Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,16-18)
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».
Parola del Signore
Dentro al cuore di ciascuno di noi brilla una scintilla di Dio: la nostra anima. In alcuni questa luce è più luminosa: santi, beati, donne e uomini comuni la cui fede è una forte lampada che rischiara non soltanto il loro cammino, ma anche quello di chi gli sta accanto. In altri il dolore, la sofferenza, le esperienze della vita, hanno alzato una cortina di fumo attorno a questa scintilla che, pur continuando ad ardere, dall’esterno appare troppo fioca. Ma io credo fermamente che ciascuno di noi abbia dentro di sè una piccola fiammella che viene da Dio. Anzi, che è parte di Dio: “Rimanete in me e io in voi” (Gv 15,4) ci raccomanda Gesù. Il filosofo neoplatonico Plotino sosteneva che l’anima umana è come una scintilla di divinità dentro di noi. Un’anima che desidera ardentemente riunirsi con Dio. Sapete amici, a me piace questa sintesi fatta con il cuore: “Dio è amore” (1Giovanni 4,8). Ha sempre amato ed amerà per sempre. Prima ancora di creare l’universo Egli amava. Ma amava così tanto che il suo amore lievitò e crebbe a tal punto da fuoriuscire da Lui. E creò il mondo così come lo conosciamo. L’universo intero: il cielo, la terra, l’uomo e tutte le creature esistono perchè esiste l’amore di Dio. E “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). E così amici dentro al cuore di ciascuno di noi arde una scintilla di Dio, una parte spirituale che ci tiene legati a Lui. Un residuo di quell’esplosione d’amore che fu, come il big bang dell’universo, l’origine di ogni cosa. Tutti, ma proprio tutti, abbiamo una fiammella che ci ricorda di appartenere a Dio: “Voi siete dei, siete tutti figli dell’Altissimo” (Salmo 82,6). Sì, per quanto possiamo essere ladri come San Disma, il “buon ladrone” (cfr. Lc 23, 39-4), per quanto possiamo essere disonesti come Zaccheo (Lc 19,1-10), o peccatori come il figliol prodigo (cfr. Lc 15,11-32); oppure impuri come la samaritana (cfr. Gv 4, 1-26); in ciascuno di noi c’è una parte che ci spinge a cercare Dio. Sì, perchè l’anima è inquieta e trova pace soltanto in Dio.
E allora amici, facciamola splendere questa fiammella, lasciamo che sparga la sua luce fuori di noi. Perchè abbiamo un preciso compito: “essere la luce del mondo” (Mt 5,13-16). E la luce non la si accende per lasciarla nascosta!
Noi dobbiamo svestire la nostra anima degli abiti dell’orgoglio, dell’avarizia, della pigrizia, della vanagloria… e lasciare che la luce di Dio che vi brilla dentro sia luce per il mondo intero!
Sta a noi testimoniare la Parola anche con i fatti. Sul lavoro dobbiamo essere coerenti con le nostre idee, tra gli amici, a scuola, ovunque e in qualsiasi situazione possiamo e dobbiamo mostrare che… le cose si possono fare in un altro modo, che c’è l’alternativa cristiana. Che non ci dobbiamo rassegnare alla corruzione, all’ingiustizia. Non dobbiamo voltarci dall’altra parte quando vediamo qualcuno in difficoltà. Non dobbiamo per forza avere tutti un unico pensiero. No, non dobbiamo! Perchè il cristiano guarda a Dio, guarda alla limpidezza del cielo, non alle tenebre del mondo. E se c’è buio, il cristiano diventi luce. Anche per chi non si ricorda di risplendere.
Alessandro Ginotta
Il dipinto di oggi è “Il Battesimo di Cristo”, del pittore francese Antoine Coypel, 1690, olio su tela, 136×98 cm., Los Angeles County Museum of Art (LACMA).