LA CULTURA: VALORE ECONOMICO E MANAGERIALE
Imprenditoria e arte a confronto al Teatro Carignano di Torino
Davide Ghezzo, 07.04. 2014
TORINO – Bella gente ha accolto il foyer del Carignano, in orario preserale, per presenziare all’originale incontro tra storia, arte teatrale e strategie di mercato. Fortemente voluta da Riccardo Ghidella, presidente dell’UCID – Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti–, l’esclusiva serata conviviale co-organizzata con le Associazioni CDVM – Club Dirigenti Vendite e Marketing– e TORINO IN – Business Social Network– , presiedute rispettivamente da Antonio De Carolis e Marco Tarpi, ha radunato un selezionato pubblico della realtà imprenditoriale del Nord-Ovest.
Questo mondo ha potuto così “vivere la mission” storico-artistica-culturale del Teatro Carignano, antica sede degli spettacoli di prosa destinati inizialmente alla Corte dei Savoia, e a tutt’oggi raffinata sede ‘di punta’ della Fondazione Teatro Stabile di Torino, Ente che coordina l’attività di numerosi teatri gestendo anche un Centro Studi con specifici settori di Formazione e di Editoria.
Gli onori di casa sono affidati a Pietro Crivellaro, responsabile del settore formazione dello Stabile, che in un’esposizione dotta e gradevole, svolta nello spazio aperto del foyer, racconta in breve la storia del teatro Carignano, condendola di numerosi aneddoti. Passa il concetto, e la sensazione, di trovarsi in un posto che ha recitato – è il caso di dirlo – una parte importante nella storia non solo di Torino ma della nazione intera, se è vero che il teatro raggiunge il suo momento di maggior spicco e splendore a metà Ottocento, negli anni cruciali della formazione del Regno d’Italia. Sede dei trionfi delle commedie di Goldoni, dell’esordio di Vittorio Alfieri, dei primi successi di Eleonora Duse e perfino di Arturo Toscanini – per quanto la musica per orchestra non sia di casa al Carignano, per ragioni di spazio –, il teatro è sopravvissuto a incendi e distruzioni, fino a giungere a una rinnovata bellezza grazie a una recente ristrutturazione.
E le parole lasciano il posto ai fatti, perché viene dato accesso alla sala teatrale, e ti trovi all’interno di una bomboniera, di un gioiello polito e raffinato. Ma l’attenzione viene ben presto catturata da Filippo Fonsatti, direttore esecutivo della Fondazione Teatro Stabile, che traccia un quadro chiaro e realistico della situazione economica e produttiva del Carignano, sottoposto a tagli e restrizioni, delle strategie messe in atto, e infine delle potenzialità e dei sogni nel cassetto, ovvero le sinergie possibili sul piano locale e internazionale. Si ha la netta impressione che Fonsatti sia un grande organizzatore e stratega, capace nel contempo – rara avis – di mantenere un’etica e una correttezza esemplari (come del resto è nello spirito dell’UCID) nei rapporti con persone ed enti di carattere sia pubblico che privato.
Il pubblico è invitato poi a salire sul palcoscenico, dove l’architetto Claudio Cantele illustra alcuni aspetti del lavoro tecnico-scenografico da lui guidato. Ed è proprio da lì, dal centro del palco, che si ha la percezione compiuta della bellezza del teatro. Si coglie il senso della classicità, della tradizione artistica, se è vero che la rappresentazione attuale di una commedia di Molière o di Goldoni è tale e quale a quelle settecentesche, pressoché immune dalle nuove tecnologie. In questa luce soffusa, nell’eleganza e nei colori del tardo Barocco, che trovano qui un’espressione perfetta, non si può recitare male.
L’iter teatrale conduce poi il pubblico verso il backstage, e infine verso un foyer sotterraneo, dove un appetitoso rinfresco diventa occasione di nuovi scambi e conoscenze, foriere, chissà, di affermazioni e successi …
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Fotogallery di © Carlo Cretella – 7 Aprile 2014
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