XVI, PER NON DIMENTICARE
A Biella l’Associazione “Nuova Mente” presenta il libro
FEBBRAIO 2007
MIRELA NASTASIA
BIELLA – L’Associazione “Nuova Mente“ ha voluto approfondire nella Conferenza organizzata il 22 febbraio 2007 una pagina della nostra storia recente. Protagonista dell’incontro dal titolo Da Papa Giovanni Paolo II a Benedetto XVI è la giornalista della sede rai della Valle d’Aosta, Alessandra Ferraro.
Il credo di “Nuova Mente“ è «che il conoscere sia il modo migliore per fare poi delle scelte consapevoli…» e sicuramente per conoscere bisogna sentire chi ha vissuto in prima persona quegli eventi. In questo senso la testimonianza di Alessandra Ferraro, che ha documentato per il Tg1 i giorni del passaggio da un pontificato all’altro, è essenziale. In quanto vaticanista, la giornalista ha avuto il privilegio di conoscere da vicino l’ambiente pontificio durante i soggiorni estivi a Les Combes d’Introd, in Valle d’Aosta.
L’argomento della conferenza ricorda in effetti il titolo del libro della giornalista rai. Da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI – Il segno della continuità, tra Vaticano e Valle d’Aosta, pubblicato da Le Château edizioni, nel 2005. Un libro che racconta «un esperienza fortissima dal punto di vista professionale e spirituale», l’emozione profonda suscitata dalla consapevolezza di assistere ad un evento storico importante.
Nel suo intervento Alessandra Ferraro ripercorre gli ultimi momenti di Papa Giovanni Paolo II: quel 2 aprile 2005, che ha segnato la fine di uno dei pontificati più lunghi della storia, durato 26 anni. Con commozione ricorda la folla venuta da ogni angolo del mondo a dare l’ultimo saluto a Karol nella Basilica di San Pietro: «Per un giorno sembra realizzarsi quella comunione tra popoli tanto auspicata dal Pontefice». L’immagine delle pagine del Vangelo sfogliate dal vento, nel giorno delle solenni esequie di Karol Wojtyla, la gente che chiede all’unisono «Santo, Santo, subito Santo», la piazza San Pietro sono momenti indimenticabili.
Il giorno del 8 aprile, la fumata bianca che segna l’elezione del cardinale Joseph Raztinger. Dal 1981 accanto a Papa Giovanni Paolo II, come Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, Raztinger, ormai settantacinquenne, aveva chiesto di tornare nella sua amata Baviera per potersi dedicare agli studi, il pontefice invece non volle privarsi del suo prezioso aiuto forse intuendo che sarebbe arrivata una chiamata del Signore ancora più forte.
Una missione non facile per Benedetto XVI, essere il successore di un Papa così carismatico, così amato dalla gente. «Sono un umile operaio nella vigna del Signore», dice, e chi ha avuto modo di conoscerlo da vicino come Alessandra Ferraro conferma la sua grande umiltà. Colpisce soprattutto la semplicità, la familiarità, la grande ironia di questo uomo di spirito.
Il pontificato di Raztinger promette continuità sui temi tanto cari a Giovanni Paolo II: il dialogo ecumenico, il rapporto con i giovani e con i media. Ma non solo, la sua condanna al relativismo, al consumismo e al terrorismo è altrettanto categorica, senza dimenticare che, ancor prima di essere Papa, volgeva il suo sguardo critico soprattutto all’interno della Chiesa affermando esplicitamente: «C’è sporcizia anche nella Chiesa».
Un altro tipo di continuità riguarda la scelta di passare le vacanze estive in Valle d’Aosta a Les Combes d’Introd, un posto incantato, dove «nel silenzio e nella contemplazione delle bellezze della natura si può percepire la presenza di Dio», come diceva il Papa “montanaro”. Il connubio tra il paesaggio naturale di una bellezza unica e la riservatezza dei valdostani hanno fatto di Les Combes il luogo ideale per ritrovare tranquillità e serenità.
Alessandra Ferraro ricorda, tra l’altro, le due valigie piene di libri che Benedetto XVI ha portato con sè a Les Combes e il saluto in patois rivolto ai presenti in attesa del suo arrivo.
Il silenzio e il contatto con la natura sublimano «questo libro meraviglioso alla portata di tutti grandi e piccini» e sono per Benedetto XVI essenziali per «Contemplare, pregare, riposare».
CORSO GIORNALISMO CITTÀ STUDI DI BIELLA-FONDAZIONE CARLO DONAT-CATTIN