Quante guarigioni concentrate in queste poche righe di Vangelo! Il servo del centurione, la suocera di Pietro, indemoniati, malati…
Mettiamoci un istante nei panni dell’evangelista Matteo. Egli vive con Gesù, lo accompagna per le strade polverose, assiste a guarigioni miracolose…
San Matteo conosceva anche le Scritture; chissà quale sensazione avrà provato quando, giorno per giorno le vedeva avverarsi con i propri occhi!
Qui è lo stesso Matteo che cita alcuni versi che il profeta Isaia scrisse oltre sette secoli prima. Sono tratte dal quarto canto del Servo di Jahvè:
“Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze,
si è addossato i nostri dolori
e noi lo giudicavamo castigato,
percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti,
schiacciato per le nostre iniquità.
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui;
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge,
ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui
l’iniquità di noi tutti” (Isaia 53,4-6).
Come non riconoscere il Messia in queste righe? Oggi vi lascio un “compito a casa”: se vorrete, potrete trovare i quattro canti del Servo di Jahvè nel libro del profeta Isaia, dal capitolo 40 al 55. Vi sorprenderanno!
Gesù dunque si addossa i nostri dolori. Ma Egli non è solo “un guaritore” perchè non si limita a sanare il corpo, ma scende in profondità e guarisce prima l’anima: la libera dal peccato e dall’influenza di Satana. “Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati” (Mc 2,5) è questa la prima azione che compie per guarire il paralitico calato dall’alto con il lettuccio. Allo scetticismo degli scribi Gesù replicherà: “Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina?” (Mc 2,9). E poi: “Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua” (Mc 2,10). Rimuovendo il peccato, rimuove anche il male alla radice, per trasformare l’uomo; per renderlo migliore.
E allora, carissimi amici, non resta anche a noi che avere la fede dimostrata dal centurione e chiedere a Gesù di guarirci dai nostri mali. Chi di noi non ha sofferenze fisiche? Chi di noi non soffre anche nello spirito? Il Signore ci può guarire, basta che noi lo vogliamo!
Come ci ha ricordato Papa Francesco all’Udienza Generale di mercoledì 22 giugno 2016, quando ci presentiamo a Gesù non è necessario fare lunghi discorsi. Bastano poche parole, purché accompagnate dalla piena fiducia nella sua onnipotenza e nella sua bontà. E il Papa nella stessa Udienza ci ha anche fatto una confidenza personale: “La sera, prima di andare a letto, io prego questa breve preghiera: Signore, se vuoi, puoi purificarmi!. E prego cinque Padre nostro, uno per ogni piaga di Gesù, perché Gesù ci ha purificato con le piaghe. Ma se questo lo faccio io, potete farlo anche voi, a casa vostra, e dire: Signore, se vuoi, puoi purificarmi! e pensare alle piaghe di Gesù e dire un Padre nostro per ognuna di esse. E Gesù ci ascolta sempre“.
Sì, Gesù ci ascolta sempre! Siamo noi che dobbiamo avere fiducia in lui. Ricordate il centurione? Gesù ha guarito il suo servo: “In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! […]E Gesù disse al centurione: Va’, avvenga per te come hai creduto” (cfr. vv. 10-13). La fede del centurione permette la guarigione a distanza, perchè la fede, sposta anche le montagne!
Alessandro Ginotta
“Cristo e il centurione” è un dipinto di Paolo Caliari detto il Veronese, realizzato con aiuti nel 1571 impiegando la tecnica ad olio su tela, misura 192 x 297 cm. ed è custodito nel Museo del Prado a Madrid.