“STOMP”, DELIRIO CONTAGIOSO
Una combinazione unica di teatro, danza e musica con i più banali oggetti di uso quotidiano
LAURA CAPPELLI, 27.03.2014
TORINO – Sul palcoscenico del Teatro Alfieri, la solita bidonville sonnecchia fatiscente e polverosa, fino a quando un gruppetto di eccentrici personaggi irrompono all’improvviso sulla scena alla ricerca di…ritmo! E che ritmo! Suoni, rumori, ticchettii, fruscii escono per incanto da qualsiasi oggetto, una scarpa, una scopa, una scatola di fiammiferi o un sacchetto di plastica: questo sì che vuol dire fare della vera musica “casual”, per dirla nella lingua madre degli otto percussionisti/mimi/attori/acrobati/musicisti che anche quest’anno portano “Stomp” in giro per l’ Italia, il musical – fenomeno che è diventato una pietra miliare dello show business internazionale.
“Stomp” è ormai un marchio di garanzia e il successo è assicurato grazie a una formula collaudatissima che presenta ogni anno solo alcune minime variazioni. Poco conta. Loro, i magnifici otto dello stage, sono abili istrioni capaci di creare una mirabile sequenza di effetti speciali musicali tanto più sorprendenti poiché nascono da cose piccole e semplici, da gesti e battute quotidiane, da gag un po’ naif, eppure l’energia si fa man mano palpabile fino a cominciare a scorrere esplosiva, selvaggia, irresistibile. Il feeling c’è e si sente. Il pubblico segna il tempo, batte le mani, pesta i piedi sul pavimento, risponde alle sollecitazioni e si lascia coinvolgere divertito: non perde un beat, per dirla in gergo.
Questa travolgente commedia musicale venne “assemblata” in Gran Bretagna da Luke Cresswell e Steve McNicholas, entrambi attori di strada che cominciarono a comporre la loro musica con quei pochi oggetti che possono capitare in mano per strada, per l’ appunto, soprattutto se si vive e si lavora in un ghetto di una metropoli inglese, bidoni della spazzatura, scope di saggina, latte di vernice vuote, lavandini di metallo, tubi di tutte le dimensioni, sacchi, sacchetti , posate, bicchieri di carta recuperati dal pattume, e persino mazze da baseball e palle da basket. Il duo presentò una prima versione del musical al Festival di Brighton nel 1991, provocando un successo così strepitoso che lo stesso anno lo spettacolo venne presentato addirittura a Melbourne, in Australia.
Ma il vero battesimo di “Stomp ” avvenne oltreoceano, esattamente nel 1994, all’ Orpheum Theatre di New York, aggiudicandosi fin dagli inizi, le vincite incontrastate di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il prestigioso Obie Award e il Drama Desk Award.
Da quel momento in poi, comincia una vera e propria odissea trionfale targata “Stomp”, con tanto di tappe e record storici. Nel 1995, divenne una produzione tutta americana e cominciò a fare il giro dei teatri di tutti i continenti: Cile, Brasile, Corea, Scandinavia, Sud Africa, Europa e Giappone. A partire dal 2000, a San Francisco “Stomp” riuscì a riempire uno dei più grandi teatri della città per due anni e mezzo consecutivi. A New York nel 2006, vennero festeggiati i 5000 spettacoli andati in scena nonstop, senza neppure un giorno di interruzione. E dal 2007, a Las Vegas, è diventato anche uno show fisso in un teatro tutto suo (costato 28 milioni di dollari), ospitato all’interno dell’ hotel più lussuoso della città, il Planet Hollywood Resort and Casino.
Tutto ciò senza contare gli innumerevoli film, programmi televisivi e colonne sonore che il leggendario musical è riuscito a ispirare in tutto il mondo, nei suoi poco meno 25 anni di vita: nell’agosto del 2012 un segmento della musica di “Stomp” ha avuto il glorioso compito di accompagnare l’apertura delle Olimpiadi di Londra. Neanche i Beatles e i Rolling Stones sono riusciti a fare di meglio.