MARCO CANTAMESSA: UNA VOCE PER IL FUTURO DI TORINO
Dall’intervista rilasciata a Torino Magazine
LUISA ZHOU, 01.07.2017
TORINO – Negli ultimi tempi il capoluogo piemontese sta registrando forti valori di decrescita – demografica, culturale, economica -, ma è dalle difficoltà che crescono l’innovazione, la volontà di cambiare e di migliorarsi.
La pensa in maniera simile lo stesso Marco Cantamessa, neo presidente della Compagnia Valdostana delle Acque– Compagnie Valdotaine des Eaux spa, società capofila del gruppo idroelettrico di proprietà della Regione Valle d’Aosta.
Professore ordinario del Dipartimento di Ingegneria gestionale e della Produzione Cantamessa è anche presidente dell’Incubatore Imprese Innovative (I3P) del Politecnico al suo terzo mandato.
L’I3P, nato nel 1999, è stato il primo in Italia e il quinto in Europa, ed ancora oggi risulta essere il quindicesimo tra i principali 300 incubatori di 67 paesi industrializzati, come risulta dall’indagine svedese UBI (University Business Incubator).
Una realtà che permette a piccole imprese locali di trovare un trampolino di lancio in un mercato vastissimo e costantemente in evoluzione, ma al contempo una dimensione capace di attrarre startup estere.
«Dalla nostra sede di Torino lavoriamo su due fronti: per supportare le creazioni di startup sul territorio piemontese (…), ma anche per attrarre startup italiane e straniere che vogliano stabilire qui una sede» afferma infatti l’ingegnere Cantamessa in un’intervista rilasciata a Torino Magazine, sottolineando l’importanza di un’apertura verso il mondo e di uno scambio continuo di idee.
Un confronto in grado di trasformare una semplice intuizione in realtà. La chiave del successo, infatti, è da ricercarsi nella capacità imprenditoriale di ciascuno e, mantenendo i riflettori su Torino, nella caratteristica dei torinesi stessi di essere dei grandi tecnici e inventori.
Ricordando questa “forza” e le radici storiche della città, Cantamessa – ormai figura di spicco nel panorama nazionale – dipinge un lucido ritratto del capoluogo piemontese: «un passato dominato dalla FIAT, un presente complicato ma con delle potenzialità, un futuro che è ancora capace di dare speranza».
Le difficoltà riscontrate dalla città sabauda sono in parte dovute alle amministrazioni, in parte al “terreno poco fertile delle opportunità”. Non è un caso, infatti, che vi sia una fuga di cervelli verso Milano, il nord est o l’estero, dove le occasioni si presentano con maggiore frequenza.
Lo stesso substrato turistico, importante fattore d’attrazione insieme alla cultura, andrebbe “rivisto” in un’ottica di innovazione e di migliore organizzazione degli spazi, degli eventi, per poter proporre una continua e valida offerta.
Tutto è in cambiamento. « Il mondo si muove velocemente, e la concorrenza è forte », riconosce il professore di ingegneria gestionale. Solo facendo leva sulla« capacità di mettersi in gioco, di non restare arroccati sul passato e di saper scommettere sulle componenti più dinamiche della società e dell’economia », si è in grado di costruire una base solida per una crescita esponenziale.
« L’attualità ci mostra che, per essere felici, bisogna crescere, in modo sostenibile, ma crescere » è il messaggio di Cantamessa per la nostra Torino.