MADRE TERESA, “PICCOLA MATITA NELLE MANI DI DIO”
Vita, spiritualità, messaggio
Benedetta Grendene, 26.08.2016
RIMINI – Il Meeting di Rimini, luogo che da oltre trent’anni racconta e testimonia la cultura dell’incontro e dell’amicizia tra i popoli, ha scelto di dedicare quest’anno una mostra molto suggestiva a Madre Teresa di Calcutta a pochi giorni dalla sua canonizzazione prevista per domenica 4 settembre che aprirà le porte alla santità alla “piccola matita nelle mani di Dio”.
È stata proprio la guarigione da un male incurabile al cervello dell’ingegnere brasiliano Marcilio Haddad Andrino per intercessione di Madre Teresa il miracolo che ha segnato la strada della Beata verso la Santificazione. Madre Teresa, che fu presente personalmente al Meeting di Rimini il 29 agosto 1987, con la sua testimonianza di una vita spesa per l’altro a partire da un amore gratuito e incondizionato alimentato dalla fiamma della fede cristiana, assurge pienamente a simbolo del tema che la 37° edizione della kermesse riminese racchiude nell’espressione “Tu sei un bene per me”.
La mostra “Madre Teresa. Vita, spiritualità, messaggio” dedicata alla celebre Beata di origini albanesi nata a Skopje il 26 agosto 1910 è curata dalla Postulazione della Causa per la sua canonizzazione con l’ausilio della giornalista Marina Ricci. L’idea è proporre un percorso intenso che in un momento di silenzio e raccoglimento interiore, favorisca un incontro personale con Madre Teresa, che è la madre di tutti. Vivere la mostra è come compiere un viaggio prima di tutto dentro noi stessi alla luce di un “Tu”, quello di Madre Teresa, che con il suo straordinario esempio, immagine stessa della Misericordia di Dio, si rivela essere davvero un bene per noi, una luce d’amore nell’oscurità delle nostre esistenze. “Madre Teresa. Vita, spiritualità, messaggio” è una delle mostre esposte al Meeting, che come ogni anno sarà poi disponibile in formato itinerante, per essere noleggiata e riproposta nella propria città.
Da quando era giovane fino alla sua morte avvenuta a Calcutta il 5 settembre 1997 all’età di 87 anni con solenni funerali di Stato, la vita di Madre Teresa si rivela ai visitatori del Meeting attraverso le sue parole, i suoi testi e in particolare attraverso i pannelli con le sue fotografie, scattate dal fotografo giapponese buddista Oki Morihiro, l’unico che Madre Teresa ha voluto la ritraesse.
“Quando il Signore ci chiama, ci ha già preparati attraverso i nostri genitori e amici”: la vocazione all’amore nasce in Madre Teresa in seno alla famiglia, grazie alla madre che le ha trasmesso la dedizione verso i poveri con le parole “metti la tua mano nella Sua e cammina solo con Lui”: il suo primo vero e grande amore è stato così il cuore di Gesù che lei ha incontrato in tutti gli emarginati, i deboli e gli abbandonati che incrociavano il suo sguardo. La famiglia è stata sempre un punto certo nella sua vita, il primo seme che ha fatto germogliare il suo afflato verso l’infinito: “Se una famiglia prega insieme, resterà unita tutta la vita”, “Cosa puoi fare per promuovere la pace nel mondo? Vai a casa e ama la tua famiglia”, ricordava sempre e forse non a caso nel 1979 fu insignita del Premio Nobel per la Pace.
Scoprire e portare Cristo agli altri, fino agli estremi confini della terra, dove la dignità dell’uomo è perduta: Madre Teresa con cuore puro e sincero ha risposto alla Sua chiamata, aiutando indistintamente buddisti, musulmani, atei nella consapevolezza che siamo tutti figli di un unico Padre. E tanti furono i dialoghi intimi e personali di Madre Teresa con Gesù che nel 1947 le dirà: “Vieni, sii la mia Luce”. Già il 10 settembre 1946, il “Giorno dell’Ispirazione”come lo chiamava lei stessa, mentre si stava recando in treno a Darjeeling, alle pendici dell’Himalaya aveva sentito la voce di Gesù che le aveva chiesto di fondare un nuovo Ordine, la cui missione era quella di prendersi cura dei “più poveri tra i poveri” e le indicò come divisa un semplice sari bianco bordato d’azzurro che simboleggia i colori della casta degli intoccabili, la più povera dell’India e ancora oggi contraddistingue le Missionarie delle Carità. Il sari bianco indossato da Madre Teresa e i sandali con cui ha fatto tanta strada sono le reliquie più preziose che si possono ammirare durante il percorso espositivo al Meeting, segni evidenti dell’umiltà e della semplicità di una donna che nella sua piccolezza ha fatto cose grandi, molto grandi agli occhi di Dio.
Nel 1948 lasciò il convento delle Suore di Loreto dove aveva trascorso venti anni della sua vita e nel 1950 fondò la congregazione delle Missionarie della Carità. Le suore iniziarono ad operare nei bassifondi di Calcutta guidate da Madre Teresa che le invitava sempre ad aiutare i bisognosi con il sorriso sulle labbra, perché sorridere al povero significava sorridere al loro Sposo Gesù. “Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso. La gioia è assai contagiosa. Cercate, perciò, di essere sempre traboccanti di gioia dovunque andiate”: con questo stato d’animo nel cuore e con queste parole cariche di speranza Madre Teresa andava incontro agli ammalati, abbracciava e toccava i lebbrosi che tutti allontanavano.
Particolarmente forte e sentita fu la lotta di Madre Teresa contro l’aborto, gesto che lei definiva “il grande distruttore della pace: una guerra contro il bambino, un omicidio commesso dalla stessa madre”. L’anima e la vita di Madre Teresa furono messe continuamente alla prova dal Signore. In particolare a partire dal 1949 e fino alla sua morte, Madre Teresa ha vissuto un periodo di buio, di sofferenza e di oscurità dove convivevano in lei due sentimenti contrastanti: il forte desiderio e bisogno di Dio e la paura di sentirsi abbandonata e rifiutata da Lui, sorretta solo da una “Fede cieca”. Fiducia, preghiera e sacrificio: solo affidandosi totalmente alla pratica di queste “virtù” sperimentò la sofferenza di Gesù sulla Croce e nell’Orto degli Ulivi e riuscì ad accettare e ad amare anche l’oscurità. “È necessaria l’infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità, la morte per comprendere la vita. Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene”: queste parole di Madre Teresa sono una sorta di grande testamento spirituale che oggi più che mai si rivelano un aiuto prezioso nelle nostre spesso miserabili vite.
Terminato il cammino espositivo della mostra è messo a disposizione di tutti un angolo particolare dedicato al raccoglimento: è stata infatti riprodotta la cappella che si trova in tutte le Case di Madre Teresa. I cristiani qui potranno pregare, chi non è credente potrà semplicemente fermarsi a pensare e a riflettere e non resterà certo indifferente quando leggerà, accanto alla Croce che simboleggia il martirio di Cristo, i nomi delle quattro suore Missionarie della Carità trucidate in Yemen il 4 marzo 2016. Suor Judith, Suor Reginette, Suor Anselma e Suor Margarita hanno scelto di restare in Yemen, dove la percentuale di cristiani non supera l’1%, per continuare a servire i poveri, gli ultimi e gli abbandonati, come prevede il carisma della Congregazione fondata da Madre Teresa. Questa è una testimonianza vera e autentica di come il bene profuso nella vita della “piccola matita nelle mani di Dio”, continua a generare bene fino agli estremi confini della terra, persino fino alla morte, perché “Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno”.
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