VEDERE, COMPRENDERE, NARRARE

Camminando si apre il cammino

Benedetta Grendene, 14.10.2016

ASSISI – Straordinario “Cenacolo di energie intellettuali e spirituali”: Donatella Trotta, giornalista de “Il Mattino” ha dipinto icasticamente con queste parole “Vedere, comprendere, narrare”, la tre giorni di alta scuola di formazione “Giancarlo Zizola” organizzata dall’UCSI ad Assisi dal 7 al 9 ottobre.

Dialogo, confronto e condivisione hanno guidato i giornalisti cattolici provenienti da tutta Italia, con una gradita sorpresa nella serata di sabato 8 ottobre: l’arrivo in Cittadella di Padre Alex Zanotelli, comboniano che dopo tanti anni spesi in Kenya al servizio degli “ultimi”, oggi vive ed opera nel rione “sanità” a Napoli. Padre Zanotelli è giunto in città per partecipare alla “Perugia -Assisi”, la marcia della pace che Padre Enzo Fortunato, giornalista e direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi, ha definito come un “fiume umano di pace che inquieta e orienta la storia”.

Anche il vescovo Mons. Domenico Sorrentino ha voluto portare il suo saluto personale, esortando i giornalisti a parlare sempre al cuore dell’uomo contemporaneo con uno sguardo “familiare” volto al positivo, in nome di una cultura che inneggi alla vita e ad un’attesa di Bene. Convinto che il Bello e il Buono ci salveranno, il presule ha sottolineato l’importanza di valorizzare il laicato cattolico, poiché annunciare il Vangelo non è compito solo di religiosi e di sacerdoti, ma di tutto il popolo di Dio. “A tutti voi consiglio di seguire la terapia del positivo”, medicina quotidiana per iniziare le mie giornate con il sorriso e con la letizia spirituale nel cuore. “Altissimu, onnipotente, bon Signore: ogni mattina mi sveglio intonando il Cantico delle Creature e questo mi risana. Imparate anche voi dalla scuola di Francesco, imparate a rendere interessante il positivo, perché non è vero che il Bello e il Buono non fanno notizia”. All’invito del vescovo si è unito l’appello accorato del sindaco di Assisi, Stefania Proietti: “Aiutateci a dare uno schiaffo a questa globalizzazione dell’indifferenza, come la chiama Papa Francesco, utilizzando anche parole o immagini forti e scioccanti che ci provochino, ci tocchino e ci inducano al cambiamento, perché abbiamo bisogno di essere risvegliati da tutto questo male che ci sta anestetizzando”. Vincere la povertà energetica nel mondo: l’ingegner Proietti, prima donna mamma a prendere le redini della città, ha impostato in pochissimi mesi un programma politico “vincente” che ha messo al centro “gli ultimi” e l’ambiente, ispirandosi alla “Laudato Sì”, l’enciclica che il Santo Padre ha dedicato alla cura della “casa comune”.

Cambiare Assisi per cambiare il mondo”: questo il suo motto, convinta che la pace va costruita ogni giorno. Camminando si apre il cammino: anche la presidente dell’UCSI, Vania De Luca giornalista vaticanista di Rainews24, presentando il nuovo sito dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (www.ucsi.it) lo ha definito, nell’ottica di un’ecologia integrale, proprio una “casa comune”, un luogo di relazione, che apre la strada ad un nuovo percorso, ad un gruppo di lavoro inclusivo, un laboratorio itinerante di persone che insieme danno vita ad un progetto di crescita. “Non temere, perché io sono con te. Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo”: non è un caso se, prendendo spunto dal Libro del Profeta Isaia, la 51^ edizione della Giornata delle Comunicazioni che celebreremo nel 2017 in comunione con Papa Francesco, ci esorta proprio a ridurre questa distanza abissale tra il centro e le periferie esistenziali dove albergano povertà e bisogni. Comunicare oggi in questo ecosistema, in questo habitat sempre più virtuale, in questa economia dell’informazione dominata dalla legge della complessità e dell’algoritmo, significa produrre delle relazioni, come ha ricordato Federico Badaloni, giornalista, antropologo e User experience designer della Divisione Digitale del Gruppo Editoriale L’Espresso. Il nostro ecosistema non è più fatto di linee ma di reti, come in un grafo, metafora di rapporti e di relazioni: un grafo acquista valore quando si apre all’ignoto, al Mistero e a nuove relazioni, che si rivelano a volte inaspettatamente interconnesse tra loro, dal momento che la rete è il reale, è il Creato e il Mistero. Oggi non viviamo più in un’era incentrata sul “business della produzione di contenuti”, quanto sul “business delle relazioni”. Faremo dunque un buon giornalismo se mostreremo e racconteremo ciò che è rilevante non per il bene individuale ma per il bene collettivo. E allora non ci resta che aprirci al mondo ed essere degli esploratori che seguano virtute e canoscenza oppure viver come bruti chiusi in una bolla…di sapone. A noi la scelta.