MADRE SPERANZA IN CAMMINO VERSO LA SANTITÁ
Beata a soli 30 anni dalla morte la mistica dell’Amore Misericordioso: la solenne celebrazione si svolgerà a Collevalenza il 31 maggio 2014
GIANNI FERRARO – GIORGIA BIMA, 06.04.2014 FOTOGALLERY
COLLEVALENZA – Madre Speranza, mistica spagnola più che mai attuale, sarà beatificata il 31 maggio del corrente anno 2014 a Collevalenza, nei pressi di Todi. Qui, nel 1951, dava vita al Centro di spiritualità dell’Amore Misericordioso di Dio con questa preghiera: «Fa’, Gesù mio, che a questo Santuario vengano persone dal mondo intero, non solo con il desiderio di guarire nel corpo dalle malattie più dolorose e strane, ma per curare la propria anima … ». Animati da questo spirito sosteranno a Collevalenza il 25 e il 26 Aprile i partecipanti al pellegrinaggio organizzato da Angela ed Emanuele (www.lemmanuele.it) per la canonizzazione, domenica 27, dei due Papi: Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II.
La storia di Madre Speranza di Gesù, al secolo Marìa Josefa, Alhama Valera, è un inno alla fratellanza e all’amore cristiano. Nata il 29 settembre 1893 a Santomera, nella regione di Murcia (Spagna), ben presto viene presa in carico dal parroco della città, colpito dalla sua intelligenza, che si impegna a strapparla dalla povertà e dall’ignoranza in cui era destinata a crescere, per offrirle un minimo di educazione e cultura. A 21 anni si unisce alla Congregazione delle Figlie del Calvario a Villena, ma senza aver preso i voti perpetui. Nel 1930 a Madrid fonda la Congregazione delle Ancelle dell’Amore Misericordioso e, vent’anni dopo, anche il ramo maschile, Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso. Dopo la Seconda Guerra Mondiale si stabilisce a Collevalenza, dove con le sue sole forze riesce a realizzare il disegno di Dio: quel Santuario dell’Amore Misericordioso (www.collevalenza.it), meraviglioso luogo di incontro e di fede. Nella cripta della basilica riposa il suo corpo dal giorno della sua dipartita terrena, 8 febbraio 1983 “dies natalis”.
Molto le è stato riconosciuto, ma ciò che più fa riflettere non sono le sue azioni, ma la sua vita e la sua persona. La Consulta formata per valutare la sua beatificazione ha affermato unanime nel volume “Relatio et vota” che «Lo studio dei teologi è stato attento, critico, circostanziato, nell’esprimere grande ammirazione e stima verso questa religiosa del nostro tempo che ha accettato di vivere una singolare avventura umana e spirituale» (Rel. et vota, p. 25), un’avventura verso la santità.
Questo divino desiderio è stato espresso più e più volte dalla stessa Madre Speranza nei suoi diari, dove ha scritto: «È grande in me, Gesù mio, il desiderio di farmi santa a qualunque costo e solo per darti gloria […]. Oggi, Gesù mio, con il tuo aiuto, ti prometto di proseguire per questo cammino scabroso e difficile, guardando sempre avanti, senza tornare indietro, mossa dal desiderio della perfezione che Tu mi chiedi». In parte questo volere è stato esaudito, grazie al processo di beatificazione posto in essere dalla diocesi di Orvieto – Todi e conclusosi il 5 luglio 2013 con la firma del decreto da parte del Cardinale Angelo Amato.
Tutta la vita di Madre Speranza fu totalmente assorbita dall’Amore per Gesù Cristo e dalla sua grandissima fede nella volontà di Dio, sentimento così forte da essere la sola ragione del suo esistere. E l’Opera di Dio fruttificava a dismisura attraverso di lei con le numerose comunità religiose, le missioni per i feriti e dispersi della seconda guerra mondiale, gli incontri con Papi e Capi di governo, la Basilica-Santuario, le Piscine per i malati, le case di accoglienza dei pellegrini, per i quali di notte davanti al Crocifisso invocava grazie di ogni genere.
Mirabile esempio di vita, Madre Speranza guida i nostri passi con le sue stesse parole, testamento spirituale di grande portata che non dovremmo mai dimenticare: «L’amore è fuoco che consuma, è vivo e, come il fuoco, se non brucia, se non scotta, non è veramente fuoco. Così anche l’Amore se non opera, se non soffre, se non si sacrifica non è amore. Chi possiede l’Amore di Gesù non può stare quieto e tranquillo, ma è sempre disposto al sacrificio. Non si stanca, non viene meno e siccome ogni giorno scopre nella persona amata nuove bellezze, nuovi incanti, in ogni momento desidera sacrificarsi e morire per lei».
—————————————————-
Fotogallery di © Vincenzo Gai – 26 Aprile 2014
Tutte le immagini sono coperte da Copyright, i diritti sono riservati ed è vietata la riproduzione totale o parziale, salvo che non sia data specifica autorizzazione scritta congiunta da “ilvideogiornale.it” e dall’autore. Per informazioni: info@ilvideogiornale.it
Any reproduction, modification, publication, transmission, transfer, or exploitation of any of the content, for personal or commercial use, whether in whole or in part, without written permission from myself is prohibited. © All rights reserved.