CON I PIEDI PIANTATI NELLA TEMPESTA
Letterature fantastiche e dove trovarle
Luisa Zhou, 21.01.2017
TORINO – Nella Sala Filosofi del Circolo dei Lettori pare essere catapultati indietro nel tempo, quando i salotti si accendevano ancora di dibattiti politici, sociali, letterari. Ed è proprio di letteratura che si parla giovedì 19 gennaio, alle ore 18:00, con Vesna Scepanovic, impegnata su più fronti culturali e artistici, come con AlmaTeatro e Piemondo, e Irene Zagrebelsky, attrice torinese.
“Con i piedi piantati nella tempesta” è, infatti, il loro gruppo di lettura che ha sede nel noto polo in via Bogino 9, dedicato alla scoperta, all’analisi, all’approfondimento della letteratura iugoslava.
Il primo degli appuntamenti settimanali, che si concluderanno solo a maggio, ha voluto offrire una panoramica del contesto politico-culturale della ex-Iugoslavia, ora dissoltasi nelle repubbliche indipendenti di Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia, Montenegro e Slovenia.
“Fino al ‘91 vi era un’unica lingua comune a tutti, quella serbo-croata”, ricorda Vesna, che in quelle terre ci è nata. “Successivamente la lingua è rimasta la stessa, con piccolissime variazioni fra un confine e l’altro, ma i nomi per definirla sono aumentati. Questo è perché i politici cercano di diversificare la lingua, l’identità”.
Con la scomparsa della Iugoslavia e la nascita di realtà autonome, anche le stesse scuole sono state soggette ai cambiamenti politici. In Croazia, per esempio, non vengono più studiati gli scrittori belgradesi, e viceversa.
Ma ciò che più emerge dal discorso introduttivo è l’importanza delle letterature come veicoli di comprensione della società in cui ci muoviamo ora.
La contemporaneità dei temi trattati, infatti, è indiscutibile, a partire dalla sofferenza della guerra, la difficoltà di relazione fra gli uomini, la nostalgia di una terra a cui non poter (o volere) fare ritorno, alla potenza dell’amore, presente sia nei grandi gesti rivoluzionari, ma anche nelle piccole azioni quotidiane.
Motivo per cui è possibile passare direttamente la parola al primo degli autori chiamati in causa, Izet Sarajlic’ (Doboj 1930- Sarajevo 2002), noto poeta vissuto a lungo nella capitale bosniaco-erzegovina:“La cosa più importante quando cominciammo a scrivere/ non era tanto creare versi/ quanto nei versi riabilitare l’amore (…)” (“Addio a Slobodan Markovic”)
Sarajilic’ era anche un caro amico di Erri De Luca, che in merito a questo frammento scrive: “Izet mi ha rimesso il verbo amare nel vocabolario”, ma non solo.
Il poeta è stato capace di visualizzare la comunicazione fra esseri umani in un campanello, simbolo di un linguaggio che va oltre, nella speranza di una relazione che non si soffermi sulla provenienza o sulla diversità dell’altro, ma renda poesia la vita.
Di questo e di molto altro, con un occhio particolare alla narrativa, si parlerà nel secondo incontro del gruppo di lettura, giovedì 26 gennaio, alle ore 18:00, sempre al Circolo dei Lettori.
Gli autori che verranno trattati via via sono innumerevoli, fra cui Aleksandar Hemon, Dževad Karahasan, Azra Nuhefendic, Miljenko Jergović, Danilo Kiš, Dubravka Ugrešić, Aleksandar Tisma, Slavenka Drakulic, David Albahari, Ferida Duraković, Brina Svit.