LA DIGNITÀ UMANA AL PRIMO POSTO
Fondazione Don Mario Operti: oltre 10 anni di sostegno concreto a migliaia di persone
Ilaria Destefanis, 19.01.2017 FOTOGALLERY
TORINO– Accogliere, Ascoltare, Accompagnare. Sono le tre A perseguite dalla Fondazione Don Mario Operti di Torino, per conquistare dopo un percorso di collaborazione la più importante delle A: l’Autonomia. Una Fondazione nata nel 2004 dalla Diocesi di Torino e ispirata dagli ideali di Don Mario Operti, prete che per Monsignor Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino, ha svolto per tutta la vita “una coraggiosa azione rivolta a favorire il riconoscimento della dignità per ogni uomo, partendo dalla dimensione del lavoro, della casa e delle possibilità di costruire un futuro per giovani e famiglie.
”Proprio su questi punti fondamentali per la dignità del singolo – casa, lavoro ed equilibrio economico – la Fondazione impegna tutte le sue forze. Un solo obiettivo a guida di ogni attività: restituire stabilità e serenità a tutti coloro che si trovano in situazioni di disagio perché privi di un lavoro sicuro, di un’abitazione, di finanze per sostentarsi. L’ottica della Fondazione non è però di semplice assistenzialismo, di un semplice aiuto nell’immediato, ma di accompagnamento e costruzione di realtà più solide.
“Dobbiamo cercare di capire che, sovente, le risposte immediate sono anche le più fragili e che le risposte più meditate, invece, possono essere più durature nel tempo” spiega Mariella Enoc, Presidente della Fondazione Operti. Nei confronti di chi è in difficoltà non si punta dunque ad un generico senso di benevolenza, ma alla responsabilizzazione e alla crescita per far sì che, con il tempo, riesca di nuovo a camminare con le proprie gambe e a sentirsi cittadino degno di rispetto. La forza e l’originalità della Fondazione sta nel suo continuo evolversi e adeguarsi ai bisogni del tempo, mettendo al centro la persona umana che chiede aiuto non come bisognoso che riceve solidarietà passiva, ma come individuo unico e complesso, con la sua storia, le sue paure, le sue aspirazioni, le sue capacità, protagonista della propria emancipazione.
Per gli operatori della Fondazione è dunque essenziale impegnare del tempo nell’ascolto, il primo passo per comprendere i veri bisogni della persona e individuare quali sono le sue concrete possibilità di crescita. “Mi hanno convocato per un lungo colloquio, per conoscermi, per capire le mie capacità e caratteristiche. Già durante questo primo colloquio ho capito che a quelle persone io interessavo realmente e che la mia storia non era una tra le tante.” è la testimonianza di Sara, trentenne che, come tanti altri, si è trovata spaesata senza un lavoro e con problemi familiari, e ha trovato nella Fondazione ascolto e aiuto concreto.
Le tre Linee Operative della Fondazione, “Casa”, “Lavoro” e “Dieci Talenti” (opportunità di Microcredito) sono sempre alla ricerca di nuovi metodi per poter fare di più, cercando di adattare gli strumenti alle persone e non viceversa. Per poter fare tutto questo, la Fondazione persegue innanzitutto una rigorosa serietà e sistematicità, ma soprattutto ha creato e continua ad implementare una rete di relazioni con uffici pastorali diocesani, fondazioni bancarie, enti regionali pubblici e privati, per lavorare insieme secondo un principio di sussidiarietà: agisce come un collettore di forze, abilità, prospettive, per unire le competenze e le capacità dei singoli enti e ottenere i migliori risultati sociali.
L’opera della Fondazione costituisce già un punto di riferimento in Piemonte con i suoi concreti interventi in campo sociale, ma ha bisogno di farsi conoscere per raggiungere il più possibile coloro a cui è destinata la sua attività ed evitare che le richieste d’aiuto di chi ne ha bisogno si perdano nell’aria o, peggio, nell’illegalità. Più persone in difficoltà riuscirà ad accogliere, più il tessuto della società diventerà più sano, in un circolo virtuoso di ascolto e collaborazione.
Fotogallery di Carlo Cretella
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