MALALA YOUSAFZAY E KAILASH SATYARTHI RICEVONO IL NOBEL PER LA PACE 2014
Il premio è stato assegnato alla diciassettenne pakistana impegnata nella lotta per i diritti dei bambini e al sessantenne attivista indiano contro lo sfruttamento minorile
DAVIDE TALARICO, 10.10.2014
OSLO – Oggi, 10 ottobre 2014, il Comitato per il Nobel norvegese ha insignito due attivisti coraggiosi e determinati con il Nobel per la pace “per la loro battaglia contro la repressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini all’educazione”.
Kailash Satyarthi è un attivista indiano che con il suo movimento “Bachpan Bachao Andolan” si batte da oltre trent’anni per la difesa dei diritti e l’istruzione dei bambini. Continuando gli insegnamenti di Ghandi, Satyarthi è impegnato in numerose forme di protesta, tutte pacifiche, contro lo sfruttamento a fini economici dei bambini; una delle più sofferte piaghe dei paesi in via di sviluppo, che trascina dietro di sé altre cause sociali come l’analfabetismo. Satyarthi ha guidato a questo proposito anche una campagna volta ad educare il consumatore circa le condizioni di lavoro dei minori. Da anni l’attivista collabora con numerose istituzioni e lavora attualmente affinché lo sfruttamento e la schiavitù infantili entrino a far parte del programma post-2015 degli Obiettivi di sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.
Malala Yousafzay è una giovane pakistana di soli diciassette anni, diventata ormai un simbolo di forza e coraggio nella lotta all’istruzione. La sua storia è iniziata con un diario, scritto per la BBC, che narrava la sua vita nello Swat sotto l’occupazione talebana. La voce di Malala risuona sempre più forte e la allora bambina diventa già una portavoce dei diritti dei bambini e in particolar modo delle ragazze come lei. Pochi anni dopo Malala rischia la vita in un attentato per mano dei Talebani. Questo non ferma la giovane pakistana, che trasferitasi in Inghilterra continua a diffondere il suo messaggio con ancora più coraggio, arrivando anche a parlare alle Nazioni Unite, nel giorno del suo sedicesimo compleanno. Il suo slogan “I am Malala” è diventato il simbolo del diritto all’istruzione, nonché dell’impegno a livello mondiale che Malala continua a portare avanti.
Queste due coraggiose figure, fonte di ispirazione e di speranza, non potrebbero sembrare più diverse a prima vista. Malala è una ragazzina, pakistana e musulmana. Kailash è un uomo adulto, indiano e hindu. Eppure, lontani dalle questioni politiche e culturali dei loro paesi, i due attivisti legati nell’impegno a favore di ogni singolo bambino o adolescente che ancora oggi non gode della propria libertà, ma vive sotto il peso schiacciante dello sfruttamento economico, delle leggi sociali di chi con la violenza impone il proprio dominio, delle guerre e della povertà. Come precisa il Comitato norvegese “nei paesi poveri del mondo, il 60% della popolazione presente ha meno di 25 anni. È un prerequisito per lo sviluppo pacifico globale che i diritti dei bambini e dei giovani siano rispettati”.
Kailash e Malala sono due esempi di come adulti e giovani possano realmente cooperare affinché la repressione dei bambini vada sempre diminuendo. Se Kailash rappresenta la saggezza di chi sceglie di schierarsi dalla parte degli oppressi, Malala incarna lo slancio vitale e la forza innata di chi non si lascia reprimere e continua a lottare, desideroso di condividere la propria libertà.
Dopo alcune assegnazioni del Nobel per la pace negli ultimi anni, che hanno diviso in due l’opinione pubblica, questa doppia vittoria costituisce un impegno in cui credere tutti insieme, nonché un richiamo all’azione per tutti i giovani e gli adulti bramosi di condividere la loro libertà e schierarsi dalla parte dei giovani repressi nel mondo.