“WE ARE NOT ALONE”

L’inno, frutto dell’Ecumenical Camp di Loreto, composto da ragazzi provenienti da tutta Europa e appartenenti a diverse confessioni cristiane

Benedetta Grendene, 12.08.2016            FOTOGALLERY

LORETO – “We are not alone”: è questo il titolo del brano musicale e del suo relativovideoclip nato dai laboratori di Ecumenic Production che hanno caratterizzato l’intensa settimana ecumenica vissuta da 150 ragazzi appartenenti a diverse confessioni cristiane: Cattolici di Romania e d’Italia, Greco Cattolici di Romania e Ungheria, Ortodossi di Romania, Luterani di Svezia e Danimarca, Anglicani d’Inghilterra.

Il luogo di ritrovo che dal 5 al 12 agosto li ha visti fratelli uniti da una straordinaria comunione universale non poteva che essere Loreto, capitale spirituale dei giovani d’Europa e del mondo, grazie al Centro voluto nel lontano 1995 da San Giovanni Paolo II, struttura che per l’ottavo anno consecutivo ha accolto e ospitato i giovani dell’Ecumenical Camp. “Che tutti siano Uno”: per una settimana tanti occhi, tanti sorrisi, tanti sguardi si sono incrociati scoprendo che in fondo anche nelle diversità si è simili se il cuore di ognuno si abbandona all’amore di un Padre che tutto ricompone e unisce. Con il ricordo ancora vivo della Giornata Mondiale della Gioventù vissuta a Cracovia con il Santo Padre, animati dalla passione di condividere, i ragazzi dell’Ecumenical Camp hanno voluto dimostrare al mondo che è molto più entusiasmante “lasciare un’impronta nella storia” che abbandonarsi alla “divano-felicità”, è molto più avvincente “vivere da protagonisti che guardare la vita dal balcone”. Costruire una cultura del dialogo e dell’incontro non è un’utopia, ma può essere realtà viva ed esperienza vera di fratellanza e amicizia se al centro poniamo la Parola di Gesù. I ragazzi durante l’Ecumenical Camp hanno sperimentato cosa significhi “essere Uno” sia durante le profonde catechesi sia durante le esperienze di servizio a chi soffre, accogliendo così l’invito del Santo Padre a farsi prossimi e a riconoscere la presenza di Dio in tutti coloro che la cultura dominante vuole scartare ed emarginare. “Sulla tua Parola getterò le reti”: l’invito del Vangelo di Luca ad abbandonarsi con fiducia alla promessa del Padre è stato il vero fil rouge che ha accompagnato i ragazzi nell’intensa settimana dell’Ecumenical Camp, scandita da tanti momenti di preghiera e di luce come la veglia ecumenica nella Basilica della Santa Casa, presieduta dal Cardinale Edoardo Menichelli con la partecipazione di Mons. Giovanni Tonucci Arcivescovo Prelato di Loreto, di Don Paolo Volpe direttore del Centro Giovanni Paolo II e degli esponenti delle diverse confessioni cristiane.

Noi tutti dobbiamo inginocchiarci davanti a Gesù e dobbiamo chiedere allo Spirito Santo di cambiare il nostro cuore. Perché parliamo di ecumenismo? Perché siamo divisi. Abbiamo preso la veste spirituale di Cristo e l’abbiamo stracciata. L’ecumenismo è un impegno, un’obbedienza e una grazia. Ricordiamo sempre che ogni divisione fa male alla vita”: con queste parole Edoardo Menichelli, cardinale e arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo, ha voluto dare il suo personale benvenuto ai 150 ragazzi dell’Ecumenical Camp, in qualità di presidente e delegato per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso nella Conferenza Episcopale Marchigiana. Così, in un mondo tragicamente lacerato da quel “ecumenismo del sangue” – come più volte lo ha definito Papa Francesco che già nel sangue dei martiri scorge un primo seme di unità ecumenica tra le Chiese cristiane – si accende un barlume di speranza dal cuore dei giovani riuniti a Loreto, attorno alla Casa del Sì di Maria che ha cambiato la storia e che, proprio quest’inverno dopo la tappa in Vaticano, ha accolto le reliquie di San Leopoldo Mandić, padre e profeta umile e silenzioso dell’ecumenismo spirituale.

“We are not alone”, l’inno ufficiale di questa ottava edizione dell’Ecumenical Camp, è sbocciato proprio come un bel fiore in questo clima di armonia e di comunione che si è creato durante l’intera settimana e in particolare durante l’Ecumenic Production, il grande “gioco” ecumenico con laboratori multimediali finalizzati alla costruzione di un brano e del suo relativo videoclip interamente costruito e animato dai ragazzi. Guidati da un team di professionisti diretti dal produttore, musicista e arrangiatore veronese Marì e dal videomaker e produttore messicano Fernando Perez, i giovani hanno percepito con la loro anima come la musica, l’arte e i nuovi media possono in qualche modo diventare preghiera, creando un prodotto comunicativo unico per la nuova evangelizzazione.

Forse il mondo sarebbe migliore, se tutti noi guardassimo questi giovani che hanno scelto di costruire e di “lasciare un’impronta nella storia e da loro imparassimo ad aprire gli occhi e a lasciarci catturare dallo stupore di un cielo azzurro e sconfinato. Scopriremmo che non siamo soli – we are not alone – e riusciremmo a godere anche delle altre stelle che tutte insieme, pur nella loro diversità, formano la misteriosa bellezza del mondo.

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