“IO CHE CONOSCO IL TUO CUORE”
È la storia immortale del mito partigiano Aldo Cervi attraverso le parole del cuore del figlio Adelmo che recitano così «Voglio tornare indietro con lui, parlare con lui e farmi tenere per mano …»
MARIANGELA ZIZZI, 03.03.15
TORINO – Nell’elegante “Sala Musica” del Circolo dei Lettori, giovedì 26 febbraio 2015 si è svolta la presentazione del libro “Io che conosco il tuo cuore. Storia di un padre partigiano raccontata da un figlio” di Adelmo Cervi con Giovanni Zucca, (Edizioni “Piemme” 2014 Euro 16,90). La personalità semplice, umile ma forte del figlio del partigiano martire Aldo Cervi ha entusiasmato il folto pubblico presente che non ha lesinato ripetuti calorosi applausi. L’incontro con il protagonista Adelmo, testimone bambino della sua storia, è stato brillantemente condotto dalla nota scrittrice ricercatrice Bruna Bertolo.
Adelmo, non il Signor Cervi, introdotto dalla bella voce toccante della Bertolo mentre legge il prologo del libro, ha voluto subito precisare di non essere amante del “Lei” e di non essere uno scrittore, com’è invece Giovanni Zucca, ma un normale contadino. Ha confessato di aver studiato solo fino alle elementari e di aver scritto appena qualche lettera in gioventù alla sua “morosa” per dedicarsi totalmente alla campagna emiliana e alla vita genuina e ricca dei valori ereditati da suo padre Aldo, partigiano combattente ribellatosi al più grande sopruso del suo tempo: il fascismo. Voleva cambiare il mondo, sconfiggere le ingiustizie ma, come tutti i giganti buoni, è stato ucciso. Il piombo dei proiettili fascisti ha interrotto la sua vita a soli 34 anni insieme a quella degli altri suoi sei fratelli, il 28 dicembre 1943. Fu così che tanti piccoli bambini, tra cui il neonato Adelmo figlio di Aldo, si trovarono di colpo senza i loro padri, lasciando nell’immenso dolore altrettante giovani spose con i nonni paterni Alcide e Genoveffa. I fratelli Cervi sono divenuti l’emblema della lotta antifascista e la loro storia fornisce un forte spunto di riflessione: loro non hanno mai potuto riunirsi liberamente a dialogare al di fuori della stalla della loro casa in campagna e non hanno mai potuto manifestare le loro idee senza essere arrestati e uccisi.
Ripensando alla lotta partigiana e alla vita di suo padre spezzata ingiustamente, Adelmo non nasconde il suo fervore ed il suo spirito ribelle gridando deciso ad alta voce che la Repubblica italiana nata nel 1946 si è realizzata proprio grazie alla Resistenza ed al sacrificio dei partigiani. E secondo Adelmo, oggi più che mai, basterebbe rispettarne la Carta Costituzionale per creare una società migliore e superare la situazione attuale di generale instabilità. Nonostante il periodo buio che l’Italia sta attraversando, le morti dei tanti partigiani uccisi, tra cui quelle dei sette fratelli Cervi, non sono da considerarsi vane bensì sono un esempio di coraggio nell’affrontare a viso aperto ciò che non va.
Per far sì che la vita e la storia di Aldo e i suoi fratelli non restassero ignote o venissero dimenticate, dopo la morte del nonno Alcide la casa di famiglia Cervi è stata donata alla provincia di Reggio Emilia e si è costituito l’Istituto Alcide Cervi, oggi importante museo con le sue stanze piene di storia e coraggio e i tanti attrezzi da lavoro, luogo di riflessione e di forte valore simbolico. Così vengono ricordati ed omaggiati i “contadini di scienza”, come li chiamò il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi durante il colloquio del 1954 con Alcide Cervi sapendo che la famiglia studiava libri di agricoltura per affinare il proprio lavoro nei campi. Una famiglia vera, una storia per non dimenticare. La storia di Aldo Cervi, raccontata dal figlio Adelmo in questo avvincente libro “Io che conosco il tuo cuore”, è un’opera veritiera che riporta alla memoria un passato tragico nel 70° anniversario della Liberazione d’Italia dall’occupazione fascista e nazista. In poco più di 400 pagine sono racchiusi i ricordi di una vita, le emozioni e il fervore di Adelmo che, con la vivace penna di Giovanni Zucca, fa rivivere la storia della famiglia Cervi.
———————————————————————————————————-
{photogallery}images/stories/Fotogallery2015/Cervi{/photogallery}